15 marzo 2020

La notte della svastica, di Katherine Burdekin


Il cavaliere di volse verso la cappella del Sacro Hitler – che in questa chiesa si trovava nel braccio ovest della Svastica – e, con i soliti rumorosi accordi d'organo e il prolungato rullare dei tamburi sacri, il Credo ebbe inizio. Hermann stava seduto nella cappella Goebbels, nel braccio nord, da dove poteva osservare in santa pace quel bel ragazzo dai capelli lunghi chiari e setosi, che cantava gli assolo. Ma adesso doveva voltarsi pure lui, verso Occidente, come il Cavaliere.

Cappella Goebbels .. chiesa a forma di Svastica .. un ragazzo che osserva con piacere un ragazzino coi capelli biondi …
E' straniante sin dall'inizio questo romanzo distopico che ci racconta di un mondo futuro, settecento anni dopo la fine della seconda guerra mondiale (la guerra dei vent'anni), dove tutto il globo è orma sotto il controllo dei due imperi, quello germanico e quello nipponico.
Nella Germania e nel mondo il nazismo ha vinto, trasformandosi non più solo in un regime, ma in una religione costruita attorno al culto del sacro Hitler, il Dio Tonitruante, nato dallo scoppio di una bomba, coraggioso e imponente, che ha sconfitto tutte le altre nazioni, barbare e incolte.

Amo i romanzi come questo, che usano questi scenari futuristici come monito per i tempi presenti: romanzi come quelli di Bradbury e il suo “Fahrenheit 451, Orwell e il suo celebre “1984”, fino a Philip Dick e “La svastica sul sole”.
Questo romanzo però, La notte della svastica della scrittrice inglese Katharine Burdekin, ha qualcosa di unico: è stato scritto nel 1937, ben prima di Orwell e di Bradbury, e ben prima del patto d'acciaio tra Giappone e Germania.
I due imperi che si sono divisi il mondo e che si fronteggiano in una situazione di tensione transitoria che non sfocerà mai in una guerra per un motivo che capiremo leggendo il racconto.

Ci troviamo all'interno di una generazione maschilista, dove le donne sono considerate solo come oggetti, come animali da riproduzione, rasate a zero e con vestiti da uomini, private del tutto delle loro libertà e del loro aspetto femminile.

Le leggi della società hitleriana:
Come una donna è superiore ad un verme, 
Così un uomo è superiore a una donna. 
Come una donna è superiore a un verme, 
Così un verme è superiore ad un cristiano.

Private anche dei loro figli maschi che, al terzo mese, sono loro strappati in modo da crescere solo coi maschi, nel culto del dio Hitler, per diventare buoni soldati, buoni contadini, buoni tecnici forse.
Hermann è uno di questi, fattore presso il Cavaliere, una sorta di sacerdote di questa società, destinato ad una vita uguale a milioni di altre, prendersi una donna, fare figli (ma senza dover metter su famiglia, perché in questa società si è perso pure l'uso dei cognomi) e lavorare.

Fino all'incontro con Alfred, un ragazzo inglese più grande di lui, conosciuto durante una vacanza in Inghilterra, che gli confida il suo scetticismo nei confronti della sua religione, della superiorità del sangue tedesco, del culto di Hitler, che ha assoggettato tutte le altre nazioni che erano prive di civiltà.

Come si è arrivati a questo mondo?
Cancellando i libri, cancellando la storia, rendendo le persone incolte, incapaci di leggere (che bisogno c'è se tutte le cose da sapere sono quelle del culto insegnati dai sacri cavalieri), togliendo alle donne poco alla volta le loro libertà, il “ridimensionamento delle donne” che le ha trasformato oggi in quegli esseri considerati peggio degli animali da compagnia.
.. Noi tedeschi abbiamo ridotto le donne in una condizione nella quale, con tutta la buona volontà, non potranno perseverare: le abbiamo ridotte al minimo comune denominatore, allo stato puramente animale; e il risultato è che la razza è ormai prossima all'estinzione. Gli uomini si suicidano, ma in compenso di donne – la cui disperazione è tutta inconscia – non ne nascono più.”

Ma c'è una persona che ha conservato una stilla della memoria del passato, di cos'era il mondo una volta, che ha davanti a sé il destino di quel mondo destinato sfasciarsi da solo.
Si tratta del Cavaliere van Hess, che confiderà proprio a Alfred e a Hermann il suo segreto, “la maledizione della conoscenza”.
Che si appoggia su una foto, di un giovane Hitler, uomo e non più Dio e di un libro, scritto centinaia di anni prima e tramandato di padre in figlio, con un giuramento di custodirlo a qualunque costo.

Straniante ma anche molto lucido, questo romanzo distopico racconta uno degli aspetti del nazismo poco noti, almeno alla fine degli anni '30: il suo legame con l'esoterismo e il suo voler considerarsi una religione, costruendo un culto attorno alla figura di Hitler (alto e imponente) di cui erano state requisite tutte le foto, affinché non esistesse in terra alcuna sua immagine.
Una religione violenta e asessuale (un tema che tornerà anche in 1984), in una società dove le donne sono segregate in quartieri, dove gli uomini entrano solo per soddisfare i loro bisogni (e dove nessuno trova niente di strano nell'omosessualità), destinata all'estinzione per l nascita di sempre meno bambine, considerate una sfortuna..

A Alfred e al povero Hermann (per la sua incapacità nel comprendere fino in fondo tutte le rivelazioni che gli arrivano) il compito di preservare il libro e far crescere la pianta della ribellione, perché un giorno le donne tornino ad essere consapevoli della loro forza e non più sottomesse.
Ma è ancora possibile salvare l'uomo? E' ancora possibile tornare ad una società non governata da una religione basata su menzogne, dove le persone abbiamo consapevolezza della storia passata, riportare in via la cultura, la musica (non la superficiale riproduzione di note, ma la capacità di creare musica), l'arte?
E quanto ci vorrà per ridare dignità e il rispetto per sé stesse alle donne?

La notte della Svastica lascia tutto aperto, sospeso: non è un romanzo d'azione di cui può aver senso raccontare una trama. Gran parte del libro è dedicata alle discussioni tra i protagonisti, il Cavaliere che ha portato con sé il seme della storia con Alfred e poi, in seguito, di Alfred col capo della setta dei cristiani, Joseph. Anche il cristianesimo, come la storia e tutto il passato, ha perso il suo valore e significato, tramutandosi in un cieco fanatismo con un tratto in comune col nazismo, ovvero la donna vista solo come funzione, il “nido dell'uccello” dove deporre le uova.

Come potrebbe essere un mondo governato dalla superstizione, dal fanatismo religioso costruito attorno a delle menzogne, un mondo in cui si è cancellata la storia, il passato, il tramandare della cultura? Tutto questo ce lo racconta questa scrittrice inglese: il mondo che sarà sarà un ritorno al feudalesimo, senza nuove rivoluzioni tecnologiche, senza speranza di sopravvivere.

La scheda del libro sul sito di Sellerio
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