17 febbraio 2018

Lavoratori alla spina – Presa diretta e il mondo del lavoro

Il reportage di Lisa Iotti per Presa diretta ha attraversato il mondo del lavoro, dalla commessa all'insegnante universitario, ricostruendo la guerra che è oggi il mondo del lavoro.
Mostrando il paradosso italiano: abbiamo recuperato 300 mila posti di lavoro ma meno ore di lavoro, è il lavoro precario, a giorni. Sono i lavoratori alla spina, pagati a ore.

Come Francesco Garofalo che prende 800 euro al mese e che per sopravvivere deve insegnare in tre università spostandosi in treno.
Elisabetta Barona magistrato onorario, pagata 98 euro ad udienza: senza malattia né previdenza.
C'è l'avvocato sfruttato in uno studio, senza essere pagata, solo provvigioni e rimborsi.
La commessa part time, Vanessa, trasferita a 150km di distanza per aver chiesto una domenica libera al mese.
Il rider che deve farsi intervistare senza mostrare il volto, per non essere licenziato: viene pagato a ore e la sua vita è gestita da un algoritmo.

È la nuova frontiera del lavoro? È questo il futuro? A me sembra tanto un passato di sfruttamento, dove le persone devono andare avanti di settimana in settimana.
Tutto questo farà bene alle persone? E all'economia?

C'è un giudice a Londra.
Un giudice a Londra ha stabilito che le persone non devono essere pagate a cottimo: Uber sfruttava i suoi dipendenti come nell'epoca vittoriana, ci stanno prendendo in giro – racconta l'avvocato che ha portato avanti la causa contro Uber.
Questa è una decisione importante anche per l'Italia: le aziende della gig economy possono essere sfidate e si può vincere, per avere più diritti.
Gli autisti non sono liberi professionisti, ma dipendenti che hanno diritto a pause, tutele e tutto il resto.
Non siamo schiavi di Uber – parla un autista che lavora con Uber Pop.

In 6 anni Uber è passata a 70mld di capitalizzazione, un boom che si basa su un algoritmo e sullo sfruttamento dei guidatori: Uber non ha mezzi, non spende nulla per la loro manutenzione. Tutto è a carico dei guidatori, costretti a lavorare a cottimo per guadagnare a sufficienza per sopravvive a Londra.
Anche al rating per le votazioni delle persone che portano in giro per la città: più si abbassa il rating, più alto è il rischio di perdere il lavoro.

Gig economy = lavoro a singhiozzo.
Con la Gig economy lavora 1 ml di persone in Inghilterra: sullo smartphone puoi trovare tutto, gente che ti lava la macchina per Go wash my car.
La parola Gig è nuova, significa che tu metti la manodopera, metti i mezzi, la manutenzione e qualcun altro che fa da intermediario per i clienti, si prende la commissione.
Senza fare altro.
C'è una app per trovare la manodopera per i lavoretti in casa, come Taskrabbit.
C'è una applicazione di bellezza, che ti manda una persona per farti le unghie, ad esempio.
C'è il fattorino che ti fa la commissione, il massaggiatore a casa, i designer a tua disposizione..

Gente che lavora come fosse un libero professionista, senza orari: sono più di 1 ml, ma il loro numero cresce di giorno in giorno, perché le piattaforme stanno crescendo.
È il sogno dei capitalisti dell'800: niente fabbrica, niente dipendenti. Tutti liberi professionisti, con la spada di Damocle del rating. Niente obblighi per i lavoratori, niente paghe, niente pensioni, niente contributi.
Tu, cliente, scegli il prezzo, che però a furia di concorrenza, sono paghe più basse.

L'ultima frontiera della ristorazione sono le dark kitchen: strutture chiuse con dentro i cuochi che cucinano per te, qualcuno porterà il cibo cucinato a casa.

In Italia sono arrivate Deliveroo, Foodora, Just eat, Sgnam: un rider viene pagato 3,6 euro fino a 5 euro a consegna. Più consegni, più prendi: sempre con l'algoritmo che decide cosa, quando e dove.
È il nuovo capo del personale.
Come Frank, l'algoritmo di Deliveroo: ogni rider è geolocalizzato e sa a chi affidare la consegna in un dato posto.
Lavoratori prenotati tutto il giorno ma che possono fare consegne solo in pochi slot, nel giorno.
Niente ferie, tanta disponibilità, nessun contratto: i lavoratori di Foodora lavorano perfino a cottimo, come nell'antico 800.

Il salario è stato il superamento del cottimo – spiega un professore della Ca Foscari: è un modello che destabilizza il modello sociale perché toglie la possibilità di pianificare un futuro.

Il manager di Deliveroo, Matteo Sarzana
Il loro è un lavoro, dice il manager, però non può assumerli perché non esiste contratto per il tipo di lavoro: ma tutta la flessibilità rivendicata, nella realtà mostrata dal servizio non esiste.
E poi c'è il ranking, c'è l'algoritmo che misura l'efficienza il che può voler dire dover correre sulle due ruote.
Non il massimo per la sicurezza: esiste una polizza, è vero, ma i massimali sono stati cancellati, prima di darli alla giornalista.

Il kit consegnato ai dipendenti comprende anche il casco (comprato su Amazon): nel contratto del 2018 è prevista tutta l'attrezzatura standard, per lavorare in sicurezza.
Non tutti i rider intervistati lo indossavano.

Il casco di Deliveroo però, non ha la conformità per la normativa UE, le prove fatte dalla giornalista hanno poi avuto esito negativo: non sono caschi che passerebbero le normative UE.

Il processo di Torino.
A Torino sei rider hanno fatto causa a Foodora per essere assunti (e non essere considerati liberi professionisti): sono difesi dall'avvocato Sergio Bonetto, esperto in diritto sul lavoro.
La nostra normativa ha un buco: che differenza c'è tra i rider e i postini che consegnano le lettere via bici?

Deliveroo Italia ha però scritto a Presa diretta dicendo che ha cambiato modello di casco, che verrà messo nel nuovo kit.

L'incontro col giornalista Staglianò: la gig economy vale miliardi di dollari, nel mondo – spiega il giornalista.
Un modello di lavoro che cresce ad un ritmo elevato e che coinvolge milioni di persone: queste piattaforme funzionano per tutti i tipi di lavoro, introduce una concorrenza spietata, porta la concorrenza e il dumping sotto casa. Il programmatore italiano deve confrontarsi col programmatore indiano, che prende molti meno soldi.

Ma non è colpa dell'evoluzione tecnologica.

Ci sono aziende che usano queste tecnologie ma che non sfruttano i propri dipendenti: come Laudrapp, che assume i propri lavoratori, anche i fattorini.
E con un salario dignitoso, con ferie e malattie.
Se si tagliano troppo i costi, si taglia la vita: il CEO dell'azienda ha deciso di assumere i lavoratori e ora la sua azienda si sta espandendo nel mondo, anche in Italia sta arrivando.
Quando vi dicono che non si può fare altrimenti, che è il progresso, vi stanno mentendo: esiste un modo onesto di fare le cose. La tecnologia è neutra, tutto dipende dalla politica, dalla coscienza delle persone.

La crescita di queste imprese si è sviluppata dopo la crisi in America: tante persone hanno perso il lavoro, creando un bacino di persone disposte a tutto.

L'intervista a Marta Fana.
Dal pacchetto Treu al Jobs Act: tutta una serie di riforme sulla stessa linea, stravolgono il sistema delle relazioni nel lavoro.
È il frutto di una scelta politica ben precisa: abbiamo recuperato 1 ml di lavoratori, ma con molte meno ore, significa che lavoriamo meno, con meno stipendi.
Sono aumentati i lavoretti: il 65% dei nuovi occupati sono a termine con un contratto che dura meno di 1 mese.
I salari sono diminuiti: è il grande ricatto della flessibilità, se non ti sta bene questo lavoro ci sono altre persone dietro che prenderanno il tuo posto.
Il risultato? Nuovi poveri, anche tra chi lavora.
Stiamo tornando indietro, anche nella concezione del lavoro: ti pago solo nel minuto in cui sei produttivo, nei tempi morti non ti pago.

Nella Gig economy rischiano di finirci tutti.

Tribunale di Salerno: i processi li fanno anche magistrati onorari, come Elisabetta Barone.
Fa tutto il lavoro di un magistrato, ma non è un magistrato ordinario, perché per la legge italiana il suo non è nemmeno un lavoro. È un lavoro temporaneo, un lavoretto, un'esperienza che dura da 20 anni.
Anche per reati non minori come un omicidio colposo: senza i magistrati onorari la giustizia ordinaria non andrebbe avanti.
Sono oltre la metà dei magistrati in servizio: pm e giudici pagati a gettone, 98 euro a giornata, indipendentemente da quanti processi hai fatto.
Niente malattia, previdenza. Niente.
Non sono pagati per studiare a casa, per fare formazione.

Nemmeno Giusi è pagata il giusto, nello studio di avvocato dove lavora: corre nelle aule dove ha udienza, finché non crolli. Ma non te lo puoi permettere: perché nello studio dove torna, deve scrivere gli appelli, studiare le carte.
Pagata poco:550 euro al mese. Niente contratto, niente di stabilito. Nemmeno quante ore lavorare in un giorno.
E cosa dice l'ordine degli avvocati?

Quante storie ha raccolto Lisa Iotti, da avvocati in tutta Italia.
Gente mortificata dallo sfruttamento, dalla fatica, dall'impossibilità di vedere un futuro diverso.
La legge del libero mercato anche qua: non esistono tariffe minime dal 2006, dalla riforma Bersani.

I tirocinanti: i tirocinanti devono lavorare gratis, perché inesperti, per i magistrati.
Lavorano e non sono pagati.
E' nato nel 2013, col decreto Del Fare, di Letta: serviva a velocizzare le pratiche e serviva ai tirocinanti per avere formazione.
Ma è diventato un lavoro non retribuito: non prendono nemmeno i 400 euro, stabiliti per legge, perché i soldi del Ministero non bastano.

Ogni giorno aumentano i tirocinanti nei Tribunali: anche questa è una nuova frontiera del lavoro. Persone che lavorano senza stipendio: non manca il lavoro in Italia, manca la voglia di pagarlo il lavoro.

Docenti o pendolari?
Domenico Garofalo è un professore a contratto: deve lavorare in tre università, per poter guadagnare abbastanza per vivere.
Pordenone, Bolzano e Milano: avanti e indietro per il nord del paese, 1281 km alla settimana, per arrivare a guadagnare 13mila euro in un anno.
Domenico fa questa vita da 15 anni: viene pagato ad ore, come le colf. Non viene pagato per le tesi di laurea, per gli esami da seguire. Solo per le lezioni.
Nonostante abbia alle spalle pubblicazioni anche in riviste internazionali. Che non ha copiato come alcuni ministri.

“Arrivi alla sera con una disperazione addosso, perché sai che domani sarà uguale”: sono 25mila i professori a contratto, inventati dalla riforma Gelmini, servivano solo per tappare i buchi, come i tirocinanti e i magistrati ordinari.
E invece ….

Maria Grazia Turri è un'altra docente a contratto: dallo Stato prende 3000 euro circa l'anno, sono 3 euro abbondanti all'anno.
Una vergogna.
Stanno distruggendo la dignità del lavoro.

Mondo Convenienza ha battuto persino Ikea, nella vendita dei mobili: va bene grazie al lavoro degli addetti alle vendite, che hanno obiettivi giorno per giorno, sulla merce da vendere.
Ogni addetto è dentro una classifica, con tanto di commenti, sia per chi sta in cima che per chi sta in fondo alle classifiche.
Nelle sale relax, i dipendenti a termine devono vedere questa classifica: nemmeno in pausa pranzo possono sottrarsi dallo stress.
Se sei in basso nelle vendite sei a rischio licenziamento: se sei produttivo, bene. Altrimenti il contratto non è rinnovato.

E non si può dire di no nemmeno nel giorno di pausa.
C'è un gioco, il Master Seller: è una scalata in cima ad una montagna, calcolata in base alla produttività dei venditori, con premi in denaro o in tempo libero.
Perché queste persone, tutte, lavorano anche il sabato.
Sempre: il sabato libero è un premio.

A Prato due anni fa una venditrice di Mondo Convenienza ha chiesto alla Inail di vedersi riconosciuta la malattia, per lo stress accumulato dentro l'azienda.
Per la competizione, per il forte oppressione da parte della dirigenza.

Il direttore delle risorse umane parla di gamification, che chi sta in fondo alle classifiche non è licenziato, che hanno dei valori come lealtà e spirito d'iniziativa.
E che non è colpa loro se il business si fa nel fine settimana.

Nell'outlet fuori Roma: nel negozio di Kalvin Klein si trovano solo part time, che lavorano sei giorni su sette, per 24 ore.
Qui lavorava Valeria Ferrara: è stata allontanata dall'azienda (un punto vendita lontano di 50 km) perché ha chiesto una domenica libera al mese. Per stare a fianco al bimbo, che ha meno di tre anni, come spetterebbe per legge.
Per aver rivendicato un diritto, sente di essere stata punita, Valeria: oggi si viene puniti per aver chiesto una domenica al mese.
Un lavoro senza diritti.

L'udienza per la causa è fissata per marzo 2019.

Tutto è nato con le liberalizzazione di Monti: le aziende possono tenere aperti tutti i giorni, anche nei festivi.
Una volta c'erano le domeniche di dicembre, che erano pagate lautamente: oggi le domeniche sono giorni come gli altri.
Contratti part time, con ore sparse nella giornata, con orari stabiliti all'ultimo minuto, rendendo difficile alle persone organizzarsi su più lavori.
“Siamo tornati dietro di un secolo” racconta un sindacalista della USB “sono condizioni simili alla schiavitù”: come al Carrefour, di notte, dove lavorano gli scaffalisti delle cooperative.
Qui trovi lavoratori sotto tutela e lavoratori stranieri in fondo alla catena.
Carrefour paga una miseria per queste persone che, lavorando di notte, dovrebbero prendere una maggiorazione notturna.

Perché Carrefour è aperta anche di notte: il fatturato è aumentato del 10-15%.
Ma paga gli scaffalisti 4-5 euro l'ora, tutta la notte, alle cooperative.

Ti dicono che se non lavori è colpa tua.
Che se non accetti un lavoro per pochi euro l'ora, non ha veramente bisogno di lavoro.
Mi fa paura questa crudeltà..

Sono le parole di una ragazza, di 30 anni, ancora in cerca di un lavoro.

I posti di lavoro si pesano, dice Staglianò: i lavoratori a termine guadagnano di meno, hanno meno tutele, non possiamo considerare il lavoro solo un numero.
Come fanno i signori del jobs act: ha creato occupazione solo per i sussidi, finiti i quali sono cresciuti solo i contratti a termine.

Ma tutto questo non vale per i difensori della flessibilità, come Sacconi.
Sono i tempi, serve la flessibilità, finché c'è insicurezza nel futuro, finché l'economia non tira ..
Per finire con una frase incredibile: meglio seicento euro che niente.

Sbaglia Sacconi e sbagliano i talebani della flessibilità: impoverendo il lavoro si impoverisce la società, la classe media in particolare.
Si inceppa l'economia, perché la gente non può spendere.

L'economia robotizzata di Amazon.
Lisa Iotti ha intervistato Roy Perticucci, vice presidente di Amazon.
In Amazon ci sono i robot per fare i magazzinieri, nei magazzini: il braccialetto brevettato dall'azienda servirebbe a minimizzare le inefficienze, i secondi persi per completare gli ordini.
Ogni secondo deve essere profittevole.
Ma Amazon crea posti di lavoro, dicono.
Ma quanti posti di lavoro si sono persi?
E quante tasse non pagate, per gli accordi particolari stipulati con paesi come il Lussemburgo?
AirBNB paga 83mila euro di tasse in Francia.
Apple in Irlanda paga tasse in termini di decimali.

C'è ancora, nelle idee di Amazon, spazio per gli umani (intendo, non consumatori)?
Cosa condividono Uber, Amazon, Airbnb col resto del mondo? – Staglianò a Iacona.
Un mondo di salari bassi, che durerà per quanti anni ancora?

Nessun commento: