20 marzo 2020

Voglia di panico (e di militari)

Ma come lo possiamo raccontare questo paese, se volessimo descrivere questo momento ad un osservatore esterno?
L'invocazione dei soldati a presidiare parchi e strade dalle orde di runner che vogliono a tutti i costi infestare la città che non si ferma mai.
Milano, la Lombardia, la locomotiva d'Italia in cui possiamo rinunciare a tutto, fino alla passeggiata all'aria aperta (che per le persone anziane è qualcosa anche di terapeutico), ma non allo stop della produzione industriale, almeno nei settori non strategici.

Per cui, metrò piene, bene.
Gente in giro, anche da sola, male.
E' giusto un mese dalla scoperta del paziente uno, a Codogno e in questo mese abbiamo visto di tutto: dall'isteria iniziale, alla rilassatezza del primo fine settimana, quando sembrava che, sì è una influenza, ma Milano non si chiude ..

Il governo, che ha tagliato fuori il Parlamento, ha fatto più decreti per chiudere, un pochetto alla volta, le attività, senza dar fastidio a Confindustria, chiudiamo tutto ma con giudizio.
Peccato che poi ci siano solo raccomandazioni sui posti di lavoro (non vi preoccupate, l'esercito non controllerà se dentro le aziende avete tutti mascherine e lavoriate in condizioni sicure).

E ora, finalmente, siamo arrivate al "vogliamo i colonnelli", l'esercito, lo statevene a casa, ma che uscite a fare? Oltre alle sanzioni penali, si rischia oggi anche la gogna.

C'è ansia di avere subito dei numeri belli da sbandierare al paese: peccato che i contagi di questa settimana siano legati anche al mancato blocco della scorsa settimana, quando era quasi tutto aperto.

Non mi piace il clima d'allarme lanciato ieri dai presidenti di regione, la proposta di altre chiusure dei supermercati (che sta causando l'assalto ai super di queste ore) e alle attività all'aperto.
Le fabbriche devono rimanere aperte? Allora tirate fuori mascherine, tamponi e ripristinate le corse dei mezzi pubblici che sono state tolte.
E vale lo stesso per farmacie, logistica, ospedali.
Chi lavora va messo in sicurezza.

Lo dice in termini più chiari Gilioli sul suo blog
La realtà è semplicemente quella di cui sopra: non si può chiedere alla gente di restare a casa e poi mandarla ad affollarsi sui treni dei pendolari o sui mezzi pubblici. Non si può. È incoerente, paradossale, farsesco. E, senza drammatizzare, un po' omicida, se non stragista.Chiudete le fabbriche e gli uffici, cazzo.

PS: volete spaventarvi veramente?
AIFA ha lanciato l'allarme sulla produzione dei farmaci, oggi in mano alle multinazionali private.
In situazioni di emergenza i governi (e l'Europa) potrebbe dire alle aziende che, avendo già fatto abbastanza profitti, potrebbero non dover più rispettare i brevetti e produrre in casa quello che serve.
L'Europa e l'Italia sono pronti a questo passo? 

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