6 storie, da sei autori italiani: comun denominatore, personaggi che si trovano fuori contesto, per la storia, la provenienza geografica e culturale.
Dal reduce italiano della guerra in Afghanistan, o missione di pace, che racconta dei suoi coetanei meridionali che proprio nell'esercito italiano con le sue missioni all'estero trovano un'occasione di riscatto per un futuro migliore.
Roberto Saviano "Il contrario della morte".
"Enzo si era arruolato nell'esercito con la precisa intenzione di fare le missioni. Aveva lasciato la palestra, dove era tra i migliori. Si crede che ci arruoli per i soldi. E troppe volte si usa la parola mercenario. Mercenario. Suona bene, forte, feroce, critica al punto giusto. Risente di un afflato romantico. Chi combatte non dovrebbe farlo per denaro, ma per amor di patria. Fa davvero ridere. E i ragazzi di queste parti quando litigano con i loro coetanei che li insultano di essere mercenari neanche si sentono offesi. E' complicato comprendere prchè gli unici che nno dovrebbero lavorare per soldi sarebbero proprio i soldati. Quando si parte per le missioni, di soldi se ne guadagna il triplo, il quadruplo a volte. Ma c'è tutto il resto. Il resto è la possibilità di crescere, di fare qualcosa che abbia il peso della responsabilità, dell'impegno, della tredicesima e delle ferie, di venire riconosciuti come persone di vlaore, di essere considerati. E la possibilità di vedere un pò di mondo. "
Aster, la ragazza somala , serva in casa di italiani, testimone inconsapevole di imbrogli dei colonizzatori arrivati dall'Italia.
"Ferengi" Carlo Lucarelli.
Una contadina del sud che si ritrova prima donna di casa, poi sposa, poi madre, in una ricca casa nell'Italia rurale del dopoguerra.
"Il premio" Valeria Parrella.
Un omicidio nella Milano degli anni '80: una storia apparentemente semplice, che dietro nasconde il marciume di un mondo corrotto. Droga, occupazione abusiva delgi alloggi pubblici, immigrazione sfruttata. E il maresciallo Binda che indaga.
"Scala C" Piero Colaprico.
Il racconto di Wu Ming, al solito ricco di storia e fantasie romanzate, racconta del parmigiano "americano", che mette assieme Benjamin Franklin e la guerra di indipendenza e di un italiano andato a cercar fortuna oltreoceano.
"American Parmigiano" di Wu Ming.
"Un'altra solitudine" di Simona Vinci: è stata la scoperta piacevole di questo romanzo di racconti. Non avevo mai letto niente dell'autrice, ma mi piaciuto la sua riflessione su solitidine e isolamento, due cose ben distinte.
Spesso la vita odierna, in cui siamo costretti ad un'assenza forzata di solitidine (con cui cercare la "sorgente perenne della nostra vita", per dirla alla Thoreau) è molto più isolata di quanto ci rendiamo conto.
"In definitiva, la domanda è: quand'è che si è soli? E cosa significa essere soli? Non avere moglie, un fidanzato un amante? Si è soli quando non si ha una famiglia? Quando non si hanno amici?Oppure si è soli quando non si è vicini 'alla sorgente perenne della propria vita'?
Forse, esiste una risposta diversa per ogni essere umano. Per me, essere sola è una condizione normale.Che poco ha a che vedere con il fatto che io abbia o meno dei compagni, una famiglia, degli amici. Ed è una condizione nela quale ho imparato molto di me stessa e del mondo. Essere soli permette di aprirsi adegli sconosciuti, e scoprire così che il mondo può anche non essere quel posto ostile dove occorre guardarsi da tutti quelli che non si conoscono e non fanno parte della nostra ristretta cerchia di persone fidate. Scoprire che le solitudini sono capaci di incontrarsi. E che, la solitudine, al contrario del suo compagno cattivo, l'isolamento, può essere uno straordinario esercizio di libertà ".
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