09 aprile 2020

Rione Serra Venerdì di Mariolina Venezia



Imma Tataranni e le trappole del passato

Incipit
Capitolo primo 
Comando provinciale carabinieri, stazione di Matera. 
Per dovere d’ufficio si comunica che in data 19 gennaio 2006 alle ore 11, militari del comando, allertati dai vigili del fuoco, si recavano nell'appartamento di Pisicchio Stella, sito in via Gianturco 2, nel rione di Serra Venerdí…Non si capacitava. E avoglia a rileggere l’informativa, che ormai la poteva ripetere a pappagallo. Stella Pisicchio, classe 1962, come lei, ma di ottobre, trovata riversa sul suo letto, in posizione prona. Addosso, solo un completino intimo di pizzo nero. Ecchimosi ai polsi, uno in particolare. L’avevano strangolata.Nel corso di un gioco erotico, era stato il primo pensiero di tutti, a cominciare dal maresciallo Calogiuri, che nel riferirlo aveva distolto lo sguardo, diventando rosso come se avesse la coda di paglia. E fin qui tutto normale.Sulle pratiche inconfessabili di quella single incallita, vabbè zitella, e sulla dinamica dell’omicidio, qualcosa in piú si sarebbe capito al ritorno del medico legale, che il giorno prima aveva dovuto precipitarsi a Padova, dove il figlio era rimasto coinvolto in un grave incidente stradale. Appena firmato il nulla osta per la sepoltura, il dottor Taccardi era partito senza fornire nemmeno i primi dettagli sui risultati dell’autopsia. E nessuno aveva osato chiamarlo per chiederli.

Il ciclone Imma Tataranni, sostituto procuratore presso la procura di Matera, in questo romanzo è alle prese con un caso che la tocca ancora più da vicino: la morte di una ex compagna di classe, Stella Pisicchio, trovata morta nel suo appartamento in circostanze veramente strane.
Strana lo era anche lei, compagna di banco della Tataranni, la timida e la secchiona le chiamavano, speculari ma simili, forse per questo si erano fatte simpatia.
Ma non per questo la giovane Tataranni le aveva mai passato le versioni, ci mancherebbe, è una questione di legalità.

Stella viveva da sola, di lei in tutti questi anni “si erano pure dimenticati che esisteva”, nemmeno al funerale era al centro dell'attenzione.
Sebbene.... 
Sebbene fosse stata trovata morta con un completino nero di pizzo.
Sebbene ora stiano girando voci di una morte a seguito di un gioco sessuale, voci che stimolavano il palato debole della popolazione adulta.
Che ci faceva la povera Stella vestita in quel modo, stava aspettando qualcuno?
E da dove è uscito l'assassino, visto che la porta era chiusa col ferro e l'unica uscita dall'appartamento è quella del lucernario?
In casa di Stella, duemila euro nel cassetto, un cioccolatino con la croce sopra, un disco di Battisti.
E una canzone di Battisti era stata sentita, da fuori dell'appartamento, da un testimone. Da dove proveniva visto che in casa non c'erano giradischi?
E poi le foto trovate nel Lamione di Stella, che usava come ripostiglio?
.. prese una lastra da cui mancava solo un pezzo. Sopra la sagoma di una donna nuda con dei grandi seni, stesa su un prato. La testa non c'era, chissà dove si trovava, fra tutti quei frammenti disseminati qua e là.

Cosa era successo a Stella Pisicchio? - si chiede Imma nella sua indagine che deve condurre questa volta senza il suo braccio destro, il docile maresciallo Caligiuri, che ora la sta tenendo a distanza per come è andata a finire una vecchia indagine.
Imma si mette a raccogliere di persona le testimonianze delle persone del quartiere, Serra Venerdì, come se fosse lei l'ufficiale di Polizia Giudiziaria. A proposito, storia interessante anche quella del quartiere Serra Venerdì:
Il quartiere di Serra Venerdì era stato costruito negli anni cinquanta, quando avevano deciso di svuotare i Sassi con la legge De Gasperi. Successivamente si era meritato il nome di rione Apache..

Imma deve raccogliere le testimonianze di tutti quelli che la conoscevano: oltre agli ex compagni di scuola, la sarta all'ingresso del palazzo di Stella, le persone nel suo paese d'origine, Labriola e anche alcuni ragazzini del quartiere, nel tempo libero guide turistiche sui Sassi.
E poi le persone che Stella aveva incontrato dopo l'iscrizione ad un sito di incontri.
Perché quello che una volta era simbolo di povertà e arretratezza oggi – prossimi ai centocinquant'anni dell'Unità d'Italia – può diventare meta di un nuovo turismo, sempre più invadente.
Ma in questa storia il passato, la memoria, che spesso è una dannazione perché “tira fuori dettagli imbarazzanti”, ha una duplice funzione. La memoria di quegli anni passati sui banchi, di una estate particolare in cui Stella sembrava essersi innamorata, è anche la memoria del passato storico di quella terra.

Stella infatti si era interessata alla storia di un vecchio nobile, anzi di un nobile finito in miseria per un problema di mani bucate. Nobile a cui era rimasto un blasone un palazzo che stava per essere venduto al demanio come bene storico, appunto.
Questa storia, nel racconto, apre uno squarcio sulla Storia vera nel meridione: gli anni del brigantaggio e della guerra messa in atto dall'esercito italiano, i massacri perpetrati contro la popolazione, come vendetta nei confronti degli assalti dei briganti contro i piemontesi.
Una guerra che portò all'impoverimento di alcuni borghi del sud che, anche a causa della povertà, delle tasse, diventarono borghi fantasma, il cui nome veniva tramandato solo nelle canzoni cantate dai vecchi:
A partire dal 1870, quando le ribellioni finirono nel sangue, iniziò un'emorragia di poveracci. Due anni di leva obbligatoria, tasse da rapina, i poli industriali smantellati .. Che dovevano fare? L'ho scoperto in questi giorni, la storia ufficiale non si spreca sull'argomento. E non fa connessioni. Partivano per l'America, del nord o del sud. Certi paesini venivano cancellati, se ne perdeva pure il ricordo. Se non nei racconti degli anziani, che poi magari sembravano rimbambiti..

Imma però, ha anche i suoi problemi a casa: una figlia, unica, che si è fidanzata con un ragazzo con cui passa allegre serate sul divano di casa, guardando la TV.
Ci sono i rapporti tesi con la suocera, Pietro, il marito, che per carattere non può prendere posizione pro o contro.
E poi c'è Stacchio, Eustacchio o Stacchiuccio come lo chiamano tutti: uno dei ragazzini che bazzica nel quartiere e che forse ha qualcosa a che fare col morte di Stella o forse no.
All'improvviso scompare e nessuno sa dove può essere finito: una famiglia difficile la sua, un padre con qualche problema con la legge, la madre che lavora e che non riesce a badare a lui.
Un'indagine tutta sottosopra: Stella negli ultimi giorni era cambiata, aveva speso una fortuna dall'estetista, si era interessata a quel palazzo di quel nobile decaduto, legato ad una vecchia strage che ricorda molto da vicino le rappresaglie fatte più su, sull'Appennino dai nazifascisti nel 1944.
Anche nel caso che stavano seguendo, pensò Imma, era tutto sottosopra. I dischi suonavano senza giradischi, qualcuno usciva di casa lasciando la porta chiusa dall'interno, e i buoni e i cattivi si scambiavano i ruoli.

Rione Serra Venerdì è un buon giallo, in cui domina la figura di questa donna magistrato, Imma Tataranni, dalle grandi doti investigatrici ma anche dai pericolosi cambi di umore, coi suoi gusti particolari nel vestire e con poca dimestichezza con l'arte della negoziazione.
Ma, come tutti i romanzi di Mariolina Venezia, è anche un omaggio alla sua terra, la Basilicata, che a volte sembra essere lontana anni luce dal resto del paese.
Pur nella sua unica bellezza:

La Basilicata era lunatica. Proprio. Non lunare, lunatica. D'inverno tutta ingrugnita e lainconica, con quei campi marrone scuro a perdita d'occhio, sfumati all'orizzonte di un velo di nebbia che faceva cadere le braccia. Poi nel giro di un paio di settimane eccola diventare soave e ridente come se ci avessero steso sopra un tappeto verde tutto istoriato di fiori, e stavi appena prendendo fiato e te la ritrovavi gialla e arsa come l'inferno, tenebrosa per la troppa luce e il sole torrido che picchiava sui calanchi o sulla pietra bianca dei paesi, producendo un boato talmente forte da oltrepassare il muro del suono.

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