Un decreto che delega tutto all'autodisciplina delle persone: quelle che danno l'assalto ai treni, per timore di rimanere bloccati a Milano, che dà l'assalto ai negozi, per timore di rimanere senza viveri.
Un sistema dell'informazione basato sul bombardamento caotico, sul ripetere le stesse storie, dove si alernano toni allarmistici a quelli di speranza.
Un governo che ha probabilmente voluto far uscire la bozza del decreto per vedere l'effetto che fa, usando la stampa come buca delle lettere (e lo facevano anche i governi passati).
Un sistema paese dove le regioni del nord sono contro il governo perché ha creato questa zona rossa che non è una vera zona rossa.
E le regioni del sud che stanno già alzando le mani per timore che l'emergenza coinvolga anche loro.
Ieri sera, al posto dell'informazione seria, l'ennesimo speciale sul coronavirus da parte della redazione del tg3: speciale che non spiegava, dove il presidente di Confindustria ancora parlava di una ripresa, dove si ripetevano le solite norme già sentite (lavatevi le mani..).
Questa è oggi l'Italia, dove il partito che soffia sul fuoco per un governo di emergenza (e questo governo comunque non è esente da colpe) ha grandi estimatori, dove in tanti stanno usando l'emergenza per la solita speculazione politica (addirittura si ritira fuori il nome di Bertolaso, si chiede un governo che decide e poi se il governo decide alle regioni non va bene).
Povera Italia
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