18 gennaio 2015

La battaglia per il lavoro


Stasera si entra nel vivo del mondo del lavoro, nei conflitti di chi lo sta perdendo e teme di essere sbattuto ai margini della società. Di quelli che temono per il loro futuro. Di quelli che sanno che fuori dall'azienda dove han lavorato c'è poca speranza.
Gli effetti, annunciati fatti dal governo, sui posti di lavoro del jobs act li vedremo tra diversi mesi. Si da oggi il merito al jobs act per l'annuncio di FCA sull'assunzione di un migliaio di dipendenti a Melfi.
Ma è solo un annuncio ed è causato dall'aumento delle ordinazioni.
Sento continuamente ripetere che il nuovo contratto che, toglie diritti e facilita i licenziamenti (anche senza una causa reale), aiuterà a creare posti di lavoro.
Che questo governo ha risolto i tanti tavoli di crisi. Altri annunci.
Se le crisi hanno avuto l'attenzione che meritavano dal governo è perché la gente è scesa in piazza, perché ha occupato piazze e autostrade. Perché ha portato avanti la sua battaglia.
Alla faccia delle promesse e degli annunci: i fantomatici posti di lavoro creati da Expo, l'aumento del PIL che gli 80 avrebbero creato. Per non parlare della lotta alla corruzione e al falso in bilancio. Solo sulla carta.
Mai nessun giornalista che si presenta dal governo con un semplice foglio excel che mette a fianco le leggi sul lavoro tra Italia e gli altri paesi europei.
Che mette fianco a fianco le politiche in ambito energetico, in ambito dei trasporti, nell'incentivo del turismo (anche culturale, di cui si è occupata Presadiretta domenica scorsa).
Quanti mesi abbiamo perso in parlamento per discutere su articolo 18 si o no?
Per non riformare una legge elettorale che è quasi peggio del porcellum.
E alla fine si scopre che il falso in bilancio è stato tolto. Che l'auto-riciclaggio non è stato di fatto introdotto in forma efficace. Che si continua a favorire la lobby del cemento. Con nuove autostrade a carico del pubblico e profitti privati.
Berlusconi diceva che i ristoranti erano pieni.
Monti vedeva la luce in fondo al tunnel.
Renzi assicura, questa è la volta buona ...

Qui il promo

La scheda della puntata

Mentre in Parlamento, in questi ultimi mesi, si discuteva di Jobs Act e di articolo 18, le grandi aziende chiudevano e le multinazionali ridimensionavano la produzione o se ne andavano a investire altrove.
In questi anni di crisi economica, mentre i singoli paesi europei varavano riforme del lavoro sempre più liberiste, le multinazionali ne hanno approfittato con politiche concorrenziali aggressive e mettendo in competizione tra loro anche i propri stabilimenti.
A PRESADIRETTA le grandi vertenze della Ast di Terni, gruppo ThyssenKrupp e della Trw di Livorno, azienda di componentistica per automobili.
Le telecamere di PRESADIRETTA hanno seguito la battaglia dei lavoratori della Ast di Terni per salvare il loro stabilimento e la drammatica trattativa della Trw, che non è riuscita a evitare la chiusura. Livorno oggi, con più di 14mila disoccupati è una città in ginocchio.
Un’inchiesta girata tra l’Italia, la Spagna e la Germania, per capire se la Riforma del mercato del lavoro e le politiche economiche del Governo Renzi riusciranno a creare nuova occupazione e a far ripartire l’Italia. “LA BATTAGLIA DEL LAVORO” è un racconto di Riccardo Iacona con Giulia Bosetti e Andrea Vignali con la collaborazione di Marina Del Vecchio

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