In questo momento tutta l'attenzione
del paese è concentrata sul coronavirus, sul suo contenimento,
sullo stato degli ospedali nelle zone rosse e in generale nel paese.
E' una situazione completamente nuova e
sarebbe difficile per chiunque: scopriamo oggi l'importanza del
sistema sanitario, pubblico e capillare nel territorio.
Sistema sanitario che ha subito tagli
per miliardi in questi, come i tagli alla ricerca, che si regge
spesso a medici con contratti da precari.
Ricordiamocene quando (e non se)
l'emergenza finirà.
C'è una forte tensione da parte del
governo, dei vertici della sanità, dei vertici delle regioni del
nord, nel trovare le soluzioni per far si che il trend dei contagi
scenda.
Questo spiega la scelta di soluzioniche impongono restrizioni alle nostre libertà, mettendo in secondo
piano le ansie di molti nel voler ripartire subito con eventi,
turismo e aperitivi vari (i milanesi sfidano il virus, titola Repubblica)..
Stiamo vivendo un evento nuovo, in un
contesto nuovo, dove le notizie viaggiano veloci si canali non
ufficiali: bozze di decreto fatte uscire inopinatamente e presentate
da giornalisti in ansia da prestazione come decreti ufficiali, il
coronavirus che riempie tutti gli spazi di informazione per ripetere
le stesse cose.
Ma quello che vorremmo capire è come
le istituzioni intendono gestire il telelavoro in modo strutturale,
nel pubblico che non è preparato (e nemmeno il privato d'altronde).
Come si intende lavorare per la tele
didattica: al momento è tutto in mano alle singole scuole, ai
singoli insegnanti.
Come si intende rafforzare, e non solo
per questa emergenza, il sistema sanitario.
Dare un quadro unitario a tutti questi
problemi in una cornice istituzionale e unitaria sul territorio.
Ma non dimentichiamoci di quello che
stiamo lasciando dietro, le leggi che il Parlamento non riesce ad
approvare ora come la legge sul salario minimo, quella sulle querele
temerarie contro i giornalisti.
E stiamo attenti anche a quello che, in
queste decretazioni di urgenza, viene infilato dentro: dobbiamo
sbloccare i cantieri, si sente ripetere.
Bene, ma quali cantieri, in che zone e
in che condizioni.
Tornare allo sblocca cantieri, già
bocciato in alcune sue parti, sarebbe stupido e inutile: fa specie
che sia proprio il m5s a portare avanti questa proposta di legge,
usare il modello Genova per i due terzi degli appalti pubblici in
Italia.
Basta burocrazia, ad eccezione dei
vincoli antimafia (ah, già, in questo paese esiste ancora la
criminalità organizzata) e quelli di tutela del paesaggio.
Visto che c'è bisogno di ripartire,
perché allora non iniziare dai comuni e dalle regioni coinvolti nel
terremoto del 2016, le vittime del “terremoto infinito”?
Ne parlerà finalmente, dopo un duplice
rinvio, Presadiretta questa sera: comuni nel marchigiano, nel Lazio,
in Abruzzo, alle prese con le macerie, alle prese con lo spopolamento
perché la gente va via, con la ricostruzione ferma.
Infine, non dimentichiamoci che oggi è l'otto marzo, festa delle donne: quelle donne ancora discriminate nel lavoro, vittime di femminicidi.
Donne come le ricercatrici che hanno isolato il virus, donne come virologa Gismondi, per esempio.
Buona festa delle donne!
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