06 aprile 2019

A dieci anni dal terremoto de l'Aquila


Nonostante fossero i dieci anni dalla scossa del 6 aprile 2009, quest'anno l'anniversario del terremoto del l'Aquila è finito in sordina, quasi nascosto da altre notizie appartenenti al teatrino della politica, come la questione Tria, le liti nella maggioranza, i cantieri da aprire e le periferie abbandonate dove sono solo i fascisti ad occuparsi delle persone, come a Torre Maura. Almeno questo doveva essere il canovaccio che però è stato ribaltato da un ragazzo coraggioso, Simone, che è riuscito a mettere al loro posto i fascisti di casa pound.

Eppure l'Aquila è un nodo al fazzoletto che ci dovrebbe ricordare quanto sia fragile il nostro territorio, quanto siamo incoscienti a costruire e costruire (il partito del cemento che ha sempre fame di nuovi territori) senza mettere mai in sicurezza.
Nella storia del terremoto del 6 aprile 2009 c'è dentro tanto del marcio di questo paese: la politica delle promesse (non mantenute) e delle strumentalizzazioni, i costruttori senza scrupoli, lo spreco di denaro pubblico perché si deve fare in fretta, in urgenza, in deroga alle leggi (vedo anche il caso Expo).
Ma c'è dentro anche la volontà delle persone del luogo di non arrendersi: c'è un episodio, ricordato anche ieri sera a Propaganda live: quando gli aquilani, stanchi di aspettare, presero le carriole ed entrarono nella zona rossa per sgomberare le macerie.


L'allora Prefetto Tronca mandò la Digos a fermarli ed identificarli.
Non dovevamo permettersi di interrompere la macchina dello show dell'allora governo Berlusconi? O cosa?

Sono anni che si sente parlare di messa in sicurezza del territorio, dei mille cantieri da aprire sul territorio per sistemare scuole, argini dei fiumi, montagne.
Eppure, quando arriva il dunque, si rimane bloccati attorno alle solite mangiatoie pubbliche: le autostrade, gli inceneritori, il TAV in val di Susa (su cui il PD si sta giocando la faccia).
Purtroppo passeranno altri anni, sentiremo altre promesse, assisteremo ad altre lacrime di coccodrillo per altre tragedie.
Purtroppo.

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