04 giugno 2010

Ti voglio credere, Elisabetta Bucciarelli - incipit


Camminava sul ponte di Viale Forlanini. Ingresso a Milano. Un raggio di strada urbana a tre corsie che porta dall'aeroporto di Linate a Piazza Duomo. Il benvenuto della città al forestiero, al turista, al pendolare. Lambisce il parco e le piste di atterraggio degli aerei militari. Non c'è metropolitana. Si dice che la lobby dei tassisti non l'abbia permesso. Solo un autobus. Lo vedi per forza quel ponte dal colore insolito. Viola. Il Calatrava dei poveri. Traghetta il subborgo affollato al picnic della domenica. Transito consentito solo a biciclette, pedoni, passeggini.

Si è issata sul bordo scivoloso. Ha guardato avanti. E spiccato il volo. Nno ci ha messo molto a schiantarsi al scuolo. L'hanno vista molti passeggeri del volo Roma-Milano che era appena atterrato a Linate. "Non c'era nessuno sul ponte assieme a lei. Era sola" ha riferito il conducente di una macchina. si pensa quindi ad un suicidio.

La notizia è stata data così.
Poi un giornalista agguinge che si tratta di una donna, molto giovane. 'Magari aveva solo perso l'orizzonte', pensa l'ispettore di Polizia Maria Dolores Vergani, mentre spegne la radio. Ancora tutto da capire e qualche indagine da fare, ma questa volta non sarà della Vergani il compito di seguire il magistrato che aprirà il fascicolo. Dovrà pensarci qualcun altro.

Ti voglio credere, pagina 7.

Il sito dell'autrice e del libro.

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