La fine
Teresa pensa spesso alla morte. Ma non avrebbe mai immaginato che la propria sarebbe stata così. C’è qualcosa di beffardo nel fatto di non riuscire a ricordare ciò che potrebbe salvarla.
Un incendio sul punto di scoppiare, vittime che attendono di essere salvate e lei ferma, immobile.
La mente l’ha abbandonata. La confusione rende grottesco l’ultimo atto della tragedia, con quegli occhi imploranti, coppe rase di terrore, che la guardano fare l’unica cosa di cui è capace in quel momento: nulla. Teresa morirà con l’espressione da idiota, ne è convinta. Morirà da inetta, con le braccia lungo i fianchi e lo scudo abbassato, dopo essere vissuta da guerriera.
Guerriera... Una poliziotta, forse. Una donna di sessant’anni, malata, che cerca di fare l’eroina e invece non è nemmeno più capace di dare un nome alle cose.
Un delitto avvenuto settanta anni
prima, di una ragazza innamorata e che custodiva in grembo il frutto
di un amore che non poté sbocciare.
«È morto qualcuno, là dentro?» chiese Marini, più a digiuno di lei di particolari. «Non di recente.» Gardini sospirò. «Venite. Vi faccio vedere.»[..] Sul tavolo da lavoro c’era un disegno. Privo di cornice, steso sul piano di vetro, era fermato agli angoli da pesetti di metallo. Era il ritratto di una donna.
Un pittore innamorato che traccia il
suo ultimo dipinto, la Ninfa dormiente, col sangue di questa donna,
intingendo le sue dita nel cuore ferito.
La Ninfa dormiente prende forma sotto le mani del pittore. Nasce, rossa di passione e amore.
Un valle chiusa, dove vive una
popolazione orgogliosa delle sue origini antiche, né slave né solo
italiche, forse discendenti dalle antiche amazzoni.
Una valle dove vivono ancora, e si
tramutano di generazione in generazione, antichi riti, che affondano
in un antico passato. E dove, negli ultimi mesi della guerra, la
follia degli uomini macchiò di sangue il verde dei prati, il grigio
della pietra.
Un segreto custodito da tre bambini che
scatenò quella violenza, da parte degli occupanti nazisti. Una
violenza che consegnò alla morte la Ninfa e alla muta follia quel
bravo pittore che non lasciò al mondo altra testimonianza del suo
genio.
Il secondo romanzo di Ilaria Tuti
conferma le sue ottime doti di scrittrice capace di coniugare
mistero, intreccio giallo, indagini scientifiche e vecchie
tradizioni, ambientando il tutto ancora una volta nei suoi luoghi
(Ilaria è nata a Gemona del Friuli), nella val Resia, una terra di confine
vicino la Slovenia e all'Austria, dove si svolge quasi tutta la
storia.
Un'ambientazione fatta di montagne,
boschi che possono apparire un paradiso, ma che possono anche
nascondere antichi demoni, custodi di segreti per cui vale la pena
uccidere..
Storia che ancora una volta vede come
protagonista il commissario di polizia Teresa Battaglia, sempre più
in difficoltà per la malattia che sta minando la sua salute e la sua
capacità di fare il poliziotto: la sua malattia si sta mangiando la
sua memoria costringendola a prendere appunti si un diario personale,
dove annota chi incontra, cosa ha fatto. Fino a quando riuscirà a
fare il suo lavoro? Fino a dove può spingere la menzogna, per se
stessa e nei confronti dei suoi colleghi, nascondendo il suo
problema?
Colleghi che per Teresa sono qualcosa
di più di una squadra: quasi una famiglia, quella che lei non ha
potuto avere (e in questo romanzo capiremo perché), una famiglia che
si prende cura di lei facendole quadrato attorno.
Anche Massimo Marini,
l'ispettore con cui si punzecchia sempre, ma con cui ha dimostrato un
certo affiatamento nell'affrontare i casi.
Delitti in cui c'è un morto, che
chiede giustizia, e un assassino che deve essere individuato: una
sfida per una come Teresa Battaglia, capace di entrare dentro la
psiche umana, capaci di camminare sopra l'inferno e di uscirne ancora
viva.
Ninfa dormiente è il nome
dell'ultimo dipinto di un pittore importante, anche se poco
conosciuto al grande pubblico: dipinto negli ultimi giorni della
guerra, i peggiori forse, quando la rabbia dei tedeschi si mescolava
con quella di molti partigiani esasperati dalla fame e dalle troppe
morti. Anche Alessio Andrian era un partigiano: quell'ultimo suo
quadro ha un peculiarità unica, è stato dipinto col sangue di una
persona.
Sarà compito di Teresa e della sua
squadra risalire al nome della vittima, dargli una vita e cercare
anche il suo assassino. Forse Andrian stesso, che da quei giorni,
forse per uno choc, è rimasto muto, in silenzio, ha fatto del suo
corpo una tomba.
Teresa Battaglia, assieme a Massimo
Marini, con l'aiuto di una ragazza ipovedente, dovranno arrivare su,
in val Resia e cercare di farsi accogliere da questa comunità dove
ci si veste ancora con gli antichi costumi, una comunità fortemente
femminile, per risalire ad un mistero di settant'anni fa. Un mistero
che ancora oggi fa paura a qualcuno.
Tempus valet, volat, velat, pensò ancora Teresa. Non c’era motto più adatto per descrivere ciò che era accaduto ad Aniza.
Questa indagine, non molto benvoluta
dal nuovo Questore, è anche un'occasione per mettersi di fronte alle
scelte della propria vita. Di Teresa sappiamo che ha un segreto, nel
suo passato, quella cicatrice che pulsa ancora per quel figlio perso.
Anche Massimo, che si trova in un
momento complicato, deve affrontare i suoi demoni, un antico senso di
colpa, per liberarsene una volta per sempre.
Questa indagine è un viaggio dentro me stessa. Vedo ciò che ero e non sarò più. Ciò che sono diventata e quello che diventerò.
Il rapporto tra genitori e figli avrà
un ruolo importante, per diversi dei protagonisti di questa storia:
per Teresa, che inizia a considerare Massimo come un figlio e si
troverà di fronte ad una scelta drammatica, alla fine. Chi
scegliere, se devi salvare qualcuno?
Per Massimo, per il peso di quel
genitore violento.
E per le donne che vivono in questa
forte comunità, padrone e difensori del “femminino sacro”.
Il racconto si snoda tra le pagine
dell'oggi e alcuni scampoli di quei mesi della guerra, che qui in
valle aveva il sapore del metallo delle armi e del sangue, in un
crescendo che ci porterà fino ad un precipizio.
Riuscirà Teresa Battaglia a trovare
l'assassino della Ninfa dormiente? Riuscirà a salvare la sua
squadra, il suo lavoro, sé stessa?
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