Stasera si entra nel vivo del mondo
del lavoro, nei conflitti di chi lo sta perdendo e teme di essere
sbattuto ai margini della società. Di quelli che temono per il loro
futuro. Di quelli che sanno che fuori dall'azienda dove han lavorato
c'è poca speranza.
Gli effetti, annunciati fatti dal
governo, sui posti di lavoro del jobs act li vedremo tra diversi
mesi. Si da oggi il merito al jobs act per l'annuncio di FCA
sull'assunzione di un migliaio di dipendenti a Melfi.
Ma è solo un annuncio ed è causato dall'aumento delle ordinazioni.
Sento continuamente ripetere che il nuovo contratto che, toglie diritti e facilita i licenziamenti (anche senza una causa reale), aiuterà a creare posti di lavoro.
Ma è solo un annuncio ed è causato dall'aumento delle ordinazioni.
Sento continuamente ripetere che il nuovo contratto che, toglie diritti e facilita i licenziamenti (anche senza una causa reale), aiuterà a creare posti di lavoro.
Che questo governo ha risolto i tanti
tavoli di crisi. Altri annunci.
Se le crisi hanno avuto l'attenzione
che meritavano dal governo è perché la gente è scesa in piazza,
perché ha occupato piazze e autostrade. Perché ha portato avanti la
sua battaglia.
Alla faccia delle promesse e degli
annunci: i fantomatici posti di lavoro creati da Expo, l'aumento del
PIL che gli 80 avrebbero creato. Per non parlare della lotta alla
corruzione e al falso in bilancio. Solo sulla carta.
Mai nessun giornalista che si presenta
dal governo con un semplice foglio excel che mette a fianco le leggi
sul lavoro tra Italia e gli altri paesi europei.
Che mette fianco a fianco le politiche
in ambito energetico, in ambito dei trasporti, nell'incentivo del
turismo (anche culturale, di cui si è occupata Presadiretta domenica
scorsa).
Quanti mesi abbiamo perso in parlamento
per discutere su articolo 18 si o no?
Per non riformare una legge elettorale
che è quasi peggio del porcellum.
E alla fine si scopre che il falso in
bilancio è stato tolto. Che l'auto-riciclaggio non è stato di fatto
introdotto in forma efficace. Che si continua a favorire la lobby del
cemento. Con nuove autostrade a carico del pubblico e profitti
privati.
Berlusconi diceva che i ristoranti
erano pieni.
Monti vedeva la luce in fondo al
tunnel.
Renzi assicura, questa è la volta
buona ...
Qui il promo
La scheda
della puntata
Mentre in Parlamento, in questi ultimi mesi, si discuteva di Jobs Act e di articolo 18, le grandi aziende chiudevano e le multinazionali ridimensionavano la produzione o se ne andavano a investire altrove.
In questi anni di crisi economica, mentre i singoli paesi europei varavano riforme del lavoro sempre più liberiste, le multinazionali ne hanno approfittato con politiche concorrenziali aggressive e mettendo in competizione tra loro anche i propri stabilimenti.
A PRESADIRETTA le grandi vertenze della Ast di Terni, gruppo ThyssenKrupp e della Trw di Livorno, azienda di componentistica per automobili.
Le telecamere di PRESADIRETTA hanno seguito la battaglia dei lavoratori della Ast di Terni per salvare il loro stabilimento e la drammatica trattativa della Trw, che non è riuscita a evitare la chiusura. Livorno oggi, con più di 14mila disoccupati è una città in ginocchio.
Un’inchiesta girata tra l’Italia, la Spagna e la Germania, per capire se la Riforma del mercato del lavoro e le politiche economiche del Governo Renzi riusciranno a creare nuova occupazione e a far ripartire l’Italia. “LA BATTAGLIA DEL LAVORO” è un racconto di Riccardo Iacona con Giulia Bosetti e Andrea Vignali con la collaborazione di Marina Del Vecchio
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