E alla fine Repubblica ha scoperto
l'esistenza del caso Consip (e dei legami con ex ministri del PD):
c'è voluta l'inchiesta che ha coinvolto il CSM, un magistrato
romano, Palamara, gli incontri tra politici (Ferri e Lotti) e
magistrati dove si discuteva delle future nomine nelle procure.
Mi ricordo ancora quando, a fine 2016,
del caso Consip ne parlava solo il Fatto Quotidiano, di come fosse
stata distorta tutta la storia, raccontata come un golpe contro l'ex
presidente Renzi.
E invece oggi si parla proprio di
intreccio tra politica e magistratura, di come bloccare l'inchiesta..
Così fan tutti, hanno risposto
gli interessati, anche mandando qualche messaggio minaccioso al PD e
al suo segretario che aveva chiesto a Lotti un passo indietro.
Come se fossero una cosa normale quegli
incontri e quelle discussioni: immaginate per un momento se fosse
stato Di Maio a discutere con un procuratore romano, nei mesi in cui
il sindaco Raggi era sotto processo a Roma...
Ma quelle intercettazioni erano
illegali, si è difeso Ferri (in una intervista al Fatto Quotidiano).
Si intercettava un magistrati, cosa
possibile dalla legge e, nel mentre conversava con un politico, si
sono registrate anche le conversazioni col politico.
Come al solito se il saggio indica la
luna, lo stolto osserva il dito.
Attenzione all'indignazione momentanea:
chi ha letto il libro di Riccardo
Iacona, con Danilo Procaccianti, Palazzo d'Ingiustizia (a cui
aveva anche dedicato una puntata di Presa
diretta), queste storie le ha già sentite.
Ovvero di come le correnti dei
magistrati (che di fatto sono strutture private) stanno condizionando
l'azione della magistratura, i magistrati da promuovere e quelli da
bloccare.
Come certi processi, a cui la politica
è interessata, finiscano nel cassetto per essere poi archiviati:
Iacona nel libro raccontava la storia del giudice Robledo a Milano,
alle inchieste su Expo e ad altre storie.
Non è storia di oggi che esistano
rapporti tra politici e magistrati, magari non illegali ma
sicuramente molto poco opportuni: il libro di Iacona spiegava in modo
chiaro come tutto questo si traduca in uno svilimento della
giustizia, per cui la legge non è più uguale per tutti.
E' un problema che riguarda tutti noi.
La giustizia è la cartina al tornasole
dei politici della seconda repubblica e anche di questa seconda
repubblica e mezzo, poiché rivela la loro natura: confrontate le
parole dei democratici di oggi con quelle dei berlusconiani di ieri,
troverete una perfetta sovrapposizione, nel loro garantismo nei
confronti dei potenti.
E ora leggetevi le proposte in tema
della ministra Bongiorno (che c'entra lei con la giustizia?):
separazione delle carriere, bloccare la pubblicazione delle
intercettazioni.
Che sono le stesse proposte già
sentite tante volte che escono ad ogni nuovo scandalo.
Vi indigna la pubblicazione di
intercettazioni non penalmente rilevanti? Peccato che siano proprio
queste che rivelano la vera natura delle persone, come ragionano,
cosa fanno nel segreto delle loro stanze, quando si incontrano tra di
loro.
Pensate che negli incontri tra Lotti,
Ferri e Palamara si discutesse di norme per rendere migliore la
giustizia per tutti? O di come cambiare il meccanismo di selezione
dei procuratori, per tutte le procure?
Finché non ci sarà una vera
trasparenza nella nostra classe dirigente, non possiamo permetterci
la censura delle intercettazioni, il tenere segreti gli atti fino al
rinvio a giudizio.
Tornando alla vicenda da cui siamo partiti, ci sono alcune cose che non tornano:
- Palamara non poteva fare molto per Lotti, essendo ora l'inchiesta davanti al giudice per le indagini preliminari
- Leggendo le intercettazioni, sembra che la procura di Roma si sia comportata "da cattiva" nei confronti di Renzi e Lotti, eppure nel passato Renzi ne aveva parlato bene, nel suo libro. Pignatone ha avuto "la mano pesante" più con Scafarto, Woodcock e Lillo che non con Renzi senior.
- Esiste una intercettazione, quella del 9 maggio, in cui Ferri e altri membri del csm avevano annunciato la presenza di Lotti: il trojan poteva essere disattivato, sapendo che Lotti in quanto deputato non può essere intercettato? Se sì, perché i magistrati sono andati avanti lo stesso?
Emerge una strana impressione, per cui tutto questo scandalo (che scandalo non è per chi almeno ha letto il libro di Iacona) sia usato per altri fini: si sia partiti dall'inchiesta su Palamara, per poi forzare le nomine nelle procure (come quella di Roma, dove Palamara sembra stare dalla parte di Viola).
Tornando alla vicenda da cui siamo partiti, ci sono alcune cose che non tornano:
- Palamara non poteva fare molto per Lotti, essendo ora l'inchiesta davanti al giudice per le indagini preliminari
- Leggendo le intercettazioni, sembra che la procura di Roma si sia comportata "da cattiva" nei confronti di Renzi e Lotti, eppure nel passato Renzi ne aveva parlato bene, nel suo libro. Pignatone ha avuto "la mano pesante" più con Scafarto, Woodcock e Lillo che non con Renzi senior.
- Esiste una intercettazione, quella del 9 maggio, in cui Ferri e altri membri del csm avevano annunciato la presenza di Lotti: il trojan poteva essere disattivato, sapendo che Lotti in quanto deputato non può essere intercettato? Se sì, perché i magistrati sono andati avanti lo stesso?
Emerge una strana impressione, per cui tutto questo scandalo (che scandalo non è per chi almeno ha letto il libro di Iacona) sia usato per altri fini: si sia partiti dall'inchiesta su Palamara, per poi forzare le nomine nelle procure (come quella di Roma, dove Palamara sembra stare dalla parte di Viola).
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