Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
10 marzo 2020
Vogliamo i commissari!
Come un fiume carsico che spunta e poi si torna a nascondersi nel terreno, la voglia dell'uomo forte al comando per risolvere tutti i problemi torna di moda ad ogni emergenza per poi sparire.
"Vogliamo i colonnelli" era il titolo del film di Monicelli (ispirato al clima di tentato golpe che si respirava in Italia nei primi anni settanta), vogliamo i commissari coi pieni poteri è lo slogan invocato oggi.
Già la Costituzione da tutti i poteri al governo in carica in caso di pandemia come quella che stiamo vivendo, scavalcando le regioni.
Pieni poteri in Italia ha sfumature di tipo medioevale: possibilità di conferire cariche, nomine, come un monarca.
Come ai tempi di Bertolaso e la sua short list di imprese a cui assegnare i lavori per le emergenze (ovvero tutti gli eventi su cui il governo Berlusconi voleva mettere il cappello). Senza controlli e senza gara, per fare in fretta.
Vogliamo l'uomo forte per lasciare l'Aquila con le sue macerie, la popolazione confinata nelle tendopoli e con l'esercito a controllare e la Digos a controllare i cittadini che cercavano di sposare le macerie con le carriole.
L'uomo forte per spostare i rifiuti da Napoli centro in periferia e lasciare le ecoballe al loro posto.
Ad ogni emergenza, la solita storia, il super commissario, i super poteri, che si tratti di terremoto (quello di cui si sarebbe dovuta occupare Presa diretta se la Rai la lasciasse andare in onda), di virus, di alluvioni o di sanità (quella che le regioni hanno così mal gestito da meritare oggi il ruolo di commissari).
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