« Anna carissima,è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I., atto che ovviamente non soddisferà molti e che è costato una bella fatica. Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto.
E' indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese.
Ricordi i giorni dell'Umi, le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l'incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato - ne ho la piena coscienza - solo nell'interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo.
I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [... ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell'altro.. Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi (...)Giorgio »La Banca Privata di cui Giorgio Ambrosoli, avvocato, parla nella lettera alla moglie, è la banca di Michele Sindona, il banchiere di Dio, il riciclatore dei soldi della mafia, bancarottiere. Banca di cui era stato nominato commissario liquidatore nel 1974.
Considerato da Andreotti il salvatore della lira che su Ambrosoli una volta ebbe a dire che "se l'era cercata" (Andreotti condannato per i suoi rapporti con la mafia fino al 1980, reato finito in prescrizione).
L'insegnamento che ci lascia, Ambrosoli (non Andreotti né sindona) è di un'onesta che va oltre il rispetto delle leggi.
Scrisse di lui il figlio Umberto:
“E' stato solo il senso del dovere a impedirgli un compromesso, anche con se stesso? È stata la fedeltà, l'obbedienza alle leggi e allo Stato? Io penso di no, credo che mio padre lasci, più di ogni altro esempio, quello di un uomo capace di affermare la propria libertà.Con se stesso, rimanendo coerente al proprio pensiero, alle proprie convinzioni. Con gli altri, quando ha respinto blandizie e ricatti senza cercare protezioni 'politiche', nella consapevolezza che anche quelle potevano avere un prezzo. È stato un uomo libero nel senso più completo del termine, quello che include la consapevolezza del proprio ruolo. Non istituzionale, di commissario liquidatore, ma di uomo, di marito, di padre, di cittadino”.Giorgio Ambrosoli, l'eroe di Stato.
Dove lo Stato è ancora oggi quello dove le banche sono usate come bancomat dai politici e dai dirigenti per i loro interessi.
Dove spesso esistono canali privilegiati per le mafie, sia per il riciclaggio che per i prestiti.
1 commento:
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