Ex Br, in regime di semilibertà, rapina una banca e poi viene fermato.
Cosa ci soprende?
Il fatto che un ergastolano fosse in giro a far rapine?
Ma i giudici hanno solo applicato la legge.
L'analisi di Giuseppe D'Avanzo su repubblica:
Quel che sorprende, in verità, è la sorpresa di chi si sorprende, come accade in queste ore a molti esponenti del centro-destra e al questore di Siena.
La legge che concede anche agli ergastolani la semilibertà ("il condannato all'ergastolo può essere ammesso al regime di semilibertà dopo aver espiato almeno venti anni di pena") è in vigore da ventuno anni, approvata "per attuare pienamente - come si legge in un documento del Parlamento del 1986 - il principio contenuto nel terzo comma dell'articolo 27 della Costituzione: "Non è ammessa la pena di morte".
Naturalmente si può non essere d'accordo con questa interpretazione del dettato costituzionale, o essere ostili a ogni flessibilità della pena, ma - va detto - nei cinque anni governati dal centro-destra, nulla è stato detto, discusso e approvato per invertire quell'interpretazione e la direzione di marcia. Non si è mossa foglia. Appare così demagogico e strumentale - mediocre teatro politico - agitare oggi l'albero quando un ergastolano - uno dei pochissimi - torna a delinquere, tradendo chi gli ha concesso fiducia e il futuro di tutto coloro che, in regime di semilibertà, non delinquono.
Cosa ci dovrebbe invece cosprendere:
Perchè il seme del terrorismo non si riesce ad estirpare?
Cosa si sta preparando, nei prossimi mesi, una ripresa dell'attività terroristica?
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