Dovevo scegliere una foto di Camilleri .. ne ho scelto una con l'immancabile sigaretta |
Andrea
Camilleri scrisse una volta che senza la Sicilia e il sud,
l'Italia scivolerebbe via, sciddrica, in dialetto.
Perderebbe la sua identità, parte
della sua cultura: non solo per le tradizioni, le bellezze, i luoghi
d'arte del sud. Non solo per il contributo che il sud ha dato al
paese: nella guerra di liberazione prima, negli anni dell'emigrazione
poi. Quando i terroni del sud fecero la fortuna degli industriali al
nord. Ma per un discorso di identità nazionale. Se il sud del paese
è considerato la zavorra del paese è anche perché il resto
dell'Italia l'ha sempre relegato come zavorra: un serbatoio di voti,
regioni da affamare e dove delegare la gestione del potere a
clientele e baronie.
Anche di questo non dobbiamo mai
stancarci di dire grazie al maestro (anche se lui non vuole essere
chiamato così …): per averci ricordato l'importanza del sud.
Della punta dello stivale.
Camilleri lo ha fatto raccontando della
Sicilia dei primi anni dell'unità d'Italia, della soffocante
burocrazia piemontese, con quei funzionari con un po' di puzza sotto
il naso, della depredazione delle poche imprese, di governi che
fallirono nell'obiettivo di far progredire quella parte del regno.
Considerata ancora terra di conquista.
Basta leggersi Un
filo di fumo:
....Quando Garibaldi sbarcò a Marsala lo sa quanti telai avevamo in funzione qui in Sicilia?NoGlielo dico io: circa tremila. E lo sa quanti ne restarono in funzione dopo l'unità?NoMeno dui duecento, egregio amico.Rubattino, Rubattino - canticchiò padre Imbornato.E la stoffa che è incominciata ad arrivare da Biella l'abbiamo dovuta pagare aprezzo doppio. E la gente che si guadagnava il pane con i telai è andata, con rispetto parlando, a minarsela.E ancora, La concessione del telefono, Il birraio di Preston (coi suoi capitoli non in ordine), La mossa del cavallo (coi suoi inserti in dialetto genovese).
"E qual rovinio era sopravvenuto in Sicilia di tutte le illusioni, di tutta la fervida fede, con cui s'era accesa la rivolta! Povera isola, trattata come terra di conquista! Poveri isolani, trattati come barbari che bisognava incivilire! ..."Luigi Pirandello I vecchi e i giovani
Camilleri ha raccontato anche il mondo
grottesco del fascismo, al sud come al nord. Grottesco per l'ossequio
zelante verso il potente di turno, che fosse il gerarca, il federale
o il podestà.
Grottesco ma allo stesso tempo
violento, ingiusto, basata sul sopruso dei forti a discapito dei
deboli.
Leggendo “Il
nipote del negus” , “Privo
di titolo” e il recente “La
targa” si ride per la pungente ironia con cui Camilleri
ritrae questa macchietta di regime, mettendo in ridicolo tutti i suoi
aspetti coreografici e pomposi che lo caratterizzano. Il culto dei
"martiri", le cerimonie con i labari, camicie nere e
bandiere, i discorsi roboanti dove si tira in ballo la patria,
l'onore, l'antibolscevismo ..
L'invezione di uno dei più grandi
investigatori letterari, il commissario Montalbano.
Come Sciascia, anche Camilleri è stato
capace di narrare e raccontare l'essenza della criminalità nel sud:
non solo quella dei boss (i Sinagra e i Cuffaro, le due
famiglie in guerra). Nel paese immaginario di Vigata, la mafia
esiste e non è quella della lupara e delle coppole storte.
È la mafia del pizzo chiesto ai
negozianti. La mafia che traffica in droga usando piccole imprese
come paravento. È la mafia che non si fa scrupoli nel trafficare in
esseri umani o in organi. Quei robot “nicareddri” di cui si parla
ne “La
gita a Tindari”.
"Autocontrollo? Mancanza di sensibilità. No, certamente la ragione era più semplice: la differenza d'età. Lui era un cinquantino e Mimì un trentino. Augello era già pronto per il 2000 mentre lui non lo sarebbe mai stato. Tutto qua.La mafia che sa usare internet mentre nei commissariati ancora l'informatica non è arrivata.
Augello sapeva che stava naturalmente trasendo in un'epoca di delitti spietati, fatti da anonimi, che avevano un sito, un indirizzo su Internet o quello che sarebbe stato, e mai una faccia, un paro d'occhi, un'espressione. No, troppo vecchio oramà".
È la mafia per cui
certe indagini, se lambiscono la politica (quel consigliere
regionale, quel banchiere vicino al senatore..) è meglio tenerle nel
cassetto, procedere con prudenza.
Ma quanto è vicina
alla realtà questo paese inventato ma così vero.
E ogni volta, per
il nostro Montalbano, la fatica nel dover portare avanti le inchieste
a modo suo, senza far troppo scarmazzo, alternando battute da
cacciatore solitario al gioco di squadra.
Coi suoi uomini: il
vice Augello, fimminaro ma onesto, quel galantuomo di Fazio.
L'ingenuo Catarella e poi Gallo e Galluzzo.
L'irascibile dottor
Pasquano e la sua passione per il gioco e i cannoli.
Tutti casi dove
Montalbano ha cercato di applicare la sua giustizia, come un Dio,
magari di quart'ordine. Ma dove non si è mai nascosto, non ha mai
abiurato le sue idee per compiacere un potente.
Camilleri, per tramite del suo personaggio Montalbano, è uno scrittore che vive nei suoi tempi, che non è sottratto ad un giudizio critico nei confronti della realtà che lo circondava.
Camilleri, per tramite del suo personaggio Montalbano, è uno scrittore che vive nei suoi tempi, che non è sottratto ad un giudizio critico nei confronti della realtà che lo circondava.
Come presunta
emergenza
profughi risolta con l'insulsa legge Bossi Fini: l'incipit de
“Il
giro di Boa”
“Nottata fitusa, 'nfami, tutta un arramazzarsi, un votati e rivotati, un addrumisciti e un arrisbigliati, un susiti e un curcati. E non per colpa di una mangiatina eccessiva di purpi a strascinasali o di sarde a beccafico fatta la sira avanti, perchè almeno una scascione di quell'affannata insonnia ci sarebbe stata, invece, nossignore, manco questa soddisfazione poteva pigliarsi, la sira avanti aviva avuto lo stomaco accussì stritto che non ci sarebbe passato manco un filo d'erba. Si era trattato di pinseri nivuri che l'avevano assugliato doppo avere sentito una notizia del telegiornale nazionale.”
Camilleri, per
tramite di Montalbano, si a dare del comunista perché sta dalla
parte degli operai che protestano, La
voce del violino:
“Niente sapi? Aieri a trentacinque operai del cementificio ci arrivò la carta della cassa integrazione. Stamattina hanno principiato a fare catunio, voci, pietre, cose così. Il direttore s'è appagnato e ha chiamato qua”.
“E perché Mimì Augello c'è andato?”
“Ma se il dottore l'ha chiamato d'aiuto!”
“Cristo! L'ho detto e l'ho ripetuto cento volte. Non voglio che nessuno del commissariato s'immischi in queste cose!”
“Ma che doveva fare il poviro dottore Augello?”
“Smistava la telefonata all'arma, che quelli in queste cose ci bagnano il pane! Tanto, al signor direttore un altro posto glielo trovano. Quelli che restano al col culo a terra sono gli operai. E noi li pigliamo a manganellate?”.
“Dottore, mi perdoni ancora, ma lei proprio comunista comunista è. Comunista arraggiato è”.
Perché Montalbano è uno che non si ferma alla
forma dell'acqua, ovvero la soluzione più comoda per le
indagini:
"Che fai?" gli domandai.
E lui, a sua volta, mi fece una domanda. Qual'e' la forma dell'acqua?".
"Ma l'acqua non ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene data".
Prende la forma del recipiente che lo contiene.
Di fronte al piccolo Francois (“Il
ladro di merendine”), che
sta scappando per ritrovare la madre, lo abbraccia e gli racconta
della madre (di cui ci ha sempre raccontato poco, se on che fosse
bionda “granu sutta u suli”):
Il picciliddro non piangeva, gli occhi erano fermi, taliavano al di là da Montalbano.“Je veux maman” disse.Vide arrivare Livia di corsa, si era infilata una sua camicia, la fermò con un gesto, le fece capire di tornare a casa. Livia obbedì. Il commissario pigliò il picciliddro per mano e principiarono a caminare a lento a lento. Per un quanto d'ora non si dissero una parola. Arrivati a una barca tirata a sicco, Montalbano s'assitò sulla rena, Francois gli si mise allato e il commissario gli passò un braccio attorno alle spalle.“Iu persi a me matri ch'era macari cchiù nicu di tia” esordì.
Ma non
c'è solo Montalbano nei libri di Camilleri, ci sono anche le storie dove il
maestro è andato a pescare nel nostro passato:
“Inseguendo
un'ombra”, “La
rivoluzione della luna” …
I
libri dove riprende il mito, il racconto, i cunti della tradizione
siciliana “Maruzza
Musumeci”, “Il
casellante”, “Il sonaglio”.
Camilleri compie oggi 90 anni e sono
curioso di leggere le tante cose che ci racconterà ancora nei suoi
libri. Illuminandoci il presente (e anche il passato).
Sempre lucido, sempre critico, sempre sferzante, sempre originale.
Sempre lucido, sempre critico, sempre sferzante, sempre originale.
Grazie maestro.
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