26 maggio 2008

Report: furto di stato

Il Congo è uno dei paesi più ricchi del mondo: dal sottosuolo si estrae oro, diamanti e il Coltan (80% del totale mondiale), minerale essenziale per la microtecnologia e legnane.
Si estrae anche petrolio e l'acqua del fiume Congo è in grado di generare tanta energia anche da vendere all'estero.Eppure è uno dei paesi più poveri con un debito di 13 miliardi di dollari.
Chi ruba le risorse al Congo?
L'inchiesta di Giorgio Fornoni per Report è il frutto di un anno di lavoro nel paese africano, andando a filmare le transazioni illegali di oro e diamanti, i sacchi di Coltan contrabbandati, che volano verso l'Europa.

Le hanno rubati negli anni i suoi governanti, da Mobutu a Kabila.
Le hanno rubate negli anni le multinazionali europee (anche imprese italiane come la Astaldi, Breda, Sicai), francesi (come la Prenco e la Banro), americane, canadesi e inglesi.
Sfruttano le concessioni concesse dal governo, nel pieno senso della parola.
L'inchiesta mostrava il dittatore Mobutu a fianco della regina d'Inghilterra, di Reagan, di Bush senior, di Mao ...

I governanti delle regioni non sano nemmeno quando petrolio esce dal sottosuolo, quando legname è abbattuto, quanto Coltan parte vesro l'Europa con gli aerei pilotati da mercenari russi.
Poi ci sono i trafficanti, le mafie internazionali, gli sfruttatori e gli sfruttati che per guadagnano 25 dollari per tre mesi di lavoro nelle miniere di Walikale.


Non bastasse questo, il Congo è squassato da una guerra civile con il Ruanda: Hutu contro Tutsi.

E in questo clima di caos, di assenza di controlli, di corruzione dei governanti, dei militari, dei funzionari e militari dell'ONU il paese diventa sempre più ricco e le multinazionali diventano sempre più ricche.Certo, poi ci laviamo la coscienza con la cancellazione del debito: come l'Italia che ha tolto 210 milioni di euro.
Dove in realtà sono stati i cittadini italiani che con le loro tasse hanno finanziato le opere delle imprese italiane in Congo, senza che la popolazione ne abbia tratto benefici.
Ma oggi è arrivato un nuovo concorrente al grande banchetto africano: la Cina, che oltre a mettere l mani sul legname e sul petrolio, ha messo le mani sull'uranio estratto dalle miniere del Katanga.

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