13 marzo 2020

Quello a cui dovremo fare a meno

Giorni difficili, per noi, per colpa del coronavirus.
Dovremo fare a meno dell'aiuto della BCE così come dovremo fare a meno dell'aiuto e della solidarietà dell'Europa.
Nonostante il partito della troika e del fondo salva stati abbia ancora molti estimatori.
Dovremo fare a meno di negozi, dei bar, dei ristoranti. E perfino dei cantieri per opere indispensabili, nonostante in molti ritirino fuori la storiella dei cantieri con cui far ripartire il paese (quali? Con quali norme?)

Dovremo stare a casa e rinunciare a parte delle nostre libertà, perché è l'unica maniera per fermare la crescita dei contagi.
Nonostante il duro lavoro dei medici nelle zone maggiormente colpite dal virus: ricordiamocene quando sentiremo qualche politico e qualche presunto esperto di economia parlarci della bontà dei tagli alla spesa pubblica (senza spiegare come e dove), della necessità di razionalizzare i posti letti e chiudere gli ospedali.

A Milano, ex patria degli aperitivi (ve lo ricordate ancora l'invito di Sala nemmeno due settimane fa?) pensano di allestire un nuovo spazio per la rianimazione nei padiglioni della Fiera.
A patto che ci siano operatori (quelli che mancano anche per colpa del numero chiuso, del precariato negli ospedali) e dei respiratori.

Mancano le mascherine, introvabili, mancano dispositivi (ventilatori, respiratori, elettrocardiografi): alcuni li produrremo noi, altri li compreremo passando per Consip.
Ad averci pensato prima (a gennaio, quando osservavamo la situazione in Cina), certo, ma a fare ragionamenti col senno di poi siamo bravi tutti.

Purtroppo in questo momento non possiamo fare a meno delle donazioni, alcune generose, altre magari più forme di pubblicità (ma sono io che penso male) da parte di vip e gente comune.
Peccato che con le donazioni i soldi non arrivino proprio alle strutture che ne avrebbero maggiore bisogno, ma a strutture private (vedi Briatore e la donazione al San Raffaele) già ben sovvenzionate dalle regioni, cioè noi.
Peccato che la forma migliore per finanziare la sanità (come anche l'istruzione) sia il pagare le tasse, tutti, in proporzione al reddito.
Perché quello che è intollerabile, oggi, non sono solo quelli che scappano dal nord (reazione umana tra l'altro). Ma quelli che le tasse non le pagano, quelli che trovano tutti i modi per sfuggire al fisco.

Anche di questo, degli evasori, delle clientele nella sanità (e qui in Lombardia ne sappiamo qualcosa), ricordiamocene quando tutto sarà finito.

Aggiornamento: devo fare rettifica di quanto scritto, relativamente all'Europa che ci darà flessibilità che serve e la possibilità di aiuti di Stato.
Nella speranza che non ce la faccia pagare poi

Nessun commento: