14 ottobre 2013

Fact checking (sui numeri della crisi e dell'economia)

Stasera Report farà per noi un lavoro di fact checking su tutte le affermazioni "sparate" su crisi ed economia.
Controllare cioè se tutto ciò che ci stanno raccontando a reti unificate politici e presunti esperti sia corrispondente al vero.
L'IMU ha veramente fatto crollare il prezzo delle case?
Cosa succede se dovessimo uscire dall'euro? Riusciremmo a fare leva sulla svalutazione della lira per uscire dalla crisi?

Il piano lavoro di Giovannini (il ministro tecnico del lavoro scelto da Napolitano) riuscirà veramente a creare 200000 posti di lavoro tra i giovani (Tito Boeri ha fatto due conti e si arriva al massimo a 28000 posti)?
E per tutti gli altri disoccupati, ex occupati, esodati, cosa facciamo? E per quelli in cassa integrazione?

Le aziende scappano dall'Italia per la troppa burocrazia: come sta andando la digitalizzazione dentro la ppaa (per esempio, a che punto è la carta d'identità digitale)?

Ci hanno detto che siamo un paese con un alto indebitamento pubblico e una grande ricchezza privata. Vero: ma la ricchezza privata è concentrata in poche mani.
Una patrimoniale risolverebbe i nostri problemi?

Quali sono i veri obblighi che comporta per le nostre finanze il fiscal compact?
45 miliardi l'anno per 20 anni? E' veramente così?

Dalle mie parti si dice che al mercato, a chi vusa pusè, la vaca l'è sua.
Basta alzare la voce, spararla grossa.

La scheda dell'inchiesta di Stefania Rimini: Sparala grossa

Siamo bombardati di luoghi comuni, propaganda e favole che una classe politica incapace di portarci fuori dalla crisi ci somministra per tenere a bada la nostra ansia. Sarà vero che l’Imu ha fatto crollare i prezzi delle case? Allora come mai continuano a costare così tanto? E i nuovi posti di lavoro attivabili con il piano lanciato a giugno dal Governo, sono davvero 100 o 200mila, come dichiarano? C’è chi dice anche che il fiscal compact ci obbligherà dal 2015 per 20 anni a fare delle manovre da 45 miliardi all’anno: è una sparata?

E poi il debito: siamo riusciti finora a spingere più in là il dissesto ma lo stock di debito pubblico e privato ci sta affondando. La soluzione dei nostri guai è come sostengono alcuni quella di fare una patrimoniale? O magari possiamo uscirne in maniera indolore chiamando la BCE, perché stampi euro e ci compri i titoli? E l’alternativa qual è, entrare in un programma di assistenza europeo o uscire dall’euro?

Intanto ora dovrebbe arrivare l’ennesimo piano per attrarre investimenti dall’estero, come mai quindi le imprese italiane stanno scappando? Ce ne raccontano tante, ma siccome arriva il momento in cui la realtà prende il sopravvento, è meglio avere gli strumenti per capire che cosa implicano certe dichiarazioni e che tipo di scenario abbiamo davanti nei prossimi mesi.
L'anticipazione della puntata su Reportime:


Come siamo messi? A guardare l’indice della fiducia dei consumatori sembra che a giugno abbiamo fatto un salto micidiale e che l’Italia è il miglior paese di tutti. Allora come mai i consumi vanno così male? E cosa vuol dire, che non rischiamo più di fallire? I nostri risparmi sono investiti all’85% in case e il valore degli immobili è crollato del 16%, con punte di - 30: sarà vero che è tutta colpa dell’Imu e che togliendo l’Imu l’economia riparte?

In Italia molto spesso non si va a controllare i numeri e quindi i politici possono dichiarare quello che vogliono e somministrarci favole per tenere a bada la nostra ansia. Intanto, le imprese diventano gusci vuoti e assumono all’estero oppure vengono fatte scappare dopo decenni di politiche inconcludenti su una tassazione più equa, un sistema giuridico che funzioni, una pubblica amministrazione che adoperi almeno la mail e non solo le raccomandate A/R in duplice copia.

Ma i politici dichiarano che la colpa dei nostri guai è dei Tedeschi, dell’Euro, della Bce che non ci compra i titoli, delle banche cattive che non prestano… I cittadini ci credono perché sono occupati a sbarcare il lunario e non hanno tempo né voglia di verificare, allora facciamo noi un po’ di «fact checking», per tentare di capire davvero lo scenario che ci si para davanti nei prossimi mesi.

La seconda inchiesta della puntata riguarderà un'aspetto poco noto della carriera del professor Zichichi, per un progetto sui paesi in via di sviluppo:
Antonino Zichichi è un noto fisico e divulgatore scientifico, è però meno noto che fosse presidente di una organizzazione scientifica con sede in Svizzera e che, dal 1986 al 1994, ha beneficiato di un notevole contributo per progetti nei paesi in via di sviluppo. Un cold case che ha svelato uno spreco e un'alleanza tra Zichichi, il suo sponsor politico Andreotti e i funzionari del ministero.

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