Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
07 giugno 2010
Report: come è andata a finire 2010
Finisce, speriamo solo per questa stagione, la trasmissione di inchiesta di Rai 3. Forse a molti non interessa, ma ad altri, a quelli che han voglia di conoscere, di essere informati, significa perdere un punto di riferimento.
Nell'ultima puntata si è voluto raccontare la chiusura di alcune inchieste di cui la trasmissione di era occupata nel passato.
- Province per tutti: la proliferazione delle province, il poltronificio per piazzare i politici di casa nostra
- Il valzer dei tagli: come andrà a finire la sanità pubblica, dopo i tagli che l'hanno già afflitta e dopo la manovra correttiva di Tremonti?
- Gli esternalizzati: i fantasmi della sanità romana
- Birmania, cronaca di un paese blindato. Ovvero, come si vive in un paese enza libertà di informazione? E' bene saperlo prima: lo ha raccontato il film-documentario BURMA VJ, candidato all'oscar di Anders Østergaard .
Iniziamo dalle province.
Tutto era iniziato con la provincia di Monza Brianza, fortemente voluta dalla Lega. La Lega di Calderoli, quello che oggi chiede persino sacrifici ai calciatori (come se questi fossero persone di questa terra), e magari anche ai politici (idem come sopra).
L'inchiesta di Iovene ha raccontato la genesi delle province create in questi ultimi anni: quella di Fermo, quella di Andra-Barletta-Trani, di Monza Brianza.
Creato grazie ad accordi perfettamente bipartisan: io do una provincia a te, tu ne dai una a me ..
Tutti vissero felici e contenti (i politici piazzati sulle poltrone, magari col doppio incarico): meno felici i cttadini delle neonate province.
In lotta tra loro, per la sede legale, come per Andria e Barletta.
In lotta per le risorse: come per Ascoli e Fermo.
Queste province han portato nuovi costi, han creato nuove tensioni rtra i cittadini, impiegati provinciali costretti a fare lunghe trasferte, meno servizi per i cittadini (perchè a pari risorse, sono aumentati i costi), per case, strade e scuole.
Molti tornerebbero indietro: come la Confindustria di Ascoli, che si è riunita.
Ma non i nostri governanti, che in tempo di crisi hanno pure il coraggio di proporre due nuove province (come quella di Valcamonica, il feudo della Lega).
Agli italiani sono chiesti sacrifici. Evidentemente gli italiani che devono fare sacrifici sono sempre gli altri.
Il valzer dei tagli: la sanità pubblica.
Cosa succederà con i tagli alla sanità pubblica? Il blocco degli stipendi, il blocco del turnover? Si incentiverà quella privata, che non è toccata dai blocchi.
Nei prossimi 4 anni ci saranno 24000 medici in meno nel pubblico ed è prevedibile un peggioramento del servizio.
Molti medici, i migliori, cercheranno di tramigrare nel privato, dove hanno un contratto da libero professionista e dove sono pagati a prestazione.
Più operi, più sei pagato. Col risultato di trovarci con molti casi S. Rita (casi raccontati da Report nella puntata La prestazione).
L'assessore alla sanità dell'Emilia, dava la colpa alla politica dell'attuale primo ministro: l'essersi fatto operare in una clinica privata, di presenziare solo alle inaugurazione di strutture private (convenzionate) è un segnale forte e chiaro.
Un bell'aiuto al privato: privato che in Italia non funzionerebbe senza i soldi dello stato. Il contratti per i dipendenti non medici è scaduto da 4 anni, e gli arretrati sono stati pagati grazie ai soldi della regioni.
Così funziona in Lombardia.
Regione dove il privato è dentro i servizi sociali (una volta comunali, oggi privatizzati).
Dentro le cooperative che si occupano degli asili nido dove passano le giornate i nostri bambini. Asili dove maestre sottopagate, devono badare a più di 7 bambini. Asili con maestre che si stanno trasformando in vigilantes.
Asili dove sono le mamme a portare il materiale per i figli.
Come è andata a finire? Gli esternalizzati di Roma.
Una buona notizia: dopo anni di lotte (lotte di cui Report ha parlato), sindacati e lavoratori dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, hanno ottenuto quello che volevano. Un contratto dignitoso, un posto di lavoro sicuro, la speranza di poter progettare un futuro.
Verrà un giorno forse in cui tutti gli esternalizzati (i lavoratori del pubblico che sono dipendenti di cooperative, i lavoratori fantasmi) saranno un ricordo del passato.
La Gabanelli ha ricordato come questi lavoratori sfruttati, costano allo stato (cioè a noi) molto di più. Perchè a guadagnarci di mezzo ci sono le società che questi lavoratori li appaltano.
Come si vive in un paese dove si spara contro chi protesta per la libertà di informazione? Come si vive in un paese dove può essere arrestato chi gira per le strade con una telecamera in mano?
Dove le strade sono piene di spie del regime birmano.
Meglio sapere cosa ci aspetta. Meglio sapere cosa c'è in gioco, quando si parla di libertà di espressione, di parola, di associazione, di informazione.
BURMA VJ, Candidato all'Oscar 2010 per il Miglior reportage, racconta la rivoluzione birmana di 3 anni fa attraverso le immagini dei videoreporter clandestini di Democratic Voice of Burma che, rischiando torture e carcere, sono l'unica fonte di informazione da un paese in pugno a una spietata dittatura militare e impraticabile per i giornalisti stranieri.
A coordinare un piccolo gruppo di giornalisti muniti solo di telecamere amatoriali e videotelefoni, è Joshua, 27 anni.
È grazie a loro che il mondo intero ha potuto vedere le immagini della rivolta dei monaci buddisti, scesi per la prima volta in piazza per guidare i cittadini birmani in una protesta contro il regime.
Contrabbandati fuori dalla Birmania, i nastri dei reporter di Democratic Voice of Burma sono diventati il materiale prezioso che il regista Anders Østergaard e i suoi montatori, hanno trasformato in uno dei documentari di denuncia sui diritti umani più forti e importanti degli ultimi anni, come confermato dagli oltre 40 premi vinti nei festival in tutto il mondo e dalla nomination all'Oscar.
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