Tante inchieste giudiziarie di questi
ultimi anni hanno coinvolto cooperative: nel Mose la Coveco, la
Manutencoop indagata a Milano per la città della salute a Sesto.
A Roma mafia capitale ha coinvolto la
29 giugno di Buzzi e la coop bianca La Cascina. È il business dei
rifugiati di cui ha parlato Presa diretta l'anno scorso: Buzzi è
imputato anche per l'aggravante di reato di stampo mafioso.
La cmc di Ravenna è coinvolta
nell'inchiesta del porto di Molfetta e Ravenna, per i reati di
associazione a delinquere e attentato alla sicurezza dei trasporti.
Altro colosso coinvolto è la Cpl
concordia: commesse in tutto il mondo nel mondo del gas. Il
presidente Casari è finoto in due inchieste, a Ischia anche per
associazione mafiosa.
Ma il primo pensiero di Iacona in
studio è stato però per Ingrao: il comunista che voleva la
luna.
"Stasera
si racconteranno delle frontiere della corruzione, dove
nelle carte si trovano sempre meno soldi”: oltre ai servizi
sulle inchieste, Iacona ha intervistato il presidente Lusetti, che si
trova a capo di una vera e propria multinazionale come sono oggi le
cooperative.
La storia della Cpl Concordia.
Una storia lunga 110 anni … diceva
così Casari nel suo spot: era considerato il re delle coop
rosse, presidente da 43 anni. Poi è arrivato l'arresto: si occupava
di energia e gas la Cpl, ora il nuovo gruppo dirigente ha nominato un
altro presidente, ma nessuno vuole parlare.
“Il sistema è questo, la politica
è questa”, dice uno dei soci.
Secondo i magistrati c'era un sistema
di corruzione che governava l'assegnazione degli appalti da parte dei
politici.
Giulia Bosetti ha
intervista Francesco Simone: socialista, amico di Craxi, ha
raccontato come per creare fondi neri l'azienda faceva false
consulenze alle società tunisine di Simone.
Soldi finiti a Casari e al direttore
commerciale della Cpl: soldi per pagare tangenti, per allentare le
pastoie della burocrazia.
“Mi sembrava normale, mi sembra
acquisito che ogni azienda abbia una provvista per dare una mancia …
devi accettare i compromessi per stare nel mercato”.
Il sistema delle nuove tangenti non
prevede più soldi nelle valigie: ci si deve soffermare sulle
consulenze, sui subappalti, spesso sollecitati da esponenti della
politica locale.
Contributi elettorali, per la mia
fondazione, assunzioni clientelari. Questo era il sistema., dice
Simone, adottato anche dalla Cpl a Ischia.
Il sindaco Ferrandino avrebbe avuto dei
vantaggi dalla Cpl concordia, dicono i magistrati di Napoli: la Cpl
avrebbe dato 400mila euro per ricambiare i favori.
Tutti i dirigenti del comune sono a
nomina diretta, come gli appalti, con la tecnica del frazionamento
dei lavori. Per non fare gare: anche il dirigente Arcamone aveva
chiesto delle assunzioni alla Cpl.
La Cpl avrebbe pagato la campagna
elettorale di altri sindaci, come quello di Forio, dice sempre
Simone.
Anche a Procida, la Cpl doveva lavorare
alla metanizzazione: qui si è creata una società di scopo ad hoc,
la Progas che dopo l'appalto ha avuto una plusvalenza, usata
forse per mascherare una tangente.
Nell'inchiesta è entrata anche la
Camorra: a Casapesenna è stato arrrestato a luglio l'imprenditore
Piccolo. In subappalto la sua azienda aveva fatto dei lavori per la
Cpl. Secondo il boss Iovine, era lui l'intermediario tra la
Cpl e la Camorra.
La Concordia poteva denunciarci, poteva
rinunciare all'appalto: invece si decise di fare un accordo
conveniente per tutti. Per tutte le aziende in mano alla Camorra che
si sarebbero presi i subappalti. Questo dice Iovine.
I lavori sono stati fatti anche
male: le condutture del gas sono state fatte a 15 cm e non a 30
cm.
La Cpl ha finanziato anche l'attività
di politici importanti: Merola a Bologna, Sposetti del PD e
Zingaretti. Giorgia Meloni e Paradia nel 2014 di Fdi.
La Kyenge nel 2013.
Poi ci sono i finanziamenti alle
fondazioni: la Icsa di Minniti, ItalianiEuropei di D'Alema (60mila
euro e anche il libro di D'Alema).
Tenere buoni rapporti con la politica
serviva alla CPL per lavorare: per il mancato appalto del S Orsola,
Casari si era lamentato contro la Manutencoop, con D'Alema.
Cosa c'entra D'Alema?
D'Alema e Ferrandino hanno declinato
l'inchiesta.
L'intervista a Lusetti, presidente
della Lega delle coop.
Questi i numeri della Lega delle
cooperative: 13mila coop, 83 ml di fatturato, la stragrande delle
cooperative non hanno avuto problemi con la giustizia.
Ma ci sono i casi raccontati prima: ha
sbagliato la Cpl, è sbagliato il sistema?
Lusetti ricorda che dietro quei numeri
ci sono le persone, che sono cresciute sul piano sociale e
professionale grazie alle cooperative.
Le persone di mafia capitale, della Cpl
hanno tradito questi valori: vogliamo cambiare le cose.
Noi abbiamo senso se stiamo nel mercato
se non ci adeguiamo alle regole (sbagliate): noi abbiamo il dovere
non di adeguarci, ma di combattere il sistema.
Noi [come Lega delle coop] sosteniamo
la riforma degli appalti pubblici, abbiamo dato vita ad una raccolta
di forme per una legge che chiede un cambiamento e un contrasto
contro le false cooperative.
E poi la lotta contro gli appalti al
ribasso.
I soldi ai politici?
“Abbiamo detto basta soldi ai
politici: è partita una moratoria, non perché è illegale, ma ci
sono questioni di opportunità”.
La corruzione in Italia: Ocse ci
dice che siamo in cima alle classifiche sulla corruzione percepita,
il cui ammontare è difficile da stimare.
Nel 2012 il pg della Corte dei Conti
stimava una lievitazione del costo delle opere pbl del 40%. Sono
miliardi di soldi nostri sprecati.
L'intervista a Raffaele Cantone.
Serve un sistema di controlli sulle
cooperative, serve cambiare le regole di assegnazioni degli appalti.
La corruzione sta andando in una logica
di strutture di potere. Le inchieste hanno raccontato di funzionari
dello Stato infedeli. Si deve rendere conveniente la legalità: e
come?
Il presidente dell'anac parla di rating
di legalità, per premiare le imprese sane. Come quelle che fanno i
controlli sulla carta e sui cantieri: va premiata per dare il buon
esempio.
La corruzione è un sistema di blocco
del sistema, blocca la concorrenza e la competizione. E dunque meno
qualità.
Ivan Cecconi: bisogna spezzare
la catena dei subappalti, dice l'esperto degli appalti intervistato
da Giulia Bosetti.
“Col sistema dei subappalti si
consente ad aziende grandi, che operano in zone mafiose, di dare
subappalti ad aziende mafiose senza avere problemi”.
Le tangenti scompaiono, ci sono altri
favori e convenienze al loro posto. È l'intero appalto che diventa
una maxi tangente, col risultato che poi i lavori costano di piiù.
Serve una cabina di controllo dello
stato di avanzamento lavori, negli appalti.
Il governo sta discutendo della nuova
riforma degli appalti, sta riducendo le stazioni appaltanti: qualcosa
si muove.
A Bologna il comune ha tolto il massimo
ribasso.
E a Prato l'Anac chiede un ragguaglio
al comune per 114 appalti dati alle cooperative.
Il crac di Coopcostruttori di
Argetta.
3000 soci sul lastrico: del crac se ne
è parlato poco. Qui a Ferrara sono fallite ben 5 coop, tra queste
anche la Coopcostruttori di Argenta, nata nel dopoguerra.
È il terzo crac dopo Cirio e Parmalat:
è stato il primo atto di tradimento dei principi di mutualità.
Nella coop, i soci avevano messo dentro
i risparmi, era considerata come una banca.
La coop è iniziata a fallire quando ha
iniziato a pensare come una impresa, quando ha seguito i politici. Il
dissesto della coop era noto dal 1998, ma i soci non erano tenuti al
corrente, anzi erano incentivati ad investire dentro i loro risparmi.
Prestito sociale, si chiama, per un ammontare di 80 ml di euro.
Lo scandalo non ha avuto eco: perché
c'era dietro il partito, racconta uno dei soci che ha perso 366mila
euro. Da questi politici ci si sente traditi, più dei soldi.
D'Alema alle persone disse: “non
vi preoccupate, voi avete degli amici a Roma”. Quali erano gli
amici a Roma?
Donegaglia, ex presidente della
Coopcostruttori, era finito in carcere a fianco di Greganti: lui in
carcere non aveva mai parlato. Ora è stato condannato per il crac.
Falsi bilanci, azioni spericolate. La
società aveva credito dalle banche, anche grazie alla benevolenza
degli istituti bancari. Anche per gli appoggi politici.
La Coopcostrutori ha comprato la Spal
perché il partito lo chiedeva: questa era una delle operazioni che
hanno fatto fallire la coop.
“Io la cooperativa la chiamava di
proprietà politica”, dice Donegaglia.
Intervista a Lusetti – seconda
parte.
Io non ho tessere, sono stato eletto
dai cooperatori, non sono passato dalle segreterie dei partiti, il
movimento cooperativo è cresciuto nella sua indipendenza.
L'aggettivo rosso non mi piace perché
non è vero: basta coi rossi e i bianchi, vorremo arrivare adun unico
meccanismo di rappresentanza delle cooperative.
I soci della Coopcostruttori hanno
avuto indietro la metà dei soldi, grazie alla solidarietà di altre
coop della Lega.
Il patrimonio della coop sarà
garanzia sui prestiti: sono due anni che stiamo lavorando su
questa questione.
Noi non abbiamo come scopo il lucro:
chi pensa così tradisce i principi.
Si è preso un bell'impegno il
presidente Lusetti, nei confronti dei telespettatori e nei confronti
dei soci delle cooperative oneste che fanno il loro lavoro.
C'è una cosa che non torna, ovvero
il meccanismo dei controlli: chi vigila sugli enti cooperativi?
Si dovrebbero monitorare la
contabilità, il rispetto delle norme di legge: a vigilare deve
essere il Ministero dello sviluppo e la Lega stessa. Ci dovrebbero
essere dei controlli e ispezioni straordinarie: questo si chiedeva
dopo lo scandalo di mafia capitale: prevenire anziché reprimere,
diceva il ministro Guidi in Parlamento.
Ma poi il ministero stesso riduceva a
zero i fondi per gli ispettori delle soc. cooperative: cosa
significa?
Su 60mila cooperative dovranno vigilare
con meno fondi, sufficienti solo a 50 ispezioni ordinarie; poi c'è
un problema di conflitto di interessi: a vigilare sulle cooperative
dovrebbe essere la Lega cioè l'associazione che fa per loro la
revisione dei conti, che di fatto dovrebbe controllare se stessa.
Nonostante le inchieste di questi mesi,
non possiamo stare tranquilli: ora sono stati stanziati altri 6ml di
euro per altri controlli.
Due bellissime storie di cooperative
che non hanno tradito i loro valori: la cantieri navali Megaride
a Napoli e la coop Terra
uomo e ambiente nella Garfagnana.
A Napoli, dopo l'ennesimo fallimento
dell'imprenditore, gli operai dopo l'occupazione dei cantieri hanno
deciso di mettere su una cooperativa.
Con 20 ml di lire hanno fondato la
cooperativa, tutta in mano agli operai: è stata dura ma sono
riusciti ad ingranare. Ora la classe operaia è diventata classe
dirigente, come nel vecchio sogno dei comunisti.
Sono i valori della socializzazione,
della collettività.
La Coop Terra uomo e ambiente, nella
Garfagnana, a Lucca: 250 soci che lavorano col pubblico nella
forestazione, nella cura del suolo, del verde pubblico.
Nel cantiere sono tutti soci, con lo
stesso capitale: si fanno scelte in comune, come quella di ridursi lo
stipendio per qualche mese, per dare respiro ai fornitori coi
pagamenti.
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