13 luglio 2016

Freccianera

Frecciarossa, frecciabianca e in fondo anche i freccia nera.
I treni dei pendolari, belli stipati, in ritardo o a rischio soppressione, spesso su linee a binario unico e senza sistemi di controllo automatici.
Come successo ieri per l'incidente ferroviario in Puglia, sulla linea tra Andria e Corato.
Troppi morti e troppi feriti, schiacciati e sfigurati dallo scontro dei due convogli pieni di gente che andava a lavoro o che si muoveva per studiare.

Cominciamo col dire che quella linea non avrebbe dovuto più essere a binario unico dall'anno passato: il progetto sul raddoppio avrebbe dovuto concludersi nel 2015.
Ma poi gli intoppi, la burocrazia. Così si giustifica oggi Ferrotramviaria SPA. E la regione si giustifica spiegando di averli sbloccati lei i fondi.
Vedremo. Cercheremo di capire il perché.

Perché si muore sui treni in questo paese dove ancora si viaggia a binario unico al sud e anche al nord, in Liguria e qui in Lombardia.
Perché in un paese che vuole guardare al futuro, avanti, parlare di trasporto ferroviario si intende treni ad alta velocità, con aria condizionata e poltrone di lusso per un viaggio comodo.
Mentre per le linee regionali si parla di binari morti: il binario morto che aveva raccontato un'inchiesta del 2014 di Presa diretta, quando i giornalisti avevano attraversato il paese per mostrare in che modo si viaggiasse sui mezzi del trasporto pubblico.
Con intere province senza stazioni da cui far arrivare o partire treni, come Avellino.
O come Matera, capitale della cultura nel 2017 raggiunta da un trenino a gasolio della linea Appulo Lucane.

Siamo il paese dei contrasti, dunque: da una parte l'alta velocità per le linee più redditizie, la bassa velocità, il binario morto per i pendolari. O i pullman sostitutivi per alimentare un business che altrimenti non avrebbe ragione di esserci.
Il TAV in Val di Susa per far viaggiare velocemente le merci verso la Francia.
O il terzo valico per farle arrivare prima da Genova ad Alessandria.
Ma potremmo discutere anche del progetto del Ponte di Messina o della metro C di Roma coi suoi 320 ml di euro rubati.

Ora le parole di circostanza non bastano più.
Quante volte siamo andati vicini alla tragedia per una frana, un'alluvione o il solito errore umano?


Incidente a sanremo sulla linea per Andora nel 2014

Frana sui binari nel Biellese nel 2016

Incidente dell'intercity Milano-Ventimiglia - 2014

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