A toglierci i medici non sono né i migranti e nemmeno l'Europa.
A mandare sott'acqua strade e sottopassi (a Milano sabato), ad allagare paesi (nel lecchese qualche settimana fa) non sono né gli zingari e nemmeno le Ong.
A tenere questo paese su una linea di galleggiamento, col rischio di scivolare sotto la soglia della povertà, non sono né Soros né i buonisti.
Vale lo stesso per quando si parla dello scandalo CSM (a dieci anni da Why not, dalle vicende che hanno coinvolto Apicella, Verasani, Forleo..).
Quando si parla della percentuale di laureati in questo paese, del salario medio, della manovra correttiva e del debito che non scende, del PIL che quando c'erano loro cresceva poco e ora troppo poco.
Quando si parla delle case per gli italiani (e per tutti quelli che ne hanno bisogno).
Avremmo dovuto affrontare anni fa tutti questi problemi: la sanità pubblica e la programmazione dei laureandi (che non è in mano al ministero della salute), i soldi che mettiamo nell'università, il mondo del lavoro sempre meno tutelato, dove i sindacati confederali rappresentano solo una parte dei lavoratori, la tutela dell'ambiente.
Le politiche per la casa, che sono state delegate di fatto agli interessi dei privati, le città che si spopolano in centro per ingrossare le periferie senza servizi (ma dove ci sono i fascisti a far finta di aiutare gli italiani).
Non avessimo il dito da osservare (le Ong, i migranti a spasso con l'ultimo modello di smartphone..) saremmo costretti a guardare la luca e prendere atto che la pacchia è finita.
Per noi, però.
Forse è questo il motivo per cui siamo sempre qui a dire che il governo cade, il governo cade, ma non cadrà presto.
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