27 marzo 2020

La gestione approssimativa dell'emergenza virus

Non è solo il problema delle dirette Facebook del presidente Conte a tarda notte.
O dei moduli di giustificazione che cambiano e che di dovresti pure stampare..

Ci sono governatori che fanno una conferenza per oscurare i propri assessori che si sono lanciati in campagna elettorale (notare, Fontana è della Lega, Gallera è di Forza Italia) che a loro volta fanno le dirette facebook per oscurare la conferenza stampa della protezione civile.
Quella dove si danno i numeri, in tutti i sensi.
Numeri che oggi ci dicono che, passato un mese, ci stiamo muovendo senza un piano generale per la pandemia, muovendoci a tentoni, un passo alla volta.
Numeri però che non raccontano della tragedia delle persone, quelle che muoiono sole a casa o nelle case di cura.
Che non raccontano della situazione disperata negli ospedali (avete visto il servizio di Presa diretta di mercoledì?): mancano ancora dispositivi, manca personale, mancano le apparecchiature per la rianimazione, mancano i posti.

Così, mentre in Lombardia si ammalano medici, infermieri e perfino Bertolaso, ci tocca sentire il presidente della regione, quello che chiedeva maggiori poteri, "sono preoccupato".
Ci tocca sentire i renziani che ancora soffrono per quella benedetta riforma costituzionale che, a sentir loro, ci avrebbe protetto dal virus.
Ci tocca sentire Zaia chiedere maggiori deroghe alle tutele della privacy.
Come se non avessimo già dato abbastanza.

Volete i miei dati? Bene voglio sapere chi li gestirà, come e poi, una volta finito tutto, la garanzia che nessuno li raccoglierà più.
Fino a quel momento sono autorizzato a pensare che stiamo gestendo in modo approssimativo l'emergenza.

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