Sto leggendo il libro di Andrea Casalegno "L'attentato".
Un racconto sul filo dei ricordi, sulla sua famiglia, una bella famiglia di giornalisti, intellettuali, storici, ex partigiani.
Dagli studi adolescenziali, le vacanze con i cugini, la conoscenza di Betta, la sua futura moglie, fino all'anno della contestazione del 68, la militanza nei movimenti extraparlamentari .. fino alla morte del padre, vicedirettore della stampa.
Carlo Casalegno fu ucciso da Prima Linea, il 16 novembre del 1977.
Andrea, oggi redattore della casa editrice Einaudi, è stato negli anni 70 militante di Lotta Continua.
L'ultimo articolo, scritto prima di essere ucciso, racconta della statura morale, del valore etico, del giornalista.
Potrebbe essere scritto oggi, sintomo del fatto che un buon giornalismo, non ha età.
Il 16 novembre 1977 nell’articolo della rubrica “Il nostro Stato” intitolato «Scandali morali e bombe», rivolto a Guglielmo Zucconi, direttore di «La discussione», il settimanale della Democrazia Cristiana, le ultime parole pubblicate da Carlo Casalegno sul suo giornale sono state:
“De Gasperi insegnava (e Zucconi lo ricorda) che l’onore di un uomo non é un affare privato. Appunto per questo motivo, la Dc avrebbe dimostrato saggezza allontanando da posizioni di potere tanti uomini il cui onore era leso da colpe accertate, o da sospetti non infondati, o da manifesta inettitudine. In un Paese che non riesce a processare gli attentatori di piazza Fontana, e dove l’Inquirente dispensa immunità, non si può aspettare la sentenza definitiva della magistratura per togliere dal governo, ad esempio, un boss indiziato di complicità con la mafia.”
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Technorati: Andrea Casalegno, Carlo Casalegno
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