In un'intervista al Fatto Quotidiano, nel 2013, il linguista Tullio De Mauro (morto oggi a Roma), aveva raccontato dell'analfabetismo di ritorno degli italiani.
Il fatto che una buona parte abbia delle difficoltà a comprendere un testo scritto ha come conseguenza che poi queste persone votino più con la pancia che con la testa.
Mancano gli strumenti di decisione e di controllo sulla classe politica e sulle sue scelte: e la politica non si è mai impegnata nel miglioramento del funzionamento
delle scuole perché "lo sviluppo adeguato dell'istruzione mette in crisi la persistenza di questi gruppi stessi in posizione di potere".
Un popolo ignorante fa comodo ad una classe politica e dirigente di persone incapaci e attaccate solo al potere.
Che fare dunque: De Mauro proponeva di mettere in piedi un sistema di educazione ricorrente per gli adulti, come esiste negli altri paesi, perché questo porta informazione, anche per brevi periodi, ogni anno.
Investire nella formazione degli insegnanti e questo è qualcosa che ha effetti a lungo termine come anche investire nell'università.
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