29 luglio 2016

La pista di destra (da I segreti di Bologna)

Le sentenze della magistratura sulla bomba di Bologna parlano chiaro: a compiere l'attentato alla stazione di Bologna sono stati gli esponenti dei NAR Valerio Fioravanti, Francesca Mambro assieme all'allora minorenne Luigi Ciavardini.
La pista “nera” fu imboccata subito dai magistrati e dalle forze dell'ordine, anche il presidente del Consiglio di allora Cossiga, di fronte al Parlamento, parlò di strage nera.
Le bombe che uccidono in modo indiscriminato, per creare tensione e spostare l'asse politico a destra, le mettono i fascisti.
Tutto questo sebbene nel 1980 il progetto di unità nazionale era fallito e non eravamo più ai tempi dell'autunno caldo del 1969.
E le minacce all'Italia da parte del gruppo militare di Habash FPLP (con l'annuncio di azioni terroristiche come ritorsione al lodo Moro)? Gli allarmi lanciati dal direttore del Sismi Santovito a Zamberletti, prima di firmare l'accordo con Malta (che tagliava fuori la Libia di Gheddafi)? E le pressioni, sempre dei servizi, nei confronti dei giudici di Chieti e L'Aquila, per avere clemenza nei confronti degli imputati al processo sui missili di Ortona?
La verifica di una pista di destra per la strage di Bologna è un fatto scontato sotto il profilo investigativo. A suscitare perplessità, invece, è l'immediata esclusione di tutte le restanti ipotesi. Il telegramma della Questura di Bologna lo dimostra in modo inequivocabile. Nell'assenza dichiarata d'indizi, o di rivendicazioni attendibili, si è rinunciato a priori all'indagine a tutto campo. La scelta è incomprensibile, considerato che da diversi mesi Sismi, Sisde e Ucigos hanno certificato il pericolo di un attentato dell'Fplp.Com'è possibile che, proprio quando i fatti sembrano convalidare i timori palesati nelle informative, la pista palestinese scompaia improvvisamente nel nulla?Gli apparati di sicurezza sembrano in preda ad un'amnesia collettiva molto poco convincente. Nessuno ricorda gli allarmi arrivati da Beirut e dalla stessa Bologna.Viene rimossa anche la notizia dell'incontro tra Habash [il rappresentante del gruppo FPLP] e Carlos [lo sciacallo, il terrorista in contatto col FPLP] per concordare un'azione ritorsiva. Cadono nel dimenticatoio le richieste di clemenza inoltrate dagli uomini del Sismi ai magistrati di Chieti e L'Aquila, per scongiurare il rischio di una vendetta del Fronte popolare. Nessuna traccia di questo si troverà nei rapporti giudiziari destinati ai magistrati di Bologna. Anche la sottoscrizione del trattato italo maltese, avvenuta proprio negli istanti in cui la stazione ferroviaria è saltata in aria, sarà tenuta nascosta a lungo.Al ritorno in Italia, Zamberletti, scosso dalla coincidenza temporale e dalla reazione angosciata di Mintoff alla notizia dell'esplosione, chiederà lumi al direttore del Sismi. Il generale Santovito, l'uomo che nelle settimane precedenti lo aveva scongiurato di non grattare la schiena alla tigre, ora sembra tirarsi indietro. Esclude qualsiasi nesso tra il trattato di protezione militare e l'attentato di Bologna, che è stato commesso sicuramente dai neofascisti”.



Va chiarita una cosa: nemmeno gli autori del libro, l'avvocato Cutonilli e il giudice Priore, arrivano alla prova provata di una responsabilità da parte del gruppo di Carlos né di altri membri del gruppo FPLP.
Qui si vogliono solo rivelare delle incongruenze nel come è stata raccontata la storia, nelle indagini e nella spiegazione, dell'atto terroristico, che è stata data al paese.

Gli altri post sul libro:
La strage di Bologna – la pista palestinese
Le due anime della politica italiana (e i venti di guerra della primavera 80)


La scheda del libro “I segreti di Bologna” sul sito di Chiarelettere

Nessun commento: