Sono ormai anni che, ad ogni 25 aprile, il dito copre la luna ovvero le contestazioni alla brigata ebraica alla manifestazione diventano l'argomento usato dalla destra (intesa come destra giornalistica e di pensiero) per screditare la festa della liberazione.
A questo giro però va aggiunta una novità: i renziani che (sui social) non hanno perso l'occasione per regolare i conti con l'ANPI, colpevole di essersi schierata contro il referendum del 2016.
Quello che non va giù, ai neofascisti e ai giornali della destra è le legittimità concessa ai partigiani, alle bandiere rosse (anche se la guerra di liberazione fu portata avanti da diversi partiti e diversi colori politici), ai "sinistri".
Prendono le difese dei reduci della brigata ebraica solo per opportunismo: tra le file dei partigiani (e nei deportati nei lager) erano presenti anche rom, che dovrebbero dire loro che sono sempre additati come ladri e parassiti?
Fatevene una ragione, il 25 aprile c'è stato e ci sarà: è lo spartiacque tra un prima e un dopo.
Se è vero che alla guerra di Liberazione la maggior parte del peso lo hanno sostenuto gli alleati, se è vero che in piazza dovremmo trovare bandiere di tutti i colori, il contributo dei partigiani c'è stato ed è stato importante.
Questa rimane una festa di chi si riconosce in questa Costituzione, antifascista appunto: una Costituzione che parla di diritti uguali per tutti, che sprona ad abbattere le barriere di censo, religione e sesso.
Forse è questo che da veramente fastidio a chi contesta il 25 aprile.
Ps: oggi la mafia a Corleone non c'è più, vero?
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