Uno degli argomenti trattati dall'ultima puntata di Report riguardava la nascita della nuova Anagrafe dei conti.
Finalmente siamo europei in qualcosa, commentava in studio la Gabanelli.
Ovviamente non è una buona notizia per tutti, quantomeno per gli evasori.
E nemmeno per l'ex presidente del consiglio Berlusconi (che qualche guaio con la finanza e le tasse lo ha avuto anche lui), se in aula sosteneva “E rischia di trasformare così il nostro Stato in uno Stato di polizia tributaria!” .
Come lo sono già la Germania, la Francia, gli Stati Uniti, che contrastano così l'evasione fiscale (270 miliardi l'anno).
Considerata da tanti un'emergenza nazionale, non dalla Casa delle libertà, ovviamente.
Che preferisce lo spionaggio di Telecom, della banda Tavaroli, Pompa & Pollari alle indagini della tributaria.
Prima della nascita dell'anagrafe dei conti, i finanzieri per fare delle indagfini sul patrimonio di un mafioso dovevano mandare comunicazione a tutti i comandi provincia affinchè chiedessero alle banche della zona se tizio avesse aperto un conto con loro.
Con tanto spreco di tempo, di carta e di impegno in termini di persone.
Oggi basta un click.
Ma ci sono voluti 16 anni, perchè la prima proposta di legge è del 1991. Oggi tutto questo è realtà graie all'impegno del ministro Bersani.
In un paese che dovrebbe fare della lotta all'evasione e della lotta a Cosa Nostra un impegno, una necessità, questa dovrebbe essere una buona notizia.
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