Mettete le lancette dei vostri orologi indietro di 30 giorni. Non
è un refuso del passaggio all'ora solare.
È la politica italiana che è tornata indietro fino ai primi
giorni di ottobre.
Quando si discuteva della decadenza di B.: in
quei giorni i diversamente berlusconiani riuscirono ad avere la
meglio sul loro caro leader.
Ma l'illusione di un cambiamento
politico nel centrodestra è durata giusto il tempo di un quid. Come
il quid di Alfano.
Il ventennio non è stato affatto chiuso e oggi, nonostante
colombe e responsabili, il governo Letta è ancora lì fermo,
bloccato attorno alle decisioni di B.
A far cambiare idea ad Alfano sarà sufficiente l'accenno di
metodo Boffo sui giornali di centrodestra, sulla moglie e le mediazioni civili, il suo appartamento a Roma, in affitto da Ligresti, ma c'è spazio anche per Lupi e la lobby di CL.
Il rinvio della decisione da parte della giunta del Senato non è giustificabile: non c'è nessuna macchia per la democrazia se
un condannato per frode fiscale è cacciato dal Senato. Il fatto che
B. sia un politico, votato da milioni di persone, è una aggravante
non un punto a favore (come ha anche fatto notare la sentenza di
appello).
Poi possiamo anche lanciare, dall'altro versante politico, i
moniti contro l'instabilità, che causerebbe danni al paese. Ma la
realtà è che questa stabilità, per cui tutto cambia per non
cambiare nulla, mi sembra più uno stagno di acqua melmosa.
In quest'acqua, è sempre poco trasparente il fondo: il fondo
della legge di stabilità, ad esempio. Sono 14 euro o forse anche
meno, i soldi dal cuneo fiscale?
Le privatizzazioni serviranno a far diminuire il debito, oppure
solo per coprire la spesa corrente o compensare le coperture
ballerine della legge di stabilità stessa?
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