01 giugno 2010

Il governo del (non) fare

Fare o non fare? Tagliare o non tagliare?
Il governo sembra che si sia incartato ( ameno di non seguire le sue felici cronache dal TG1).
La manovra economica sarebbe stata ritoccata fino alla firma da Napolitano: si al condono e stralcio del taglio agli enti culturali.

I tagli sbandierati han subito sollevato un coro di proteste: le province? Giammai. Gli stipendi dei ministri? Vediamo?
Gli enti inutili: si potrebbe iniziare da un paio di ministeri che non si sa nemmeno cosa facciano (Rotondi e Calderoli).


Draghi era entusiasta dei tagli, ma ora chiede le riforme. Ovvero tagli al welfare, alle pensioni, agli stipendi.
Dobbiamo competere con la Cina, con i paesi emergenti.
Chiedetelo voi, agli impegati statali, agli operai, se veramente pensano di aver vissuto sopra le possibilità?

Voglia riformare? Le mie proposte:
  • Revisione 8 per mille (dopo aver visto Report).
  • Re introduzione del reato di falso in bilancio.
  • I condannati via dal Parlamento, via dalla PPAA.
  • Blcco delle grandi opere, e messa in sicurezza del territorio e delle scuole (e tutti gli istituti pubblici).
  • Riconversione di Pomigliano e Termini da industria dell'auto, in centri di ricerca e sviluppo per l'energia solare (o, come in Germania, dove la Volkswagen adesso produce cogeneratori).
  • Eliminazione del 50% di auto blu.
  • Eliminazione consulenze dentro i ministeri (che tornino a fare il proprio mestiere).

Ieri, un altro episodio che racconta i tempi che stiamo vivendo.
A Milano al concorso per giudici, si sono presentati in 6 su 13 posti (TG3 Lombardia). Non accadeva da decenni (a Milano sono scoperti 50 posti).
Invece erano in 6000, per 50 posti da maestra d'asilo (ad Assago).

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