23 giugno 2019

Il binario ventuno (Da Nero a Milano, di Romano de Marco)


Davide Prandi  
Oggi Gigi aveva voglia di parlare e mi ha raccontato la storia del binario ventuno.E' il binario della Stazione Centrale di Milano da dove, tanti anni fa, durante la guerra mondiale, partivano i treni degli ebrei, diretti ai campi di sterminio. Un giorno ho visto un film, con mia madre, si chiamava Amen. Parlava di quei treni, della gente mandata a morire. Ricordo una scena, c'era una donna giovane, spinta a forza dentro uno di quei vagoni per il bestiame, insieme a tante persone. Stavano pigiati, attaccati l'uno all'altra e lei stringeva a sé un bambino, piccolo, avvolto in una coperta. Era il figlio. Quanto il treno è arrivato a destinazione e la donna è scesa, il bambino era ancora nelle sue braccia ma era morto. Di fame, di freddo. Forse soffocato, schiacciato tra la gente impaurita. Un prete si è avvicinato a quella donna, voleva confortarla, ma lei lo ha guardato con odio e ha continuato a tenere stretto il figlio morto.Forse non voleva lasciarlo perché sperava di svegliarsi con in braccio il bimbo ancora vivo. 
Oggi la Stazione Centrale è chiusa, non si può più arrivare ai binari. Davanti alle entrate ci sono i soldati con i fucili e i poliziotti, con le pistole. Ti fanno passare solo se hai il biglietto. Gigi mi ha detto che un tempo la stazione era diversa, non c’erano i negozi, con le vetrine. C’erano meno poliziotti ed erano più buoni. Se pioveva e faceva freddo ti lasciavano dormire sulle panchine di pietra, quelle lungo le scalinate. O negli angoli nascosti dove la luce non arrivava mai,e non davi fastidio a nessuno. Sotto ai binari era pieno di cunicoli che solo in pochi conoscevano. Una volta c'era anche un bunker antiaereo, lì sotto.E ancora più giù del bunker un altro livello segreto, proprio sotto al binario ventuno.Lì sotto vivevamo degli uomini abituati al buio e da quel posto non uscivano mai. Gigi sostiene che fra loro ci fossero anche dei mostri, ma non erano cattivi.Poi l'acqua invase tutto e i sotterranei furono murati, chiusi. 
Oggi nessuno può più viverci, nessuno può arrivare ai binari se non ha il biglietto.I mostri non vivono più sotto al binario ventuno. Gigi dice che ora sono fuori, in mezzo alla gente. E sono mostri cattivi. 
Nero a Milano di Romano De Marco 
E' il diario di un clochard, di un senzatetto, quello che avete letto: il diario di uno dei personaggi dell'ultimo romanzo del giallista Romano de Marco, "Nero a Milano".
Un diario inventato di una storia inventata.
Ma tutto il resto no: il binario ventuno, i treni per gli ebrei, i soldati davanti la centrale, no. Tutto quello è vero.

Il clochard morto in via Pisani a Milano

E anche che i mostri oggi sono fuori e sono molto cattivi.

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