31 luglio 2016

100 giorni alle elezioni americane

100 giorni ci separano dalle prossime elezioni americane.
Elezioni che potrebbero portare alla Casa Bianca il candidato Repubblicano Donald Trump.
Sabato mattina leggevo la notizia dei malumori, dentro la Casa Bianca, nel condividere dossier non classificati della Cia con Trump: era consuetudine dai tempi di Truman che i servizi segreti mandassero parte dei rapporti ai due candidati usciti dalle nomination.
Giovedì, durante un briefing con la stampa, il press secretary Josh Earnest ha detto che l’amministrazione si fida di Hillary Clinton e confida che l’ex segretario di Stato capisca l’importanza di mantenere il segreto sulle informazioni classificate. Interrogato su Trump, Earnest ha glissato dicendo che si tratta di una decisione che deve prendere il direttore della Cia. “Non posso esprimermi io”, ha detto. Ma secondo i giornalisti presenti, Earnest ha lasciato intendere che l’Intelligence potrebbe operare una selezione tra i candidati nel condividere informazioni classificate.

Questo per dire del clima che si sta vivendo in America.
Dove il candidato Repubblicano ha invitato i servizi di un paese “non amico” come la Russia, di indagare sulla rivale Clinton.
Dove si mormora, vero o falso che sia, che per la campagna elettorale sia stata finanziata da soldi russi, per l'interesse di Putin di far crescere nel resto del mondo i partiti nazionalisti.
Nazionalisti e populisti come Trump: il politico del muro lungo il Messico, quello che andrà a dialogare con Putin ma non andrà a far nulla contro la Turchia di Erdogan.

La Turchia di Erdogan è una delle sconfitte della politica estera dell'amministrazione Obama: come hanno potuto non accorgersi di quello che stava diventando la Turchia di Erdogan, che da alleato strategico in pieno medio oriente, si è trasformata da serpe in seno.
Il contro golpe di Erdogan, che magari ci ha salvato da un nuovo Al Sisi, sta facendo un repulisti nel paese che dovrebbe preoccuparci tanto quanto la visione “trumpiana” dell'America, bianca, estremista, intollerante.
Altrettanto intollerante è la massa che sta occupando le piazze turche per difendere Erdogan, le cui immagini riempiono le facciate dei palazzi (come l'immagine del grande fratello di Orwell, volendo fare un sinistro paragone)
Erdogan che, in una torsione a 180 gradi ha aperto il dialogo con Putin e ora anche con Assad.
E ricordiamoci Assad, il dittatore Assad, è all'origine della guerra in Siria, coi suoi 470mila morti.

Che scenari internazionali si preparano nel mondo, nel prossimo semestre?
Nel 2017 si voterà anche in Germania e poi in Francia, dove i partiti di destra (populisti e nazionalisti) scalpitano da tempo, puntando su immigrati, sicurezza, il prima noi poi gli altri ..

Certo, noi italiani possiamo consolarci con le storie del nostro giardino: il salvataggio di MPS col bollino blu di BCE e Commissione Europea (e nessuno che si chiede come abbia fatto a scendere così in basso la banca più vecchia d'Europa), le crescite da decimali dei posti di lavoro, per lo più di precari stagionali. La conclusione dei lavori sulla Salerno - RC, i cui lavori di ammodernamento  però si fermeranno un pelino prima di Reggio. 
Anche noi abbiamo il nostro Trump, qui in Italia, che si limita però a portare sul palco delle bambole gonfiabili per far ridere il suo pubblico.

Ma nei prossimi mesi, in Turchia, in Siria, in America e anche qui in Europa, ci sarà poco da ridere.


Nessun commento: