04 settembre 2018

Acqua perduta – le inchieste di Presa diretta

Le inchieste di Presa diretta accompagneranno l'autunno più caldo della storia italiana: per questo prima del reportage sull'acqua pubblica, c'è stata l'intervista al vice presidente Di Maio.

In collegamento da Foggia, dove si è occupato di caporalato (argomento di cui la stessa Presa diretta si è occupata) ha risposto alle domande di Iacona: cominciando dal contrasto al lavoro nero, con un nuovo nucleo di ispettorato.
Non basterà la repressione ma servirà potenziare anche i centri per l'impiego.

I dati dell'Istat certificano un peggioramento della percezione del futuro da parte degli italiani: conti pubblici, spread, fuga degli investimenti stranieri, la crescita che rimane flebile.
Cosa vuole fare il governo per rendere l'Italia un paese credibile?

La nostra economia crescerà e gli investitori torneranno: questo governo ha tanti nemici – la risposta di Di Maio. E' un obiettivo mal posto lo spread e gli investitori, si governa per i cittadini. Flat tax, reddito di cittadinanza non sono propaganda ma promesse fatte ali italiani: quando realizzeremo queste riforme torneranno gli investitori, noi governiamo solo da pochi mesi ..

Per andare dietro i giudizi delle agenzie di rating non accoltelliamo i cittadini: che senso ha sfidare i mercati? Dagli investitori arrivano gli stipendi degli italiani tra cui anche il suo.

È la prima volta che c'è un governo che mette al centro i cittadini, nel passato si metteva al centro le agenzie di rating e i vincoli europei.
E questi ci chiedevano precarietà.
L'Italia ha i soldi da investire, ma siamo entrati in una spirale per cui se si dovesse scegliere tra un ospedale e i vincoli europei, noi sceglieremo i cittadini. Allora meglio tornare a quelli di prima. Non si governa per far piacere un'agenzia di rating.

Adesso stanno prendendo forma i tre cardini della manovra: flat tax, reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni. Le vedremo tutte assieme?

Faremo degli incontri nel governo per capire quanti soldi servono per le tre riforme: vorremmo portarle in porto tutte e tre nel 2019; per me la priorità sono i 5 ml di poveri da aiutare col reddito di cittadinanza, che non significa lasciare una persona sulla poltrona con uno stipendio dallo Stato.

Il nostro strumento è una manovra economica: chiederemo a questa persona del lavoro per il comune, in cambio di uno stipendio che costerà qualche miliardo. Queste persone poi spenderanno e creeranno reddito.

Iacona ha evidenziato poi un aspetto di questa manovra espansiva: cioè che funzionerà solo se la crescita sarà alta, mentre le previsioni non sono così positive: il PIL dovrebbe crescere di 5-6 punti l'anno.

Di Maio ha risposto che è questa l'unica possibilità per rilanciare le agenzie per l'impiego, per dare un lavoro alle persone, taglieremo tutto il resto ..

Attenzione anche a tagliare i rimborsi che servono, la Naspi – ha ribattuto Iacona: non siamo all'anno zero.

Ma sono stati tagliati i diritti sul lavoro in questi anni, in nome del Dio rating.

Parliamo di acqua pubblica: dove troviamo i soldi per il ciclo virtuoso dell'acqua pubblica, stimati in 25 miliardi?

La prima stella delle 5 stelle è quell'acqua pubblica: i soldi non li stiamo trovando oggi nel privato, i soldi che oggi si prende il privato saranno usati dal pubblico per fare manutenzione.
Dismetteremo anno dopo anno, con un piano, tutti i contratti in essere: l'acqua è un bene comune e non può essere sottoposto alle logiche di profitto.

Al Sisi ha detto veramente che “Regeni è uno di noi”?

Credo che Al Sisi intendesse che al prossimo incontro tra le procure c'è tutto l'interesse da parte loro per arrivare alla verità su Giulio Regeni.
Avere buoni rapporti con l'Egitto e Al Sisi è necessario per arrivare ad una verità sul caso Regeni.

Rimane il fatto che Giulio Regeni è stato rapito e torturato proprio perché c'è il regime di Al Sisi in Egitto: pensare che questo regime ci consegnerà i colpevoli è irreale.

L'inchiesta di Presa diretta: acquarubata

Al comune di Reggio Calabria la dispersione, misurata, di acqua è attorno al 50%, eppure Reggio non se lo può permettere perché nei quartieri, d'estate, l'acqua arriva con le autobotti.
E così i cittadini si sono dovuti organizzare, arrangiandosi.

Quest'anno, grazie a 5 ml di fondi regionali, stanno riparando per la prima volta le condotte marce, che dovevano essere dismesse anni fa.
Per anni si è intervenuto per anni senza un piano, per sostituire vecchi tubi, per razionalizzare le condotte: uno spreco di soldi e di acqua.

D'altronde la centrale di controllo dell'acqua, costata 8 ml di euro, è oggi abbandonata, dopo l'inaugurazione di Berlusconi.
Ma era più importante il taglio del nastro più che il controllo.

I serbatoi sono stati costruiti 10 anni fa ma non sono mai andati in funzione: servivano a raccogliere l'acqua ed erogarla quando serviva. Oggi sarebbe importante attivarli: così negli anni si sono spremute le falde, che man mano si riempivano di sale.
E così si è dovuto spendere anche per l'impianto di desalinizzazione: sprechi su sprechi di soldi pubblici.

La diga del Menta è un altro spreco: dopo 50 anni dalla sua idea, oggi è pronta, manca solo l'impianto di potabilizzazione e, a breve, l'acqua del Menta potrebbe arrivare nelle case di Reggio.

Il sindaco Falcomatà ha raccontato a Iacona una situazione di sprechi, di allacci abusivi, di bollette non pagate, investimenti pubblici non utilizzati.
Questioni che le amministrazioni passate non avevano mai affrontato: si punta molto sul telecontrollo, per una gestione efficiente della rete idrica.

Ma Reggio Calabria non è un caso isolato: Sorical è la società che offre l'acqua a centinaia di comuni, spiegano che lo spreco di acqua in Calabria arriva al 60 %.
A Cosenza lo spreco per le perdite arriva al 63%: così assieme al comune hanno deciso di interrompere l'erogazione, per risparmiare acqua.
Hanno sostituito i tubi e così hanno cercato di ridurre le perdite, cioè i soldi sprecati: sono passati dal 63% di perdite al 35%, un bel passo in avanti.

In Italia perdiamo il 41% di acqua che mettiamo nelle reti idriche: uno spreco che non possiamo accettare.
9 regioni su 20 dal Friuli alla Calabria, sprecano male l'acqua pubblica.
Tanto è vero che in questa regione del sud, la Calabria, la gestione dell'acqua è sull'orlo del fallimento.

La Sorical è in liquidazione dal 2012, per le bollette non pagate, con tasse di evasione che superano il 50%: significa meno soldi per gli investimenti e per ammodernare la rete.
L'invaso dell'Araco, di proprietà della Sorical, ha un bacino di 35ml di metri cubi di acqua: serve 400mila cittadini, almeno dovrebbe visto che la sua acqua non la usa nessuno.
Per molti abitanti dei paesini attorno l'acqua dell'Araco non va bene per lavarsi né per bere.
Nel 2011 nelle tubature compare acqua scura: parte un'inchiesta da parte della procura di Vibo, che ha portato al processo ai vertici della Sorical per avvelenamento, processo che oggi rischia la prescrizione.

Perché non si usa quest'acqua? Hanno ragione i cittadini a non fidarsi di quest'acqua?
È colpa delle reti idriche oppure è l'acqua dell'invaso che non è pulita?

C'erano reti che perdevano e c'era anche poca cura nell'invaso, l'acqua dell'invaso era controllata con poca frequenza – ha spiegato il procuratore di Cosenza
Oggi il controllo di potabilizzazione è fatto giornalmente: Sergio Pelaia, giornalista ha mostrato a Iacona alcuni documenti usati dall'accusa contro Sorical, uno dove si parla delle sostanze cancerogene, dei composti, trovati nell'Araco e la nota tecnica della Sorical sui vegetali ai margini dell'invaso causa dell'inquinamento.

L'istituto superiore della sanità ha stabilito che quell'acqua è potabile: ma quel colore da dove arriva? L'acqua rimane potabile nei limiti, ma i problemi della rete portano poi a quel colore color ferro che crea diffidenza dei cittadini di Vibo e dei comuni limitrofi.
Sono 35 ml di acqua che non sono usati.

Il presidente della regione Oliverio è favorevole al ritorno al pubblico: Sorical deve diventare gestore unico, prendendosi tutte le sue responsabilità.
Il socio privato, Veolia, è stato inadempiente e tutta l'operazione sull'acqua deve essere conveniente per la regione e per il pubblico.

Il ritorno all'acqua pubblica fa parte del contratto di governo di Lega e 5 stelle: cosa intendono fare per adempiere a questo obiettivo?
Il pubblico è in grado di gestire bene il servizio idrico: Iacona è andato a vedere queste realtà, partendo da Milano, dove le perdite sono le 11,5%.
Investimenti pubblici hanno ingegnerizzato il controllo dell'intera rete, con lunghi cavi in fibra ottica: oggi MM ha a disposizione una mappa in formato elettronico per la sua rete, che usano per i controlli quotidiani.

I soldi arrivano dalle bollette e dalle obbligazioni emesse, che coprono gli investimenti.

Brianza acque gestisce il servizio per 56 comuni di Monza, con una perdita al 12%: anche in questo caso il pubblico ha lavorato in modo efficiente, per i lavori di ammodernamento della rete, fatti risparmiando soldi e in pochi anni.
Lavori fatti senza aumentare la tariffa: obiettivo è controllare tutta la rete e arrivare ad una soglia del 10% di acqua persa.

Dalla Lombardia alla Puglia, all'impianto di Fasano: un sistema che depura le acque reflue dai fanghi con microorganismi, una tecnica su cui ha lavorato il CNR.
Il CNR lavora anche all'impianto di Lecce: i fanghi risultati dalla depurazione sono trattati con un procedimento di idrolisi, ovvero si riduce la quantità di fanghi ottenuti e si produce anche del metano, cioè energie.

La fabbrica di queste idea è l'Irsa: nasce da una intuizione di Aldo Moro, nel 1966, che pensava che l'Italia avesse bisogno di un centro scientifico per la gestione degli impianti idrici.

Il centro di Fasano è stato costruito anche grazie ai fondi regionali: qui l'acqua reflua viene ripulita e diventa un lago che serve una sessantina di agricoltori limitrofi.
Qui si potrà realizzare il ciclo completo di ripulitura delle acque reflue.

Alla sede di Bari del CNR si punta al geotermico, il calore dell'acqua di falda viene usato per il riscaldamento: tra pannelli fotovoltaici e geotermico, qui c'è solo energia rinnovabile, un esempio che potrebbe essere copiato da altre aziende e altri palazzi, non è un esperimento.

Come a Milano, al palazzo della regione: tutto il riscaldamento si basa sulla geotermia, con un abbattimento drammatico della co2, finché sotto Milano ci sarà acqua.
Potremmo abbattere il 18% di co2, raccontano al CNR, se tutti seguissero questo esempio: la geotermia non è una risorsa limitata, noi in Europa siamo al decimo posto e potremmo fare molto di più.
Abbiamo la tecnologia, servirebbe sburocratizzare la legge, per chi vuole seguire questa strada.

Combattere i cambiamenti climatici è fondamentale: con l'innalzamento delle temperature avremmo meno acqua e acque sempre più inquinate.
“Siamo su un piano inclinato, la Co2 continua a crescere” racconta il direttore Uricchio del CNR, ma quello che stiamo facendo non è inutile perché la partita non è perduta.

Dobbiamo usare le basi della ricerca scientifica per sprecare meno acqua ed emettere meno inquinanti nell'atmosfera.

Le proposte del governo sull'acqua: nel contratto si parla di servizio integrato idrico, rinnovare la rete idrica, ma come si torna all'acqua pubblica?
Chi farà questi investimenti? Il pubblico? La proposta del governo è generica, sostiene il forum dell'acqua – racconta Paolo Carsetti.
La proposta dei parlamentari 5 stelle è un conto, ma c'è il rischio di trappole nell'iter parlamentare: ad oggi ci sono pochi player che nel territorio stanno prendendo piccole società.
Ma deve essere una SPA? Oppure una società interamente pubblica?
E la Lega cosa ne pensa? E cosa ne pensa Forza Italia, che nel 2009 aveva spostato la gestione dell'acqua verso il privato.

Vedremo che accordo troveranno i due partiti, Lega e 5 stelle.

Il ministro Costa ha sull'acqua una posizione sfumata e meno ideologica: il privato può gestire l'acqua, oggi non possiamo passare completamente al pubblico. Lo Stato deve controllare il lavoro dei privati, affinché non si punti solo al profitto.

Dove si trovano i soldi?
Dall'evasione contributiva, la possibilità di attingere a fondi europei.

Come far partire la geotermia?
Ne abbiamo parlato anche in Europa, abbiamo obiettivi di decarbonizzazione più ambiziosi della Francia.
Se le aziende si vogliono impegnare nel settore devono poterlo fare, senza troppa burocrazia.
Il carbone non ce lo possiamo più permettere..

E nemmeno lo spreco dell'acqua, per non rischiare di ritrovarci anche noi come a Città del Capo, dove l'acqua è razionata.

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