13 aprile 2019

Si fa in fretta a dire prima gli italiani


Eccomi dunque a ripensare al passato, al Texas orientale, alla dura vita che si muoveva sotto la superficie delle cose, agli argomenti di cui la gente con i soldi sapeva poco, o dei quali comunque non voleva parlare.Negli anni sessanta, durante l'epoca dei diritti civili, c'era gente che diceva: «Oh, andavamo d'amore e d'accordo. Bianchi e neri. Loro stavano da un'altra parte, mentre noi stavamo qui. Però avevo un sacco di amici negri. Gli facevo ciao ciao con la mano, quando li incontravo in città».Sangue e Limonata – Joe Lansdale, Einaudi editore

Quando si nasce in un contesto razzista, ovvero in un mondo dove ci siamo noi e gli altri, i diversi, che non hanno i nostri stessi diritti, è difficile riconoscere il razzismo.
Sembra paradossale, ma sono spesso quelle stesse persone che, “ho tanti amici neri”, i primi ad esserlo.
Prendo a prestito il brano del grande scrittore texano per parlare dell'Italia, oggi: togliamo neri e mettiamo dentro la parola terroni, meridionali.
Razzista io, ma se ho tanti amici meridionali?
Certo, che se ne stessero a casa loro, perché puzzano, perché sono diversi da noi.
Vorrai mica dargli le case a questi?

E poi, in un salto temporale, togliamo meridionali e mettiamo immigrati, zingari (che rom è troppo politicamente corretto e poco offensivo):
Razzista io? Gli zingari sono diversi da noi, rubano, puzzano, non si integrano, non li vogliamo qui.
Succede a Roma ma anche in tante altre periferie d'Italia.
Perché non avendo più fatto politiche per la casa, per tutti, è una lotta tra povero, in cui la destra razzista e fascista si infiltra dentro. E la sinistra? Troppo occupata a criticare il dialetto, ad invocare PIL e TAV, che altrimenti come faccio ad andare a Parigi..

Come nel brano di Lansdale, mica ci accorgiamo di essere razzisti: specie in quelle periferie romane dove negli anni settanta erano i meridionali ad essere sgraditi, quelli che facevano le lotte per la casa a San Basilio nel 1970 di cui ci ha parlato Propaganda Live ierisera.

Perché una volta eravamo noi quelli brutti e sporchi.
Anche quelli che oggi raccontano so romano da generazioni..

Si fa in fretta a dire prima gli italiani, erano italiani anche i meridionali che, venendo al nord, avevano fatto la fortuna della borghesia imprenditoriale, dei palazzinari, non solo quelli romani.

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