"Non si fa cassa con i bambini", la protesta dei passeggini contro il caro asiliIn piazza, con 200 passeggini vuoti al centro e i cartelli: "Non si fa cassa con i bambini". La protesta dei passeggini porta in strada le famiglie di Viareggio che manifestano contro l'aumento delle tasse per i servizi scolastici: asili nido, mense, scuolabus. Rincari imposti dal commissario prefettizio chiamato a risanare il dissesto finanziario di 53 milioni di euro in cui è caduta la città toscana. "Non possono pagare le famiglie", dice il Comitato Viareggio Unita per il diritto all'Istruzione (dal cui Facebook sono tratte le foto), siamo in piazza anche per i tagli agli organici delle scuole materne, per l'assenza di insegnanti di sostegno e per il degrado degli istituti scolastici con 1 bagno per 80 bambini"
Si parte con questa immagine,
nell'inchiesta di questa sera di Presa diretta “Famiglie
abbandonate”: la protesta dei passeggini da parte delle
mamme di Viareggio.
Un comune mal amministrato con un buco di bilancio, la politica che non paga mai pegno, un territorio in crisi (l'industria del turismo che non tiene) e poi i tagli nei trasferimenti verso le regioni. Le colpe di una cattiva amministrazione cade allora sulle famiglie, sempre più esposte alla crisi, sempre più sole.
Un comune mal amministrato con un buco di bilancio, la politica che non paga mai pegno, un territorio in crisi (l'industria del turismo che non tiene) e poi i tagli nei trasferimenti verso le regioni. Le colpe di una cattiva amministrazione cade allora sulle famiglie, sempre più esposte alla crisi, sempre più sole.
Gli 80 euro bastavano per rilanciare i
consumi? Forse solo nella testa di qualche politico che vive in un
mondo lontano. Perché i tagli e i buchi di bilancio significano meno
asili e rette più alte. Meno insegnanti in scuole che sono costrette
a far pagare (come contributi volontari) alle famiglie il materiale
scolastico.
In questi anni la spesa dello stato
centrale per il welfare ha subito dei tagli pesanti. Mentre lo stato
centrale buttava soldi pubblici in grandi opere di dubbia utilità,
nella corruzione, in spese militari, nelle mancette ai signori
dei voti (il porto di Molfetta, i mille aeroporti inutili, le
autostrade degli amici come la Orte Mestre).
Mettiamo tutto assieme, la crisi
industriale e la desertificazione, la disoccupazione giovanile che
costringe i giovani ad andare all'estero o a rimanere in famiglia: il
quadro che esce parla di uno sprofondamento verso una situazione di
povertà relativa.
Uno che Stato che lascia indietro le
persone (nelle cure mediche, nell'istruzione, nel lavoro) è uno
stato dove nulla tiene più assieme le persone, che sta perdendo il
suo collante, la sua ragione d'essere.
Se avessimo una classe politica
all'altezza, di questo si preoccuperebbe. Non di nazareni vari.
Il promo sul sito di Raitv
A PRESADIRETTA una puntata che racconta l’emergenza delle famiglie italiane in un paese dove ormai, per fare figli bisogna essere ricchi. I tagli al welfare, i servizi che sono sempre più cari, gli aiuti pubblici che non ci sono.
Dal 2008 a oggi i vari governi hanno tagliato di dieci volte i fondi per aiutare le famiglie e così, soprattutto tra le giovani coppie che decidono di fare figli, l’impoverimento e il disagio crescono. Le telecamere di PRESADIRETTA sono arrivate fino in Danimarca, per mettere a confronto il welfare per la famiglia di quel paese con quello di casa nostra.
L’inchiesta di PRESADIRETTA ha raccolto in giro per l’Italia anche le storie di genitori che hanno vissuto l’esperienza dell’allontanamento dei figli da parte dei Tribunali dei Minori. Perché la povertà in Italia può diventare una colpa che si paga perdendo la cosa più preziosa, i figli. Mentre siamo diventati gli ultimi in Europa per la spesa pubblica rivolta alle famiglie e alla lotta all’esclusione, spendiamo 506 milioni di euro ogni anno per mantenere nelle comunità i minori allontanati dalle famiglie.
“FAMIGLIE ABBANDONATE” è un racconto di Riccardo Iacona con Sabrina Carreras, Giuseppe Laganà, con la collaborazione di Antonella Bottini
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