02 marzo 2020

Come spendiamo i soldi per l'emergenza

Siamo tutti d'accordo che in questo momento, per l'emergenza coronavirus, dobbiamo proteggere i commercianti (specie nei piccoli paesi dentro le zone rosse), le imprese (specie le piccole nel settore agricolo, turistico).
Sappiamo che servono soldi dallo stato, una proroga sulle tasse.
Quello su cui possiamo non essere d'accordo è sul come spendere questi soldi: prova ne è la diversa visione che ieri, durante la trasmissione In Mezz'ora, avevano sull'argomento Landini e Boccia, il segretario confederale della CGIL e il presidente di Confindustria.

Da una parte usare gli investimenti pubblici per mettere in sicurezza edifici pubblici, per rinforzare il personale dentro ospedali, procure e laddove ci sia carenza di personale.
Investimenti per la messa in sicurezza di abitazioni nelle zone a rischio sismico, per rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista del risparmio energetico.

Dall'altra il mantra dei mille (o diecimila?) cantieri da aprire, sbloccando fondi che già esistono, togliere di mezzo le procedure che li stanno bloccando.
Cantieri per quali opere?
E quali regole dovremmo rilassare?
Trasportiamo commercianti e operai dentro i cantieri?

Non vorrei che tutti gli annunci a "fare presto", a "riaprire locali" portassero a nuovi sprechi per opere inutili per l'interesse di pochi.
Abbiamo già vissuto brutte esperienze nelle emergenze passate, dal terremoto in Irpinia a quello dell'Aquila.

Alcune considerazioni a braccio:
1) sui giornali della destra si sono divisi i compiti: Libero cavalca l'onda della paura ("Pierluigi Lopalco: "Il Nord Italia è come Wuhan, basta sciocchezze. Questa è una pandemia", "Massimo Galli Epidemia in Italia imprevedibile e senza precedenti"), Il Giornale ha il compito di picconare il governo, in particolare Conte (spolverando perfino un Silvione in home page e un Tremonti che ci vuole spiegare la prossima crisi economica non avendo capito le precedenti).

2) La sanità privata sta contribuendo alla crisi, ma vorrei che i numeri fossero chiari: in nemmeno dieci anni al pubblico sono stati sottratte risorse per 37 miliardi, posti letto per mille abitanti passati dda 3,9 nel 2007 a 3,2 nel 2017..
Non vorremmo che dopo questa crisi tornasse tutto come prima o peggio.
Il pubblico va difeso e rinforzato.

3) Il Washington Post oggi in prima pagina posta una articolo dove si racconta del fatto che il virus in America potrebbe essere arrivato da settimane.
La crisi è mondiale.

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