Più si susseguono le leggi e i provvedimenti d'urgenza sulle banche, più si comprende la superficialità con la quale si è affrontato il problema delle sofferenze bancarie.
Ieri le borse hanno avuto un rialzo dopo le parole di Draghi: si possono salvare le banche coi soldi pubblici.
Ma come, per mesi si è sentito che basta salvataggi pubblici, d'ora in avanti "ce lo chiede l'Europa" di far pagare la crisi prima ad azionisti e obbligazionisti
E' chiaro che questo sistema finanziario, delle regole, politico ed economico diventi agli occhi della gente (quella che non deve capire e starsene solo zitta) sia poco credibile.
Certo, esiste la norma 45 delle norme europee sul sistema bancario che prevedono la protezione pubblica se ci sono problemi di stabilità finanziaria.
Ma cosa si aspetta allora? Le file agli sportelli come in Grecia?
Servono soldi per salvare le banche e i risparmiatori.
E serve che finalmente si faccia chiarezza sulle responsabilità: perché le sofferenze non sono solo colpa della crisi, ma anche dei prestiti concessi senza troppe garanzie agli amici.
Come i soldi prestati da MPS a Verdini, a Surgenia, i prestiti di Unicredit all'imprenditore Bulgarella.
Intervistato da Marco Palombi, il deputato Boccia parla di inadeguatezza del ministro Padoan, della soluzione di sistema per le banche, del fondo Atlante:
Parliamone allora: cosa c’è che non va nella “soluzione di mercato” per Mps?Ma quale soluzione di mercato? Noi compriamo dei “soldi-ponte” per garantire l’aumento di capitale di Monte dei Paschi e se va male paga lo Stato senza neanche sapere se funzionerà. L’unica cosa cer-ta di questa operazione è che Jp Morgan, che la organizza, ci guadagna 80-100 milioni in ogni caso (l’ex ministro Vittorio Grilli è il presidente corporate banking per l’Europa, ndr). Aggiungo: io mi fido di tutti, però mi ricordo che Goldman Sachs faceva l’advisor del governo greco per il debito con una mano e con l’altra invitava i clienti a vendere. Allora non si fida affatto.Diciamo che avrei preferito vedere le grandi banche internazionali mettere i soldi dentro Atlante: tanto più che intermediando il debito pubblico italiano si portano a casa commissioni per 2 miliardi e più all’anno.Niente soluzione di mercato. Che si fa?Si mettono i soldi. I soldi veri. Si sa da tre anni che solo per le situazioni più difficoltose servono 10-12 miliardi per gli aumenti di capitale (dalle due venete a Mps, da Banco Popolare ad alcune Bcc emiliane e altro ancora) e giusto un po’meno per gestire le sofferenze di minore qualità. Insomma, servono una ventina di miliardi di euro. E l’unico che può metterli è lo Stato.In questa fase sì: si prende Cassa depositi e prestiti e si mette almeno la metà della cifra che serve. Poi se vogliono continuare a fare gli ipocriti, si può usare Atlante o un altro fondo in cui ci sono le banche e dire a Bruxelles che si trattadi un’operazione privata...E invece?E invece facciamo gli “esteti del mercato”. Quando nel 2015 dicevo che non si potevano tosare gli obbligazionisti subordinati retail di Etruria & C. al Tesoro mi dicevano “il mercato non capirebbe”. Poi abbiamo fatto tre decreti per i risarcimenti. Che poi gli “esteti” dovrebbero ricordarsi che, quando c’è un fallimento del mercato, deve intervenire lo Stato: a forza di prendere scorciatoie si finisce in strade senza uscita.
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