24 giugno 2010

La dignità del lavoro

Riprendo dal blog di Alessandro Gilioli
Dice il ministro Sacconi che d’ora in poi i contratti nazionali di lavoro serviranno solo a garantire un livello “essenziale” di reddito.

Esiste una cosa chiamata Costituzione, su cui ministri e politici hanno giurato. Piaccia o non piaccia, è la legge che regola a prescindere tutti i rapporti del cittadino con lo stato.
Non si può ogni volta ricordare al politico di turno cosa c'è scritto (non è che esiste solo l'articolo che parla della privacy ...):

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

E già che ci siamo, ricordiamo a Sacconi e soci, anche l'articolo 38

Art. 38
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L'assistenza privata è libera

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