12 ottobre 2007

Annozero: ordine!

Tema della puntata: la svolta dell'amministrazione di sinistra a Bologna in termini di maggiore di ordine e legalità, frutto del senso di insicurezza dei cittadini, per la presenza di immigrati, degli ambulanti, della prostituzione, dei writer ecc.

Ma l'eco della puntata dedicata a De Magistris si è fatto sentire, con le precisazioni di inizio puntata di Santoro:
- Prodi e Berlusconi (e altri esponenti politici) non sono uguali, ma condividono lo stesso senso di insofferenza verso la categoria dei giornalisti “non schierati”.
- Prodi e D'Alema facciano un invito alla Rai per il rientro di Luttazzi. Questo per un articolo del corriere che avrebbe scritto che Luttazzi non rientra per colpa di Santoro e Travaglio.
- L'appunto a Giuseppe D'Avanzo: la GIP Clementina Forleo aveva parlato genericamente di Don Rodrigo al sud, senza riferirsi specificatamente a D'Alema.
- Le scuse a Sandro Ruotolo, che nel suo articolo aveva riportato la notizia dei tabulati di De Magistris.

Aldo Pecora ricordava come alla fine il CSM abbia rinviato la decisione “urgente” del trasferimento del PM De Magistris a dicembre. Notizia passata sotto silenzio, ma che in realtà la dice lunga sul senso di urgenza del provvedimento.

Storace ironizzava su Santoro e le sue scuse: “ai tempi di Berlusconi non si doveva chiedere scusa”. Ai tempi di Berlusconi si epurava e basta.
Dario Fo: “in america non abbiamo mai avuto un richiamo o un rimbrotto da parte del governo”.
Di Pietro: “l'ho detto a Prodi che su Abu Omar, la libertà dell'informazione e le osservazioni sulla berlusconite stiamo prendendo una cantonata. Quando riceviamo delle critiche, la colpa è nostra non di chi fa le critiche”.

Peccato che poi tutto sembri uguale a prima: le critiche passano senza lasciare il segno.
Cosa fa il governo?

Torniamo a Bologna: in studio due politici, il ministro Di Pietro, il senatore Storace, il comico Dario Fo e il procuratore Bruno Tinti (autore del libro Toghe rotte). Tema: Bologna e la svolta legalitaria. Svolta che nasce dal senso di insicurezza da parte di chi assiste a scippi, rapine, alla prostituzione nelle strade. Contro l'accattonaggio e contro la presenza dei punkabbestia, che degradano il centro storico della città.

La giunta Cofferati perde il sostegno della sinistra. Sul tema della sicurezza dovrà cercare il sostegno di altri partiti.
Perchè il problema esiste: dai dati della Questura si registra un aumento dei crimini dell1,5%; dove 81% degli arrestati sono immigrati. Qui il razzismo non c'entra.

Ma esiste anche il rovescio della medaglia: le storie di schiavitù raccontate dalle prostitute, spesso minorenni. Come combattiamo la grande criminalità rumena?
Poi c'è la storia degli affitti cari e in nero per gli studenti: che senso ha parlare di legalità quando non si fanno contratti in regola e non si denunciano al fisco?

La questione della moschea: la legge italiana riconosce il diritto di culto.
Ma ricordava mons. Vecchi “la religione cristiana è la religione storica dell'Italia. Noi non possiamo, per accogliere gli altri, dimenticare chi siamo”.
Il progetto di 6000 metri quadri (ridotto a 3000) fa paura ai cittadini del Pilastro, che temono l'arrivo di tanti musulmani dalla regione, con il rischio di trovarsi una cellula estremista sotto caso (come nel caso di Perugia).

Ma il pacchetto sicurezza, che il governo porterà in Parlamento, i proclami sull'ordine contro i lavavetri e chi vende CD contraffatti serviranno a qualcosa, o sono solo richiami pieno di demagogia?
Come ha spiegato un modo chiaro il proc. Bruno Tinti, non serviranno a niente, perchè andranno ad ingolfare una macchina, quella della giustizia, che già non funziona.
Faceva il caso dell'immigrato che viene pescato senza documenti. Da un nome falso agli agenti che ha volte non hanno nemmeno modo di prenderne le impronte. In procura arrivano le notizie di reato.
Senza impronte non si fa nulla; con le impronte si da inizio ad una procedura che è la stessa che per i casi di omicidio.
Il fascicolo impiega 3 anni e mezzo per arrivare in tribunale e va in coda (noi mandiamo 30000 fascicoli l'anno e il tribunale ne svolge 7000).
Il processo viene celebrato dopo 2 anni e Alì Mohammed viene prosciolto per avvenuta prescrizione.

Lo stesso vale per i CD contraffatti: la proposta è di punirli con carcere da 1 a 6 anni.
Ma che giustizia è questa, se lo paragoniamo al reato di falso in bilancio, che per essere reato deve superare la soglia di punibilità dell'1% e che viene punito con il carcere fino a 4 anni?

Di Pietro ha fatto diverse proposte, tra le quali un uso più intelligente delle risorse, e l'uso delle impronte per chi entra nel nostro paese.
Storace chiedeva l'applicazione della direttiva europea di verificare per chi entra, come manterrà la propria famiglia.

Ma la nostra legislazione è così “buonista” solo nei confronti degli immigrati?
No, come testimoniava il caso di Appignano: il PM aveva chiesto 4 anni per il Rom che aveva investito e ucciso 3 ragazzi, ubriaco: il giudice ne ha dati 6, caso unico.
Eppure la legge è così: la guida in stato di ubriachezza arriva in giudizio quando già scatta la prescrizione (per i ritardi raccontati prima).
Bisognerebbe sequestrare la macchina: ma per una battaglia tra polizia e magistratura sul chi deve sequestrare, alla fine il custode è l'ubriaco stesso.

E così, immigrato o meno, i reati che avvengono sulle strade, sono puniti, quando sono puniti, con pene leggere.

Alcuni punti fermi: 80% della popolazione carceraria è composta da immigrati. Ma tutti i reati commessi in Italia (abusivismo, falso in bilancio, omicidio..) sono commessi da immigrati?
Non possiamo confondere religione e immigrazione: molti dei crimini imputati agli immigrati sono da parte di slavi o rumeni. Gente che è arrivata in Italia per disperazione, per la povertà ma anche per la criminalità.
Noi spendiamo più degli altri paesi europei per la sicurezza, ma abbiamo più rapine e altri reati che all'estero. Come mai?

Arrivano i mostri di Marco Travaglio: spazio dedicato all'assessore di Firenze Cioni (Baseccioni).
Che ha fatto una delibera contro i lavavetri, divenuto nella città di Firenze, reato penale.
Demagogia, spiegava Travaglio: perchè il reato andrà prescritto. Perchè ingolferà la macchina della giustizia che non potrà occuparsi di casi più gravi.
Perchè, chi cità la tolleranza zero del sindaco Giuliani, dovrebbe anche ricordare che il sindaco di New York aveva prima combattuto la mafia e gli speculatori di Wall Street. Prima.
Noi depenalizziamo il falso in bilancio. Non de jure, ma de facto.
In compenso a Firenze hanno accolto a braccia aperte un vecchio amico di Di Pietro come il costruttore Salvatore Ligresti.

Il procuratore Tinti ha fatto altri due esempi di come le non vanno o come dovrebbero andare.
Il caso degli abusi edilizi che andrebbero trattati alllo stesso modo del “danneggiamento aggravato”. Se tizio vuole patteggiare, deve prima ripristinare a spese sue l'abuso.
Oggi o arriva la prescrizione o scatta la sospensione condizionale della pena.

Secondo esempio: come arrivare alla prescrizione? Tirando per le lunghe il processo. Anche con i cavilli giuridici. Non presentandosi in aula con la scusa di una visita o di una malattia.
Se ci si dimentica di notificare all'imputato, oltre al rinvio, la copia del capo di imputazione, il processo è nullo.

E poi parliamo di punire i lavavetri, o ci indignamo che il rom che ha investito i 3 ragazzi è agli arresti domiciliari. Chi le ha fatte le leggi? Chi ha diminuito i tempi di prescrizione?
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