Sottotitolo dell'inchiesta di questa
sera è “Soldi, appalti e potere”.
Le coop italiane sono un arcipelago di
imprese che si occupano di svariati ambiti, dalle costruzioni ai
servizi. Dovrebbero avere natura mutualistica, e per questo ad esse è
garantita una fiscalità di favore (gli utili delle cooperative
devono essere re investiti): si sono trasformate in un blocco di
potere, legato ai grandi appalti pubblici (dal TAV all'AV
sull'Appennino, dalla raccolta rifiuti alla gestione degli
immigrati). Come qualunque azienda basata sul profitto.
Ma se si parla di “sistema coop” si
intende altro: è quello che raccontano le inchieste giudiziarie di
questi anni, sui vari scandali che hanno coinvolto diverse
cooperative. Storie dove emerge il rapporto tra soldi (pubblici),
appalti (che arrivano grazie a forti legami con la politica) e
potere.
Lo scandalo del Mose
e la Coveco che ha portato all'azzeramento dei vertici della
Coveco e della Mantovani. Le mazzette per gli appalti
di Expo, dove accanto ai manager della Manutencoop
come Levorato sono apparsi vecchi protagonisti della prima
repubblica come Greganti e Frigerio.
“E se Frigerio, alias il Professore, è il vecchio democristiano, il vecchio comunista è Claudio Levorato, 66 anni di Pianiga in provincia di Venezia, nonché presidente del consiglio di amministrazione di Manutencoop Facility Management, il colosso rosso leader nel settore della manutenzione e delle pulizie, quotato in Borsa con 18 mila dipendenti e un fatturato che supera il miliardo di euro. Al telefono Levorato non viene citato a caso. Frigerio vuole coinvolgerlo nell’affare da oltre 300 milioni di euro per la costruzione della Città della salute che, nei progetti, dovrà sorgere sui terreni dell’ex area Falck a Sesto San Giovanni. Spiega Frigerio a un dirigente di Manutencoop: “Dica a Levorato che ho cominciato a mettere il naso sulla Città della salute”. E ancora: “Io vedrò Levorato nei prossimi giorni (…) perché voglio concordare con lui i collegamenti che possono fare loro, di tipo politico”. L’affare finisce dritto dritto nelle carte dell’indagine assieme a Levorato e alla Manutencoop. Un inciampo grave che però deve ancora passare al vaglio dei giudici. Levorato, dunque, fino a prova contraria resta innocente come del resto si è dichiarato nei mesi successivi allo scandalo. Non certo l’unico”.
Dall'inchiesta sul passante dell'Alta
Velocità di Firenze e l'inchiesta su mafia capitale con la
coop di Buzzi e gli appalti presi a Roma sulla gestione dei
rifiuti e sull'accoglienza dei profughi.
Fino all'ultimo (solo cronologicamente)
scandalo della CPL Concordia, partito da Modena
e finito ad Ischia,
dove l'appalto
per la metanizzazione sarebbe stato vinto grazie a delle tangenti
a politici.
Riserve di fondi neri usate per pagare le tangenti ai politici, che chiudevano da una parte garantivano che la parte migliore degli appalti finisse a cooperative vicine “politicamente” e chiudevano un occhio anzi due sui costi gonfiati o sui lavori fatti non a norma.
La coop CPL Concordia: "è
molto radicata politicamente - ha raccontato ai pm Diego Solari,
responsabile commerciale della Concordia, al centro dell'inchiesta
della procura di Napoli - dialogavano con ministri, politici e
amministratori a tutti i livelli".
È proprio di questo che racconta
Francesco Simone nell'intervista con Giulia Bosetti ,
di cui La Stampa da un'anticipazione: “Cooperative,
politica e tangenti. Così funziona il sistema italiano”
I soldi in nero (i 38000
euro portati dalla Tunisia in Italia) servivano per “allentare le
pastoie della burocrazia”. A Simone quei soldi girati non gli
sembrassero qualcosa di sbagliato: gli sembrava normale che ogni
azienda avesse una sua riserva di fondi neri.
Le cooperative sono
diventate delle holding – spiega Simone - c'è un protocollo
classico, un sistema che ha spiegato ai pm: “ho detto che è il
caso di seguire le relazioni, le consulenze, i subappalti che spesso
sono sollecitati da esponenti della politica locale, che diventano un
contenitore della corruzione”.
La scheda
della puntata
A PRESADIRETTA un’inchiesta sulle grandi cooperative italiane: società storiche di costruzioni e servizi nate con fine mutualistico e solidale, ma che oggi sono finite sotto inchiesta per reati di associazione a delinquere, corruzione, infiltrazione mafiosa.La costante emorragia di denaro a causa della corruzione quanto concorre a rallentare la ripresa economica nel nostro paese? Ospite in studio di Riccardo Iacona il presidente di LegaCoop, Mauro Lusetti.PRESADIRETTA ha viaggiato dall'Emilia Romagna al sud Italia per mostrare come un pezzo della nostra classe dirigente ha gestito imprese con fatturati stringendo accordi con la criminalità organizzata, truccando appalti pubblici e persino dilapidando i risparmi di migliaia di soci che credevano nel modello cooperativo.PRESADIRETTA ha intervistato in esclusiva Francesco Simone, il responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo Cpl Concordia indagato nell'inchiesta che ha coinvolto la cooperativa. Il racconto di come il sistema delle tangenti in Italia non passa più solo attraverso le valigette piene di soldi - come ai tempi di Tangentopoli - ma si è trasformato in un raffinato sistema di subappalti, consulenze, assunzioni ed altre utilità che le imprese "pagano" per vincere gli appalti.Nell’inchiesta di PRESADIRETTA il tema della corruzione negli appalti pubblici con un’intervista al presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone.“SOLDI APPALTI POTERE” è un racconto di Riccardo Iacona con Giulia Bosetti e la collaborazione di Andrea Tornago e Antonella Bottini.
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