Nel saggio “I
segreti di Bologna”, l'ex giudice Rosario Priore e il
giornalista Valerio Cutonilli indicano una nuova pista sui
responsabili della bomba alla stazione
di Bologna, il 2 agosto 1980.
La strage sarebbe stato un attentato
organizzato dalla FPLP (Fronte popolare per la liberazione della
Palestina) ed eseguito materialmente dal gruppo Carlos, come
ritorsione per la violazione degli accordi (mai ufficializzati in
Parlamento) tra OLP e governo italiano. L'accordo, o lodo Moro,
fu sancito tra esponenti del nostro governo (dove Moro era ministro
degli esteri) e OLP per consentire il passaggio di questi gruppi e
delle loro armi sul nostro territorio, in cambio dell'esclusione di
obiettivi italiani per i loro attentati.
L'accordo, scrivono gli autori, sarebbe
stato firmato nell'ottobre 1973 dopo un incontro al Cairo: siamo in
piena emergenza terrorismo per tutti gli attentati nelle città
europee che colpivano aerei della compagnia di bandiera israeliana. A
seguito della sconfitta della guerra dei sei giorni da parte del
fronte anti-israeliano, c'era stato infatti in cambio di strategia da
parte dei gruppi militari palestinesi: portare la guerra in Europa,
colpire gli israeliani nei loro spostamenti.
Scrivono gli autori: “Ufficialmente
il lodo Moro non è mai esistito. Ancora oggi l’accordo di
sicurezza con la resistenza palestinese viene negato in modo
risoluto, soprattutto dai rappresentanti delle istituzioni che hanno
concorso alla sua stipulazione”.
Il lodo Moro, mai ratificato dal
Parlamento e mai ammesso ufficialmente, avrebbe funzionato almeno
fino al 1978: niente attentati in Italia e niente problemi per i
commando palestinesi in giro nella nostra penisola
“Gli esempi concreti di applicazione del patto di sicurezza non mancano. Il 6 marzo 1976 tre terroristi arabi vengono perquisiti a Fiumicino. Spuntano pistole e bombe a mano. Il caso imbarazza le nostre autorità perché uno degli arrestati è in possesso di un passaporto diplomatico rilasciato dalla Libia. Il Tribunale di Roma li condannerà per direttissima a sette anni di reclusione per i delitti di introduzione, detenzione e porto illecito di armi comuni e da guerra. I terroristi rinunciano all'appello e la sentenza passa subito in giudicato. Ciò consente al Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, di concedere la grazia ai tre terroristi, che potranno abbandonare il nostro paese a bordo di un velivolo militare. Questo è il lodo Moro”.I segreti di Bologna, Rosario Priore e Valerio Cutonilli
Cos'è successo poi?
C'è stata la morte di Aldo Moro
e la questione dei missili
di Ortona, nel novembre del 1979: con l'arresto di alcuni
esponenti
dell'estrema sinistra (che si scoprirà essere poi in contatto
col terrorista Abu Saleh) che viaggiavano in un furgone dove
poi i carabinieri scopriranno dei missili terra aria Strela di
fabbricazione sovietica.
Abu Saleh, cittadino giordano, sarebbe
il rappresentante in Italia del FPLP di Habbash e sarebbe stato in
contatto col gruppo terroristico di Carlos lo sciacallo.
Questa la teoria dell'ex giudice
Rosario Priore (che come magistrato ha indagato sulle stragi di
Ustica e sulla morte di Moro) e del giornalista Valerio Cutonilli.
Tutta da verificare, tenendo conto che
sulla bomba di Bologna esiste già una sentenza passata in giudicato
che ha portato alla condanna di Fioravanti e Mambro dei Nar.
E tenendo conto di come le piste
medio-orientali sulla strage siano state considerate dei depistaggi
da parte del Sismi.
Il libro comunque merita una lettura,
almeno per un approfondimento di un periodo storico nemmeno troppo
lontano nel passato in cui l'Italia e l'Europa erano terreno della
guerra fredda per lo scontro tra i due blocchi, quello atlantico e
quello orientale.
Una guerra in cui si inserisce anche il
terrorismo, per i contatti e i finanziamenti (sempre negati ma
abbastanza certi) tra le BR e i servizi dell'est e per i legami tra
queste e i terroristi palestinesi.
Una storia di intrighi e di spionaggio,
oltre che di dirottamenti e di bombe.
Il libro si divide in due parti:
nella prima si fa una ricostruzione storica del contesto in cui
sarebbe maturato l'accordo, il lodo Moro, che avrebbe avuto come
garante politico Aldo Moro e come riferimento nei servizi il
colonnello Giovannone.
Nella seconda i due autori si
concentrano sulla strage di Bologna, per spiegare (in base
alle prove raccolte) la loro teoria sulla pista palestinese che mette
assieme il lodo Moro, il
Fronte Popolare di Liberazione (FPLP) e l'area dell'autonomia
dell'estrema sinistra.
Per questa teoria si sono avvalsi anche
di documentazione raccolta dalla commissione parlamentare Mitrokhin,
alcuni dei quali sono stati riportati in appendice al libro.
Gli autori non credono alla pista dei
Nar, nonostante le sentenze in giudicato e nonostante la magistratura
che pure ha seguito anche la pista palestinese, sia arrivata alla richiesta di archiviazione.
A conforto di questa tesi (la pista palestinese, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina, il gruppo del terrorista Carlos) c'è la scoperta che il terrorista Thomas Kram era presente a Bologna dal pomeriggio del 1 giugno. Ufficialmente per trovare un'amica, presentandosi col suo vero nome
A conforto di questa tesi (la pista palestinese, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina, il gruppo del terrorista Carlos) c'è la scoperta che il terrorista Thomas Kram era presente a Bologna dal pomeriggio del 1 giugno. Ufficialmente per trovare un'amica, presentandosi col suo vero nome
[Thomas Kram] è anche un esperto di documenti falsi. Il fatto che la sera del 1 agosto 1980 si presenti in albergo con la sua patente di guida fa pensare che non stia per eseguire un attentato in città.Contraddizioni analoghe, del resto, sono emerse nel corso della nuova inchiesta. Nell'ultimo decennio, a cadenza sistematica, sono ricomparsi molteplici indizi che consentono di ricollegare l'esplosione di Bologna alla crisi del lodo Moro e al progetto ritorsivo dell'FPLP.Tali indizi però, valutati sul presupposto che quello di Bologna sia un attentato voluto e perfettamente riuscito, mostrano limiti non trascurabili. Limiti che vengono sminuiti o enfatizzati a seconda delle esigenze.Sarebbe utile, invece, capire se il compendio probatorio acquisito possa rivelarsi più efficace verificando un'ipotesi investigativa di segno differente.Si può escludere, ad esempio, che a devastare la stazione di Bologna sia stata in realtà una detonazione non prevista da chi trasportava l'esplosivo?
Cosa è successo allora quel 2
agosto 1980: forse un'esplosione accidentale durante il
trasbordo della bomba che doveva esplodere da un'altra parte?
Gli autori non arrivano alla prova finale che scagioni i Nar e confermi la pista "rossa". Nonostante siano passati tanti anni, nonostante le sentenze, ci sono ancora dei punti ancora poco chiari in questa storia. Di dolore e sangue.
Gli autori non arrivano alla prova finale che scagioni i Nar e confermi la pista "rossa". Nonostante siano passati tanti anni, nonostante le sentenze, ci sono ancora dei punti ancora poco chiari in questa storia. Di dolore e sangue.
Sfortunato il paese dove non si riesce mai a mettere fine (o a far luce) sui suoi "misteri" e a chiudere i conti col passato..
La scheda del libro sul sito di
Chiarelettere:
È arrivato il momento, dopo trentasei anni, di spiegare fatti rimasti finora in sospeso. Gli italiani hanno assistito inermi ad attentati di ogni genere: omicidi di militanti politici, poliziotti, magistrati. E stragi crudeli, terribili, come quella alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 che causò 85 morti e 200 feriti e che, nonostante la condanna definitiva dei tre autori, continua a essere avvolta nel mistero. Dopo interminabili indagini giudiziarie e rinnovate ipotesi storiografiche, gli autori di questo libro, esaminando i materiali delle commissioni Moro, P2, Stragi, Mitrokhin, gli atti dei processi e degli archivi dell’Est, e documenti “riservatissimi” mai resi pubblici, hanno tracciato una linea interpretativa sinora inedita, restituendo quel tragico evento a una più ampia cornice storica e geopolitica, senza la quale è impossibile arrivare alla verità.La loro inchiesta chiama in causa la “doppia anima” della politica italiana, le contraddizioni generate dalla diplomazia parallela voluta dai nostri governi all’inizio degli anni Settanta e, in particolare, lo sconvolgimento degli equilibri internazionali provocato dall’omicidio di Aldo Moro, vero garante di un patto con il Fronte popolare per la liberazione della Palestina finalizzato a evitare atti terroristici nel nostro paese. Senza questo viaggio a ritroso nel tempo è impossibile capire la stagione del terrorismo italiano culminata nell’esplosione del 2 agosto 1980.
L'intervista a Rosario Priore su
Farhenheit
L'articolo di Dino Messina sul Corriere
“Strage di Bologna, in un libro tutta l'altra verità”
Nessun commento:
Posta un commento