11 giugno 2019

Report – finale di stagione 2018-19

Chi ci cura? Sos medici (Giulia Presutti)

Nel 2025 mancheranno circa sedicimila medici nel servizio sanitario, grazie al pensionamento, favorito da quota 100.
Come ci cureremo? Abbiamo troppi medici specializzati, una peculiarità che ha un costo.
E abbiamo anche un numero programmato di medici nelle università: limite che a Ferrara stanno cercando di superare.

Avremo carenza di pediatri, dovrebbero essercene uno ogni 600 bambini: basterà una app per superare l'assenza di questi medici specializzati?
Sos pediatria non vuole fare speculazione – dicono, ma in questo vuoto si stanno infilando in tanti nel privato.

Le regioni nel frattempo hanno alzato il numero di bambini per pediatra, costringendo le famiglie a muoversi sempre più lontano.
Nel Trentino, la coperta corta è stata gestita spostando i bambini tra 7 e 14 anni dal medico di base.

In Piemonte, nella provincia di Ivrea hanno richiamato i pensionati. Alla Asl 4 si sono rivolti al privato per colmare i vuoti.

Cosa dice il ministro Grillo? Hanno aumentato il numero di borse, programmando assieme al Miur quante borse servono. Ma non sarebbe meglio che fosse gestito dal ministero della sanità?
Tra pochi anni rischiamo di avere il 25% di medici in meno: in altri paesi sono le regioni (o le regioni federali come in Germania) che scelgono quanti medici formare.

Occhio al portafoglio (Emanuele Bellano)
Il servizio di Report del 2016 aveva fatto nascere un'inchiesta sulle società di investimento di diamanti e sulle banche che hanno sponsorizzato questi investimenti.
I banchieri avrebbero pure preso dei regali da parte di queste società (accusate pure di autoriciclaggio): IDB offriva ai banchieri delle vacanze in resort di lusso.
Chi sono i manager che hanno incassato i benefici?
Sono i manager di Unicredit, MPS, Intesa, BPM ..
Federico Ghizzoni di Unicredit, Gabriele Piccini (pres Unicredit), Guidetti (BP Verona), Alessandro Profumo (MPS), Cristiano Carrus (Credito Bergamasco), Carlo Lombardi (Banca Popolari Lodi), Chelo (Unicredit).

Oltre alle vacanze, tra i regali anche reperti archeologici.

E gli impiegati delle banche (molte delle quali hanno avuto problemi con le recenti crisi) ricevevano pure delle pressioni per piazzare questi diamanti, dai vertici bancari.



Chi controlla le acque termali? Da dove arrivano queste acque?
Lo sapevate che le cure termali sono rimborsate dallo Stato (per sempre, se il medico da la prescrizione)?

A Padova a Montegrotto l'acqua arriva dalle falde: in Veneto ci sono 144 strutture termali, che usano l'acqua calda dal sottosuolo, in cambio di un canone (che spesso non è nemmeno calcolato in base all'acqua consumata).

Le strutture termali versano allo Stato solo lo 0,1% in tasse, in base a quanto guadagnano: sono 33mila gli ettari di terreni dati in concessione alle termi, poi ci sono le terme libere.
Ma chi controlla la qualità delle acque?
Non controlla il ministero, né l'Ispra e nemmeno le regioni.
Sono le strutture termali che inviano i dati alle regioni: ma i controlli fatti sono pochi, in alcuni dei quali hanno fatto emergere persino la presenza di legionella, di PFAS (in Veneto, ma in quantità accettabile)..

L'anno scorso il Tribunale di Ancona ha riconosciuto il danno ad un paziente che, in una struttura termale, si è sentito male: nell'acqua era presente una contaminazione, acqua che veniva data ai pazienti.
Tutte le carte dicevano, negli anni passati, che le acque derivavano da pozzi inquinati.
Non esistono studi scientifici che confermano la bontà delle cure termali – spiega il medico Garattini: perché dobbiamo pagarle allora dal servizio sanitario?
Basta una ricetta del medici per farti fare una vacanza rimborsata presso una struttura termale.

Queste strutture succhiano acqua dalle falde, con pozzi profondi fino a mille metri: nel 2016 il ministero del Tesoro segnalava la criticità su quanta acqua veniva estratta dalle falde.
IL presidente di Federterme non è a conoscenza di casi di falde che si sono abbassate: ma la giornalista ha riportato diversi casi, come a Chianciano.

Ogni struttura termale dovrebbe misurare la profondità del pozzo e le regioni dovrebbero raccoglierli: in regione Toscana scaricano le colpe sui comuni, perché manca una banca dati comune dal 2004.

Senza misuratori termali le concessioni dovevano essere revocate: ma in realtà molte terme hanno continuato a non rispettare la legge (Chianciano e Montecatini, per esempio).
Proprio a Montecatini il CNR raccomandava di misurare la falda, per evitare crolli e situazioni a rischio: ad Abano Terme, in Veneto, a furia di sfruttare il sottosuolo il terreno cede e si arriva ad un fenomeno di “subsidenza catastrofica”.
Stessa storia a Chianciano, crepe sui muri nelle case in prossimità delle terme e strade che sprofondano, porte che non si chiudono perché sconnesse.

Ci sono dei rischi per le abitazioni, per le persone?
Pare di sì. A Guidonia ci sono nuclei familiari abusivi a casa propria: sono persone che non dovrebbero stare in casa ma non sono arrivati i vigili per controllare.

La regione dice che deve essere il comune a fare i collaudi: i certificati di agibilità dove sono finiti? I collaudi dovrebbe averli fatti la regione, ma al sindaco di Guidonia non risultano questi documenti..

“Guidonia è una città morta” racconta un cittadino: eppure Federterme continua a non vedere il problema e a continuare a far finta di niente.
E a pompare acqua prendendola da falde e dai laghi, come succede a Tivoli, dove l'ex sindaco è ora direttore sanitario delle terme.

Nel dubbio, la regione ha preferito portare avanti la politica dello struzzo: non vedono il problema e dunque possono ignorarlo.
In Italia si deve sempre arrivare alla tragedia prima di prendere in considerazione il problema.

I commercialisti (Luca Chianca)

Un commercialista si è preso la maggioranza delle quote della fonte Gaverina: da questo episodio Luca Chianca ha ricostruito parte della storia dei 49 ml di euro finiti alla Lega e che questa avrebbe dovuto ridistribuire allo Stato perché i rendiconti di Belsito non erano regolari.

30ml di euro sono fuoriusciti dalle casse del partito come oneri per le associazioni: una di queste è quella di Centemero, finita nell'inchiesta per il costruttore Parnasi a Roma.

Nelle carte della Lega gli investigatori hanno trovato delle società, fino ad una società anonima lussemburghese.

E' complicato ricostruire la storia di queste società, riconducibili ai commercialisti della Lega, Centemero e Manzoni, schermate da una fiduciaria di un altro professionista bergamasco.
Queste società sono state usate per nascondere i soldi, quei 49ml?
“Come cazzo fanno a sparire quei 49ml? C'è qualcosa che non mi torna..” così parla l'imprenditore Lazzari, che ha preso la fiduciaria di Balduzzi con dentro le società dei commercialisti della Lega.

Ora la fiduciaria è stata acquisita ad una anonima lussembrughese..
La Lega per Salvini premier ha sede presso un commercialista, guarda caso, Michele Scilieri.
Quest'ultimo è cascato dal pero – racconta al giornalista: dopo l'accordo con la procura di Genova, la sede del partito torna in via Bellerio.

Scilieri entra poi in Lombardia Film Commission, grazie a Di Rubba, che compra una sede da un cliente di Scilieri, in una botta sola: 800mila euro passati dalla Film Commission all'immobiliare Andromeda, un cliente di Scilieri.
La perizia per il valore dell'immobile è fatta da un perito che ha sede in via delle Stelline.

Da Immobiliare Andromeda, dopo pochi giorni, parte un bonifico ad un geometra, Maffeis, proprietario della Eco SRL.
Dalla società di Maffeis sono stati bonificati 300mila euro alla Barachetti Service, vicino di casa del commercialista De Rubba.

Questa società avrebbe avuto incarichi per 1,5 milioni di euro dalla Lega: perché Barachetti versa 400mila euro ai commercialisti della Lega? – la domanda che il giornalista Giovanni Tizian si poneva nell'intervista con Luca Chianca.

Questa è solo una parte dei soldi pubblici finiti nelle mani di società vicine a Di Rubba, per un totale di 800mila euro, in un intreccio che coinvolge anche i familiari dei direttore amministrativo.
Nel maggio 2018 viene costituita la Vadolive SRL dalla cognata di Rubba (di professione barista in un bar a Clusone): dopo 8 giorni il gruppo Parlamentare al Senato della Lega sottoscrive con lei un contratto da 480 mila euro. Ufficialmente per comunicare le attività del gruppo sui canali social.
“Io non sono tenuta a rispondere” la risposta che ha dato questa persona al giornalista.
Il contratto è stato interrotto dopo qualche mese ma parte di quei soldi sono finiti a persone dello staff del ministro Salvini, come Luca Morisi.

Perché questo contratto, perché questa società fondata da una barista (con tutto il rispetto)? Domande a cui il capogruppo al Senato Romeo non ha voluto rispondere: “stiamo andando a votare lo sblocca cantieri”.

La legge consente ai gruppi parlamentari di affidare soldi pubblici a società esterne: ma dovrebbero rendicontare, senza passare per società di comodo come quella fondata dalla barista di Clusone.

Nero come il petrolio - I vampiri (Giorgio Mottola)

Mottola ha raccontato la storia dei ladri di petrolio che bucano le pipeline per rubarlo.
E poi i ladri di petrolio che frodano il fisco grazie al carburante in nero, dove non si pagano né tasse né accise, presso delle pompe di benzina che fanno concorrenza sleale ai gestori onesti.

In questi traffici si trovano dentro camorristi, imprenditori che non sanno o fanno finta di sapere da dove arriva il petrolio. E soldi che sono passati pure per la tonaca di un prete che li avrebbe portati a San Marino.

600mila euro di falsi crediti iva è, solo nel 2019, il totale dell'evaso in Italia nel comparto del petrolio: potremmo monitorare ogni litro di petrolio che entra nel paese, come fatto in Polonia.

Un fisco per l'estate di Emanuele Bonaccorsi

Prenotate via Booking o via Expedia? Pagate l'albergo e pagate pure la commissione (dal 18- 30%), soldi che poi finiscono all'estero, soldi su cui le tasse sono ridicole.
Se gli alberghi vogliono vendere di più, devono sottostare al ricatto di queste società: più paghi, più ti metto in top alla lista degli hotel.

Booking incassa 14,5 miliardi in commissioni, Expedia incassa invece 11 miliardi di provvigioni.
I rispettivi CEO sono pagati in milioni di dollari.
Dei 23 miliardi di euro, il mercato degli alberghi in Italia, circa 7 finiscono nelle tasche di questi due portali.
Altro che flat tax, pagano tasse ridicole e i soldi che incassano finiscono in paradisi fiscali: non avendo una sede stabile, questi portali non pagano l'IVA. Se vai a dormire in una casa prenotando via Booking (che sta sfidando Air BNB) nessuno rilascia una fattura e questo è un bel problema.

Il deputato PD Boccia parla di evasione fiscale: i rappresentanti di Expedia e Booking sono stati invitati alla Camera, Expedia nemmeno si è presentata.
Nessuno dei deputati ha chiesto conto a Booking della loro evasione, nemmeno i grillini che pure dovrebbero essere attenti ai soldi e alla casta...

Sono aperte due inchieste a Genova e Roma, per evasione fiscale: vedremo come andrà a finire.
Visto che all'estero a Booking non va bene come in Italia: in Francia Booking ha dovuto pagare 365 milioni di tasse arretrate.

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