23 aprile 2020

Sulla fase due

Non è ancora iniziata e già mi piace poco questa fase due.
Piccoli segnali, molto poco incoraggianti.
Un operaio dell'Arcelor Mittal a Taranto è stato licenziato dopo che aveva denunciato che si lavorava senza mascherine.
A Milano, due dipendenti di una cooperativa che lavora per la fondazione Don Gnocchi sono stati sospesi dopo che avevano raccontato le condizioni di lavoro.

C'è tanta voglia di ripartire, di riaprire le aziende (quelle ancora chiuse, ce ne sono molte che non hanno mai smesso), si stanno studiando le condizioni per far muovere le persone in sicurezza.
Ho l'impressione che non potendo garantire il distanziamento sui mezzi si incentiverà l'uso della macchina, intasando le strade e aggravando la situazione ambientale (che comunque porta danni).

Temo che si arrivi ad una fase due molto poco a misura d'uomo, dove si lascerà alla discrezionalità delle imprese molti controlli.
Niente droni, niente dirette della D'Urso per controllare che succede negli uffici o nelle linee di produzione.

E nessuno che dica, chiaramente, che tutte queste condizioni (mascherine, guanti) le dovremo portare avanti per mesi.
E, nel frattempo, nessun mea culpa sui tanti errori commessi nella fase 1, su anziani, medici, infermieri ..

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