15 maggio 2019

Un uomo banale

Il suo è il cognome più cliccato su Google in Italia: è l'uomo più desiderato dalle donne dello Stivale, anche, di nascosto, da quelle di sinistra, malgrado non abbia propriamente la faccia del latin lover

Questo è l'incipit del librointervista di Chiara Giannini su Salvini.
Potremmo fermarci qui per capire che non solo non c'è alcuna intervista (i 49 milioni? Le assenze all'Europarlamento? L'inutile legge sulla legittima difesa? La lotta alla mafia con Arata e Nicastri a fianco ..).

Nessuna intervista e le solite ovvietà che tanto piacciono all'uomo di destra: l'uomo che piace alle donne, che dorme poco, che lavora tanto, che non si ferma mai.
Una delle domande scomode della giornalista Giannini è proprio sulla sua giornata tipo. Domanda da mettere all'angolo eh?
“MA non sei stanco Matteo?” (lo chiama per nome, come tutti i suoi fan).
Lui risponde “non ho tempo per essere stanco”.

Ecco, i liberali all'italiana (liberali tra di loro si intende) si sono battuti perché pensieri così controcorrente non venissero censurati.
Ovvio, era tutto falso: si è impedito che una casa editoriale di una persona fascista avesse spazio come tutte le altre.

Anche perché per capire chi è Matteo Salvini mica c'è bisogno di leggere un libro.
Basta vederlo.
Uno come tanti. Banale.
Che usa slogan e atteggiamenti presi dal ventennio per abbassare sempre di più l'asticella del discorso politico, per ammiccare a quell'elettorato (che al centro non sfonderà), per nascondere tutte le debolezze del suo non essere ministro degli italiani.

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