La porcata – di Emanuele Bellano
E il lato oscuro del prosciutto di
Parma, quello prodotto secondo un disciplinare preciso, che
garantisce la qualità che viene riconosciuta da tutti.
Il giornalista di Report ha raccontato
della frode dei prosciutti realizzati con maiali danesi e non del
luogo e ha anche mostrato le condizioni degli allevamenti di maiali
nella produzione di massa.
E non sono immagini belle: animali a
stretto contatto, dove si sviluppano fenomeni di cannibalismo, topi
che camminano liberi per i recinti e sopra il dorso dei maiali.
Maiali che saranno usati per fare il
prosciutto di Parma o il San Daniele.
L'Europa ci ha bacchettato perché non
siamo riusciti a garantire condizioni decenti negli allevamenti.
Ma al centro dell'inchiesta la più
grande frode alimentare, in un sistema dove è labile il confine tra
controllato e controllore delle regole del disciplinare di questi
salumi DOP.
Il capitale umano – di Michele
Buono
La proposta di Report per dare valore
al capitale umano, la sfida da prendere al volo se non vogliamo
perdere anche questo treno, della nuova rivoluzione industriale che
non ha più bisogno di lavoro di bassa qualità, di operai senza
scolarizzazione, alla fine indistinguibili dalle macchine.
La rivoluzione industriale 4.0 ha
spazzato via questi lavori, oggi sono richieste creatività e
competenze: oggi il valore di questa industria 4.0 non è la forza
fisica delle persone, ma la loro formazione, che avviene anche nelle
scuole.
L'Italia potrebbe intercettare 30
miliardi di euro di investimenti europei, per la formazione, per
queste tecnologie moderne: servirebbe una politica attenta a questi
cambiamenti, conviene al paese e conviene alla collettività.
Si parte dalle città, da dove parte il
servizio di Buono: il polo del Politecnico alla Bovisa, dove si fa
ricerca, un incubatore di idee di cui è partner anche il comune. Qui
prendono forma idee innovative, come il sensore che è in grado di
predire la scossa di un terremoto.
Le startup in questo hub hanno un
mercato da 32milioni di euro, attirano investimenti, creano posti di
lavoro di alta qualità.
Alla Bicocca c'è il centro ricerche
della Pirelli che attira nuovi laureati: Milano sta riqualificando
molte sue zone e questo mette in moto tutta l'economia.
Nell'economia della conoscenza la città
è la piattaforma da cui tutto parte: tutte le sue zone devono
muoversi allo stesso livello, non devono esserci zone disagiate.
A New York il comune sta investendo
nelle scuole nel Bronx, come investimento per dare anche alle
famiglie a basso reddito tutte le opportunità per crescere, per dare
un benessere collettivo.
Come in un orchestra, per dare la
sinfonia tutti devono rispettare le regole e un maestro deve dare i
tempi.
Obiettivo è avere una sola N.Y.: c'è
un consorzio nel comune che si occupa della formazione della forza
lavoro, in modo da alzare la professionalità delle persone.
Questo si traduce in nuovi posti di
lavoro, nuove tasse, di una economia che si mette in circolo.
Sempre a N.Y. esiste una commissione
per i diritti umani che vigila sulle discriminazioni per razza,
religione e sesso: lo sviluppo della città arriva anche dal rispetto
delle persone, del loro lavoro, anche quello dei free lance.
Il
lavoro va pagato, anche quando si parla di lavoretti, mentre
in Italia si fa fatica a far passare il concetto che anche i rider
devono essere tutelati come lavoratori subordinati, a New York si
tutelano anche loro.
Lorelei Salas,
commissaria al dipartimento della tutela dei consumatori-lavoratori
della città di N.Y: “secondo le nostre stime, la maggior parte dei
lavoratori freelance (il 40% dei lavoratori di New York) perdeva
circa 6000 dollari l'anno” perché al datore di lavoro veniva
comodo dire, adesso prendi questo il resto quando incasso. Ma il
lavoratore non è mai sicuro di come va a finire: parliamo non solo
di lavoratori per impieghi a basso costo, ma anche di architetti,
ingegneri, persone che fanno graphic design, persone che scrivono
libri.
La musica è
cambiata quando, da maggio 2017, una legge di N.Y. Tutela anche i
lavoratori free lance: secondo questa legge i contratti pari o
superiori a 800 dollari devono essere scritti, diversamente scattano
delle penali. In questo modo le società sono incentivate a pagare
nei tempi stabiliti i loro freelance, poiché temono in caso di
controversie la condanna ad un risarcimento pari al doppio del
compenso pattuito.
E' lo stesso
dipartimento del comune – racconta il giornalista di Report – che
si fa carico di controllare che la legge sia applicata e rispettata,
perché è tutta la città che ha interesse che la legge sia
applicata.
Liz Vladeck, vice
commissaria del dipartimento di tutela dei lavoratori, spiega che nel
primo di applicazione della legge, più di due terzi dei lavoratori
ha comunicato di essere stato pagato e risarcito.
Significa che
l'economia continua, perché le persone hanno la sicurezza di essere
pagate e quei soldi diventano tasse, spese in altri beni.
Dite che in questo
modo le imprese sono dissuase dall'assumere (come commenterebbero da
noi i signori imprenditori)? No, a settembre 2018 la disoccupazione
nella città di New York tocca il minimo storico, il 3,9%, il livello
più basso mai registrato dal 1976.
Nessuno viene lasciato indietro, a
nessuno è negata la dignità di persona e di lavoratore: non è una
politica buonista, non è solo pietas. Ma è una politica che
conviene alla collettività.
In Italia le iscrizioni all'università
calano, le persone laureate una volta formate se ne vanno all'estero.
L'esatto contrario.
Alcuni in Italia hanno compreso
l'importanza della formazione: come i due fratelli che hanno fondato
l'Autoclavi SPA, i fratelli Fedegari.
Oggi non ci sono più operai che
saldano a mano, ci sono i robot e ci sono operai che controllano le
macchine in rete, anche da remoto.
A Imola c'è la Sacmi: qui si assumono
ingegneri, astrofisici, in un'azienda che si occupa di meccanica.
Macchine complesse controllate da
remoto con dei visori montati da personale davanti la macchina.
A Piacenza, alla 40Factory usano le
reti neurali e l'intelligenza artificiale per insegnare alle macchine
come comportarsi nella normale operatività e in caso di guasti.
Anche qui hanno investito in persone e
in innovazione.
Marco Taisch -
osservatorio industria 4.0 del Politecnico di Milano: “abbiamo
bisogno di persone che sappiano usare queste macchine, colletti blu
che devono saper leggere i dati, leggere informazioni, saper prendere
delle decisioni”.
Sono dipendenti
che costano di più, come stipendi, ma che danno alle aziende un
valore aggiunto maggiore.
In Germania
investono in formazione professionale quasi 33 miliardi di euro: il
10% del PIL viene usato tra istruzione e ricerca.
In Italia tagliamo
ancora, anno dopo anno, sull'istruzione, invece.
E così succede
che lavoratori arrivino in Germania dall'Italia: si tratta di
lavoratori con alte competenze, sono ingegneri che in Italia
dovrebbero lottare per un contratto a 6 mesi, mentre sono accolti in
Germania.
Un ruolo
importante lo hanno le scuole, per una vera formazione: al liceo
Melchiorre Gioia di Piacenza insegnano tedesco, cinese, gli fanno
usare software di modellazione per disegnare case col computer.
Dalla scuola ai laboratori, dove la
conoscenza si espande: gli studenti fanno alternanza al lavoro, per
mettere in pratica le loro conoscenze.
A Gallarate hanno portato una fabbrica
in una scuola, l'ITIS: qui i tecnici sono ricercati dalle aziende.
A Campobasso all'istituto PILLA pensano
che dare una formazione alta agli studenti crei poi dei cittadini
migliori.
Leggono di più, si confrontano coi
professori, usano strumenti audiovisivi per aiutare gli alunni ad
apprendere le materie più ostiche.
Sempre a Campobasso, al pastificio La
Molisana, gli studenti fanno alternanza scuola lavoro: entrano
nell'azienda con la loro curiosità, con la loro passione.
Sono tutti esempi che potrebbero fare
modello, per altri istituti nel resto del paese: ma sono solo mosche
bianche, perché la ricerca in Italia è stata tagliata, perché poi
si offrono solo lavori con poca creatività.
Il modello è invece mettere assieme
competenze, farle circolare, mettere attorno al tavolo investitori:
come a Genova, in Valpolcevera, alla BeDimensional dove hanno fatto
ricerche sul Grafene e sui suoi utilizzi.
A Bari si è cercato di mettere assieme
ricerca e investitori: realizzare un nuovo packaging che cambi colore
quando il prodotto che contiene va in scadenza.
Il centro di ricerca dell'università
che si lega con le startup, con un fondo per finanziarle: si crea un
ecosistema che genera una mole enorme di dati che vanno analizzati.
Per questo servono nuovi informatici,
che usano l'intelligenza artificiale per estrarre da loro tutte le
informazioni necessarie: servono spazi allora, per i centri ricerca,
per le aziende, per la residenza di queste persone. Spazi da
riqualificare, sul lungomare della città.
Un hub digitale, questo è quello che
viene fuori, una struttura su cui l'Unione Europea si è dimostrata
molto interessata.
Potremmo attingere a quel fondo
dell'Unione Europea da 30 miliardi di euro, ma dobbiamo fare in
fretta per non perdere questo treno.
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