La due diligence al reddito di
cittadinanza, l'analisi della manovra e cosa si nasconde tra le sue
pieghe e, infine, i cinghiali che stanno chiedendo anche loro la
cittadinanza, ma senza reddito.
Incontri ravvicinati a Roma – di
Antonella Cignarale
I cinghiali sono arrivati anche nella
capitale: sono animali che arrivano a pesare fino ad 1 quintale, ce
ne sono circa un milione in Italia e ogni anno, oltre a creare danni
ai contadini, causano incidenti con gli automobilisti e motociclisti,
con morti e feriti.
Questo è il risultato che ottieni se
abbandoni il territorio: i cinghiali arrivano sotto porta a sfamarsi
sui cassonetti della spazzatura.
Cosa possono fare i cittadini? Un
consigliere leghista (Ghiroldi) propone di armarsi di frecce e arco,
a Roma un altro assessore ha proposto una convivenza.
Ma meglio armarsi di un bel bastone, se
si vuole camminare nei parchi di Roma: al momento non esistono
tecniche di sterilizzazione, l'unica è l'abbattimento.
Ma l'assessore Antonini propone una
pacifica convivenza: ha proposto all'Ispre dei corsi per i cittadini
romani su come comportarsi di fronte ad un cinghiale.
Ma mica è facile stare fermi davanti
un cinghiale in carica, magari una femmina coi piccoli o un verro con
delle zanne importanti.
A chi segnalare un attacco di un
cinghiale, o un avvistamento? I vigili, la polizia, la forestale?
I carabinieri stanno ancora aspettando
di capire come intervenire, non hanno i mezzi per catturarli, “lo
Stato deve dare i mezzi”. Alla fine si capisce che dovrebbero
intervenire le guardie provinciali, oggi in carico all'area
metropolitana.
C'è un vuoto istituzionale che alla
fine non porta a niente, fino a che non arriveremo a qualche
ferimento importante.
A Roma è stata messa in piedi una task
force con dentro guardia parco, personale dell'asl .. ma nel
frattempo che interviene il cinghiale è già scappato.
Italy Works – di Claudia Di
Pasquale
Il reddito di cittadinanza è una forma
di supporto a chi non ha niente e anche un sistema che aiuta il
disoccupato a rientrare nel mondo del lavoro.
Una riforma molto ambiziosa, era nel
programma del M5S, su cui ci hanno messo la faccia: sarà erogato
tramite una card stampata da Poste Italiane, che arriverà a più di
1 milione di persone.
Per ottenerlo si devono rispettare
delle norme: isee, patrimonio finanziario e immobiliare, a verificare
che queste norme siano rispettate sarà l'Inps.
Ma c'è un problema segnalato da Boeri:
solo la Guardia di Finanza può controllare se altri membri del
nucleo familiare non rispettino questi criteri, ma potrà fare
controlli solo post erogazione del reddito.
Si crea così un problema di recupero
di denaro pubblico, stimato in un miliardo: si poteva aspettare
settembre, con l'Isee precompilato, ma – maliziosamente – Boeri
faceva notare come forse l'obiettivo erano le elezioni europee di
maggio.
Di Maio ha posto al centro del
dibattito un tema importante, la povertà e il crollo dei posti di
lavoro, per l'automazione (sempre più spinta con le nuove
tecnologie).
Eravamo l'unico paese europeo con la
Grecia a non avere norme a contrasto della povertà, fino al governo
Gentilini: la riforma del governo giallo-verde prevede un reddito, ma
in cambio il cittadino deve iscriversi ad una piattaforma ed
accettare una delle tre proposte trovate dal sistema.
Per far funzionare il sistema Di Maio
ha chiamato Mimmo Parisi, messo a capo dell'Anpal: arriva
dall'America, dall'università del Mississippi, dove lavorava Parisi.
X-Park è il centro dove lavorava
Parisi, che partiva dall'analisi dei dati per migliorare il benessere
umano: tra i progetti realizzato, Mississippi Works, per far
incontrare domanda e offerta di lavoro, un portale e anche una app
per cellulare.
Ma sulla App e sul portale c'è un
problema nella ricerca dei lavori, come se ci fosse un filtro a
monte.
E' stato il governo del Mississippi a
voler realizzare questo portale: tramite i centri per l'impiego il
60% delle persone che vi si rivolgono trovano un lavoro.
Il disoccupato che cerca un lavoro,
deve dimostrare di essersi attivato per cercarne uno nuovo e il
portale lo aiuta in questa ricerca: effettivamente il tasso di
disoccupazione è calato, in uno stato che è uno dei più poveri
degli Stati Uniti (circa il 20% della popolazione vive in condizioni
di povertà).
Lo stato più povero è anche lo stato
con la paga più bassa negli Stati Uniti, dove la gente riceve
sussidi bassissimi (170 euro, per una famiglia con tre figli), vive
in case diroccate.
Il costo della vita è più basso, ma è
basso anche il livello di istruzione: in questo Stato sono arrivate
aziende straniere, come la Nissan che ha portato qui un impianto
grazie agli sgravi.
Mississippi Works, lo raccontano le
persone che conoscono come stanno le cose, è solo una barriera per
impedire alle persone di ricevere sussidi.
Ci sarebbe anche una questione di
potenziale conflitto di interesse: il software dietro il reddito
di cittadinanza è di un'azienda americana, l'idea di Parisi era
quella di portare qui i suoi collaboratori per portar qui il know
how.
Ma in Italia serve un bando, una gara:
ma Di Maio voleva trovare una strada veloce e anche legale, dunque si
deve fare il bando.
Ma si deve aspettare l'accordo stato
regioni, dunque il bando ancora non c'è: “non sarà semplice ...”.
Dunque, se vuoi il reddito, devi
iscriverti alla piattaforma, che ha qualche criticità, non mostra
tutti i posti di lavoro. Dunque, come funziona l'algoritmo?
Serve maggiore trasparenza, per non far
sorgere dubbi di discriminazione, per razza, istruzione o altro.
Mississippi Works non ha abbattuto
la povertà ma ha consentito al dipartimento del lavoro di avere meno
dipendenti, con la sua adozione.
E la situazione in Italia per i centri
per l'impiego, qual è?
Dovranno trovare tre lavori, un'offerta
congrua, la legge non specifica che sia un contratto indeterminato
(può essere anche un contratto a tre mesi), e la prima volta può
essere fino a 100km di distanza (o 100 minuti di viaggio).
Ma nei centri per l'impiego in
Italia ci sono ancora le offerte sulle bacheche: al momento, a
Crotone o Lamezia, mancano ancora le offerte delle aziende limitrofe.
Come faranno a trovare tre offerte per
le migliaia di disoccupati? Non sarà un'impresa facile.
Lamezia, Crotone e infine Cirò Marina:
12000 iscritti e poche offerte anche qui.
La provincia di Crotone ha il tasso di
disoccupazione al 27%: il problema è il lavoro che non c'è, in
questa regione del sud.
C'è poi la seconda offerta di lavoro,
che da Crotone ti porta fuori regioni, in zone sempre con poche
opportunità.
E poi l'offerta che non si può
rifiutare, in tutta Italia: ma in Italia i centri per l'impiego non
sono quasi mai la soluzione per trovare un lavoro.
E, come quello di Primavalle, hanno
anche qualche problema di stabilità, sui soffitti.
In Lombardia, i centri per l'impiego
funzionano meglio: a Milano, in uno di questi, gli utenti possono
consultare online le offerte. Il servizio è gestito dall'Afol, che
ha 540 operatori, si occupano anche di fare corsi di formazione.
Ma anche qui a Milano, di fronte al
numero di disoccupati, mancano le offerte di lavoro: solo il 3% delle
persone in Italia trova lavoro in un centro.
Di fronte a questa obiezione, il
ministro Di Maio ha risposto tirando fuori gli investimenti fatti sui
centri, l'accordo con le regioni. Ma si andrà a regime tra un anno
almeno: cosa facciamo nell'attesa?
I disoccupati saranno affidati ai
navigator, una figura che orienta il disoccupato nel momento del
bisogno: anche loro sono persone che oggi non esistono, così il
ministero ne ha assunte 6000 con contratto a termine che dovranno
essere formate.
Ma anche questi navigator saranno
formati dai 650 precari dell'ufficio delle politiche attive (Anpal
Servizi): precari che formano altri precari per aiutare persone a
non essere senza lavoro.
Il governo su Anpal ha messo solo 1
milione di euro, pochi di loro verranno stabilizzati, mentre sono 270
ml di euro quelli messi per i navigator, che lavoreranno sotto
controllo delle regioni.
E qui nasce un altro problema, perché
nelle regioni non c'è posto per i 6000 navigator: inoltre le regioni
hanno protestato sul fatto che spettava a loro formare i disoccupati,
così si è passati da 6000 navigator a 3000 assistenti tecnici nei
centri per l'impiego.
Un accordo al ribasso, dunque.
Nel giro di un mese e mezzo si può
fare la selezione dei navigator: di questo è sicuro Di Maio, ma ad
oggi è pronto solo il bando per la scelta della società che deve
fare formazione ..
Ma se la situazione dei centri per
l'impiego è quella drammatica che ha raccontato Di Pasquale è colpa
dei governi precedenti: in capo alle province, poi le regioni, infine
allo Stato ..
Di Maio si è ispirato anche alla
riforma Hartz 4, in Germania: per questo progetto il governo
stanzia 36 miliardi, i centri per l'impiego funzionano, ma offrono
solo lavori a breve termine.
E poi, i centri per l'impiego sono
anche sanzionatori: con Hartz 4 non si esce dalla povertà, è una
sorta di trappola per la povertà, non se ne esce mai.
Sono 1 milione di persone rimaste in
Hartz 4 per più di 10 anni: sono persone che per le statistiche sono
occupate ma che in realtà fanno lavoretti uno dietro l'altro.
Così, si scopre, che in Germania la
povertà è cresciuta in questi anni: migliaia di persone sono
rimaste bloccate sulla soglia della povertà, persone che si sentono
in colpa se non rispettano le norme sancite dai centri per l'impiego,
norme che non puoi rifiutare.
Non chiamiamolo reddito di cittadinanza
dunque: se sei povero non hai colpe.
Peccato che oggi non abbiamo risorse
per un reddito universale.
Dalla Germania alla California,
San Francisco: qui siamo in una zona con il più alto reddito in
America ma si trovano poveri per strada. Qui il costo della vita è
alto, anche se hai un lavoro rischi di essere povero.
Poco lontano, a Stockton, si
trasfericono le persone che non riescono a trovare casa a San
Francisco: qui stanno sperimentando il reddito di base, 500 dollari
al mese, incondizionati, senza vincoli.
Il progetto costa 1 milione di dollari
finanziati da una rete filantropica, al cui interno troviamo un
consigliere di Obama: il reddito di base è un diritto di ogni
cittadino e questo sta diventando un mantra di tutti i big della
Silicon Valley.
Come mai Google, Facebook vogliono il
reddito di base universale? Perché sanno che l'automazione farà
perdere posti di lavoro, così lo Stato deve sopperire a questa nuova
ondata di povertà fornendo il reddito di base.
Nella Tesla di Elon Musk (altro fan
del reddito universale pagato dal pubblico) non ci sono sindacati,
gli stipendi sono i più bassi, meno di un fast food: eppure Musk
vuole il reddito di cittadinanza, ma forse dovrebbe preoccuparsi di
più dello stipendio dei suoi dipendenti.
In Italia se volessimo arrivare ad un
reddito universale per tutti, che sostituisca il welfare, servirebbe
una spesa pari al 25% di PIL.
Una cosa irrealizzabile, bisognerebbe
tagliare buona parte della spesa pubblica.
Il M5S, con Di Maio punta al reddito di
cittadinanza, già da maggio.
Mentre con Casaleggio o Di Battista
parlano di reddito universale, due visioni completamente diverse.
Il rischio è che si sta facendo tutto
troppo in fretta e che questa riforma si trasformi in un
assistenzialismo.
Presa diretta aveva proposto, l'anno
scorso, di far pagare ai big della rete, una tassa con cui finanziare
il reddito di cittadinanza universale: i big della Silicon
Valley, quelli che hanno nascosto i loro profitti nei paradisi
fiscali, che sfruttano i loro dipendenti e che oggi vogliono il
reddito universale ma pagato dallo Stato.
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