Malika Ayane apre la puntata in cui si parla di ciarlatani (nella medicina) e della vita di chi lavora h24: sta lavorando allo spettacolo sulla vita di Evita Peron,
che ha portato in tutta Italia.
La pelle d'oca per gli applausi,
l'imbarazzo nel raccogliere l'entusiasmo del pubblico e la
responsabilità nel dover dare ogni volta qualcosa di più.
Evita è un personaggio emozionante:
figlia illegittima di genitori poveri, ha lottato nella vita.
Ad Evita ha prestato la sua splendida
voce, che abbiamo conosciuto a Sanremo che ha già vinto 5 dischi
d'oro.
Una carriera iniziata a 13 anni, alla
Scala, in un coro diretto dal maestro Muti: una carriera che può
interrompersi ogni giorno, ogni giorno è una sfida, ci si mette in
gioco.
Il padre di Malika è marocchino, nella
Milano degli anni 80: “per me era una risorsa” ha raccontato la
cantante, la diversità non era un limite ma le ha dato la
possibilità di attraversare paesi diversi.
Un bel messaggio a quella politica che
fa cassa elettorale gridando contro gli stranieri: un paese informato
è la miglior cura nei confronti di questa politica.
Aiutare un'organizzazione come Oxfam è
un dovere morale – raccontato a Iacona, a commento del suo viaggio
in Libano, nei campi dove accolgono i profughi siriani.
Oxfam punta a micro progetti, più
efficaci nei confronti dei grandi: donne che imparavano a lavorare i
telai, l'olio essenziale ottenuto dalla spremitura del rosmarino in
Marocco, dove era una pianta infestante.
Due canzoni sono già state scritte,
per il prossimo album e parlano dello “stare”: stare ad osservare
la vita e gli altri.
Il servizio sui Ciarlatani della
salute: Manuela Trevisan è morta perché anziché curarsi
per un tumore è ricorsa alle cure del dottor Hamer.
Un altro signore raccontava della
sorella, morta perché non ha voluto togliersi un neo.
Un'altra raccontava del dottor
Simoncini, che curava i tumori col bicarbonato.
Quanti sono i ciarlatani, nel mondo e
in Italia? Quanti morti hanno causato?
Il ricorrere alle cure alternative è
un fenomeno grande, anche in Europa: il servizio è cominciato dalla
storia di una ragazza, Eleonora Bottaro, morta per un tumore.
Leucemia acuta: è morta dopo aver
rifiutato la chemio terapia, nell'ospedale di Padova.
Quella forma di tumore era una delle
più curabile: ma i genitori hanno dimostrato fin da subito una
resistenza passiva, non acconsentivano alle cure.
Il primario ha chiesto il permesso al
tribunale per le cure, ma la famiglia si è nuovamente opposta e ha
firmato per le dimissioni di Eleonora.
Sognava di andare al mare a festeggiare
i 18 anni, ma non è riuscita: la malattia l'ha uccisa e i genitori
le hanno impedito di curarsi.
I genitori hanno negato il consenso ad
un trattamento chemioterapico anche in Svizzera: ma in realtà anche
in Svizzera erano andati per prendere tempo, in attesa della maggiore
età.
Il padre aveva contattato una clinica
in Svizzera dove si curava il tumore in modo “naturale”: Eleonora
era pesantemente condizionata dai genitori, che avevano sposato la
“nuova medicina germanica” di Hamer, secondo cui il tumore si
cura da solo, essendo causato dallo stress.
“Le malattie non sono malattie, ma
benattie ..”
Torino: processo contro la
dottoressa Dorando, seguace del dottor Hamer, avrebbe convinto
una donna di 53 anni a non togliersi un neo, per il rischio di un
melanoma.
Anziché seguire i protocolli normali,
ha scelto le cure alternative, il neo è cresciuto ed è morta.
Marina era plagiata dalla sua
dottoressa tanto che, anche una volta asportato il neo alla fine, si
è rifiutata di sottoporsi ai cicli chemioterapici.
Ora c'è un processo per delitto: il
perito ha scritto che se nel 2005 il neo si fosse tolto, la ragazza
sarebbe viva.
Alessandra Tosi viveva vicino a
Rimini: anche lei ha rifiutato la chemioterapia, dopo aver
scoperto di avere un tumore al seno.
Dopo il rifiuto della chemio, le
vengono riscontrate delle metastasi: il suo medico scoprì poi che
aveva incontrato uno “sciamano” del dottor Hamer.
Il dolore era funzionale alla
guarigione della malattia, diceva.
Lo sciamano si chiama Roberto Bodi
ed è stato incontrato dal giornalista di Presa diretta con molte
difficoltà, senza voler rispondere alle domande.
Niente dati scientifici, niente
domande, niente prove delle cure alternative.
Bodi è la persona che ha seguito in
ospedale Alessandra, che la rincuorava che le metastasi erano
guarite, che bastava la fisioterapia. Niente chemio e niente morfina
per il dolore.
Eleonora era più che convinta della
sua scelta.
Chi sono i seguaci del dottor Hamer?
Sono persone che dicono che la malattia
non esiste, negano la malattia e le cure.
Danilo Procaccianti ha raccontato la
storia del dottor Hamer, in Germania, intervistando un altro
giornalista dello Stern: Hamer è stato cacciato perché inseguito
dai creditori.
Nel 1978 muore il figlio, ucciso da una
pallottola sparata da Vittorio Emanuele: anni dopo muore la moglie,
per un tumore e poi si ammala anche lui.
Questa è stata la base della sua
teoria: lo choc psicologico è causa del tumore, guarisci il
conflitto e guarisci il tumore.
In queste teorie le metastasi non
esistono: peccato che nelle cliniche di Hamer la gente morisse.
Lo testimoniano infermieri e
collaboratori delle sue cliniche che ancora temono le persecuzioni
dei seguaci del medico.
Le cliniche furono chiuse
dall'autorità, nel 1986 fu radiato dall'albo: da quel momento ha
continuato ad operare in modo abusivo.
Nel 1992 viene condannato dal Tribunale
di Colonia.
Nel 1993 viene condannato in Austria
per calunnia.
Fugge in Francia ma viene condannato
anche qui nel 2001 per esercizio illegale della professione.
Un caso suscitò molto clamore: nel
2005 una bambina si ammalò di tumore e i genitori la portarono in
Spagna, per curarla da Hamer.
La bimba fu poi riportata in Austria e
lì curata in modo scientifico e così salvata.
I genitori di Olivia non si sono
pentiti, sono ancora convinti che la chemioterapia è un veleno, che
non cura.
Le cause del tumore sono i conflitti e
le tensioni: questo ripetono e se non ci sono pubblicazioni è colpa
dell'establishment, che osteggia le cure di Hamer.
Eppure l'ingegner Pilar si fa pagare
per le sue conferenze....
Non esistono prove né casi di persone
curate col metodo Hamer, non esiste alcun legame scientifico tra la
psicologia e l'insorgere dei tumori.
Lo stress e la psiche portano a
comportamenti insalubri, come il bere e il mangiare male.
Chi entra nella rete di Hamer rischia
la vita: chi parla male di questa terapia ha subito minacce, anche di
morte.
Oggi Hamer vive in Norvegia: ad un
giornalista ha raccontato la storia di un chip assassino che avrebbe
ucciso una sua paziente, che stava curando telefonicamente.
Incredibile.
Anche in Italia ci sono tanti seguaci:
Ilario D'Amato è un giornalista che segue questo fenomeno e ha
raccontato la storia dell'associazione Alba.
È un business che si poggia dalla
vendita di libri, che finiscono in mano a gente ammalata.
Alba e gli hameriani hanno cercato di
avere il riconoscimento da parte del ministero, senza fornire prove:
colpa delle case farmaceutiche, dicono.
Dietro gli hameriani quante morti ci
sono state?
Mark Fister, ex presidente di Alba ha
fondato un'associazione che fa conferenze sulle leggi biologiche,
anche se ammette che mancano ancora le evidenze scientifiche.
Se poi una persona muore, fa niente, fa
parte della vita …
Manuela Trevisan è una signora, morta
per un tumore: teneva un diario dove scriveva della sua condizione.
Anche lei si è fidata di Hamer: le sue
amiche non riescono ad accettare quella morte e nemmeno
l'atteggiamento di Manuela, ostinata.
Non possiamo fidarci di questi
ciarlatani, dicono a Danilo Procaccianti.
Online si trovano decine di promesse
miracolose: c'è una dottoressa che cura i tumori con le parolacce,
chi li cura col clistere di caffè, chi con l'artemisia.
Il paradiso delle cure alternative è
il Messico, dove trovi le cliniche che offrono cure per i
disperati che vogliono curarsi dal tumore.
Il tour (e la fiera dei metodi
alternativi) è organizzata dalla Cancer control organization:
raccontano del complotto delle compagnie assicurative, delle case
farmaceutiche, delle cure alternative che sono boicottate dai medici.
Come se le cure alternative fossero
gratis, come se non si pagassero le cliniche, i libri, i congressi.
Un business.
Oltrepassato il muro che separa San
Diego dal Messico, il pullmann porta i malati alla clinica, dove il
cancro è curato da persone che non sono medici, ma sembrano
venditori.
Trattamenti iperbarici, i clisteri di
caffè per rimuovere le tossine, trattamenti al calcio per via
endovenosa, vitamine: costo del programma è 27mila dollari per tre
settimane.
Niente dati scientifici, ma solo
testimonianze: tutto così assurdo, ma vero.
In una seconda clinica non si usa
l'ozono, né semi di albicocca ma un'altra formula esclusiva.
Una terza dice che i suoi metodo sono
migliori, perché sono i più vecchi.
In un'altra dicono che bisogna
conoscere le ragioni del cancro, combattuto col suono..
Per fortuna le persone del tour si sono
dimostrate più mature dei presunti medici di queste cliniche: il
presidente dell'ordine oncologico racconta che in Messico è
consentito creare cliniche che nascono come case di riposo per cure
palliative.
Dovrebbero esserci dei controlli, ma i
soldi possono tutto: anche proporre cure che ora sono di moda ma che
dietro non hanno alcune prove scientifiche.
Una truffa, per soldi.
Tijuna, la capitale del regno del
cartello di Sinaloa, è anche la patria delle cure alternative:
sono milioni di dollari, pazienti che arrivano da tutta la bassa
California, posti di lavoro.
Un business basato sull'inganno e sulla
disperazione: i medici delle cliniche alternative possono operare
solo in Messico, perché in America queste persone rischierebbero il
carcere.
Come il dottor Young, che somministra
il bicarbonato di sodio per curare il cancro...
Catania: il figlio della signora
Olivotto era malato di tumore al cervello. Prima di operarsi fu
convinto di farsi curare in modo alternativo dal dottor Simoncini.
Sosteneva, questo dottore poi radiato,
che i tumori hanno origine basica: Simoncini non poteva operare in
Italia, ma aveva una clinica a Tirana.
Prima di operare Luca, ha chiesto ai
genitori i soldi, 20000 euro per salvare una persona malata: dopo
aver avuto i soldi ha iniziato la cura.
Dopo queste cure, sono arrivate le
convulsioni poi la morte.
L'autopsia dice che Luca è morto per
il bicarbonato, non per il tumore: i genitori ora vogliono
testimoniare e raccontare la storia di Luca e delle persone che
circondano ciarlatani come Simoncini.
Non affidatevi nelle mani di nessuno
che non sia un medico.
Non cascate nelle mani di ciarlatani.
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