Non deve fare nemmeno più lo sforzo di andare a Palazzo Chigi e governare.
Le rogne (MPS e le altre banche) le lascerà al fidato Gentiloni mentre lui si dovrà occupare dell'occupazione del partito.
Guai alla minoranza.
Un bel Renzi bis senza Renzi.
Chi pensava che il messaggio del referendum fosse arrivato a destinazione, è rimasto soddisfatto.
Il problema non sono né le riforme e nemmeno i riformatori (rimasti al loro posto, come il min. Boschi). Il problema sono gli elettori.
Del vecchio (?) governo Renzi perde il posto solo il ministro Giannini, che paga per le proteste degli insegnanti e viene sostituita da una ex sindacalista (che forse gli insegnanti saprà intortarli meglio). Viva il merito.
Alfano agli esteri (ministero che nel passato è stato occupato da Moro, per dire) può voler significare che c'è una rogna da toppare in quell'ambito.
Dovrà occuparsi del caso Regeni, delle crisi in Egitto e in Libia, della questione del terrorismo islamico.
Lotti mantiene il CIPE e la delega all'editoria (hai visto mai che i giornali cambino rotta?) e conquista pure un ministero.
Padoan che ha così ben gestito conti e dossier delle banche continuerà il suo lavoro.
Così come Poletti, al lavoro e ai voucher. Lorenzin alla salute, Pinotti agli armamenti, Orlando alla giustizia.
E Verdini? Oggi i giornali scrivono che non ha avuto niente e che pensa di sfilarsi, facendo saltare l'appoggio al Senato.
Avranno altro, i verdiniani, non preoccupiamoci.
Colpa nostra che abbiamo votato no alla riforma. Non l'avete voluta la riforma, e ora buttatevi dalla finestra.
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