Sono veramente nauseato da quanto sta succedendo nel mio paese, per l'emergenza coronavirus.
Governatori contro presidenti del Consiglio in una gara inutile.
Ordinanze in ordine sparso di regione in regione e si comune in comune (come si misura la prossimità dalla propria abitazione?).
Decreti annunciati via facebook (e va bene, dobbiamo fare di fretta) ma poi firmati dopo lunghe trattative al ribasso il giorno dopo.
Chi comanda, in questo paese, Confindustria o il governo?
E il Parlamento ha ancora ruolo di controllo?
E chi risponderà delle persone che si ammaleranno perché dovranno andare al lavoro in questi tre giorni di tregua concessi alle imprese, per adeguarsi?
Le grida manzoniane hanno sortito l'effetto di creare paura, stress, puntando il dito contro gli untori delle passeggiate o delle corsette.
In un paese dove fino alla scorsa settimana si andava ancora a sciare o a fare le gite fuori porta.
E dove ancora oggi si fa a lavorare in aziende dove vige l'autocertificazione dell'azienda stessa.
Oste com'è il vino?
E quanto vale la vita di una persona, costretta a muoversi di casa, andare a lavoro, tornare a casa con la paura di rimanere infettato?
Dobbiamo stare a casa, non uscire se non per motivi seri, ce lo ricordano ad ogni conferenza stampa (quelle inutili conferenze che mi chiedo a cosa servano), eppure nei metrò la gente gira stipata una accanto all'altra.
Finirà un giorno tutto questo, allora faremo i conti con tutto quanto non ha funzionato: la confusione di ruoli tra poteri locali e centrali, la sanità pubblica che deve essere rafforzata come anche la ricerca pubblica (quella a cui oggi chiediamo di trovarci il vaccino), la produzione di beni essenziali per la salute che deve essere sotto il nostro controllo (mi riferisco alle mascherine che pare siano ora arrivate), il concetto stesso di sicurezza, che oggi abbiamo capito non essere legato all'invasione di immigrati ma a qualcosa di tremendamente più serio.
Per il momento staremo tranquilli a casa, ma ci stiamo segnando tutto.
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